Bella giornata fuori porta, allietata da un sole estivo e dallo champagne. Non solo champagne ma anche bollicine preziose, italiane, spagnole, francesi (crèmant) ed inglesi. Una bella selezione con parecchie chicche, peccato solo che erano troppe! Il tutto organizzato da Prèmiere di Mario ed Alessandro Federzoni presso Aminta resort di Marco Bottega (che all’ora di pranzo ha animato l’evento con un piccolo cooking show).
Elisa Cassanmagnago
Ed ora abbiamo anche il bus gourmet. Non sorprende tanto l’iniziativa, quanto il dove: nel centro storico di Roma, dove tra traffico, buche e sampietrini, non è certo agevole guidare e soprattutto pranzare. In effetti il pranzo è al momento un’eccezione, fatta per il primo giro aperto agli amici e colleghi, mentre la norma sarà la cena, dalle 8 alle 10 (circa) quando il traffico cala (ma le buche restano). A coordinare il tutto una coppia ben affiatata: Marco Bottega (ristorante Aminta di Genazzano) chef giovane stellato, che per l’occasione ha ideato una serie di ricette rispettose del territorio e sostenibili nella piccola cucina del bus. Compito ben più difficile è quello di Elisa (moglie di Marco) che deve assicurare un adeguato servizio, non semplice per un Bus spesso in movimento. Ma la cosa riesce, lo scenario è fantastico, la situazione originale. Speriamo e pensiamo che avrà il successo che merita. Sono 30 posti, 130 euro vini compresi.
Chi ha vinto oggi alla Michelin? Per generi quello maschile, le sole donne salite sul palco sono state, alla fine, Annie Feolde e Nadia Santini. Per città inaspettatamente Roma con una pioggia di stelle che arriva anche alla regione con Genazzano e Latina. Per chef la palma va a Enrico Bartolini che ha chiuso un ristorante, ne ha aperti ben 3 per conquistare 4 stelle Michelin, è lui sicuramente il trionfatore di questa giornata, tutti pensavamo che fosse un grande chef, ora dobbiamo aggiungere che è anche un ottimo manager, cosa forse ancor più rara. Molti i delusi, ognuno di noi ha le sue preferenze, ma la Michelin va comunque rispettata e quest’oggi ha dato una dimostrazione di classe e potenza, e anche di amare l’Italia scegliendo una città che da sempre ha guardato con amore alla Francia e un territorio che annovera alcuni dei nostri prodotti più rappresentativi. Infine se guardiamo alle nuove stelle, vediamo che una dozzina (pensiamo sia un record) sono quelle transitate nelle nostre gare di Emergente quando nessuno li conosceva. Per noi una bella e importante soddisfazione.
Aminta cresce e speriamo andrà lontano. Se lo merita per l’impegno e per la visione ampia del progetto. Ieri avevamo apprezzato la sala del ristorante completamente rinnovata, oggi la suite di 80mq con a disposizione perfino una sauna privata. E’ migliorata anche la sala, non solo come arredo, ma come servizio grazie alla presenza ormai collaudata di Elisa, qualche incertezza l’abbiamo invece avuta con la cucina. Era domenica a pranzo, con tutte le persone che hanno ordinato liberamente alla carta, e non è certo facile per un ristorante che vive di pochi tavoli lungo la settimana far fronte al pienone, anche se le cose si sanno con anticipo. Detto questo comunque un plauso al cesto del pane, alle eleganti sfiziosità iniziali, all’animella ed al piccione. Meno centrati gli altri piatti proposti, e visto che Marco lo seguiamo da tempo, torneremo comunque presto a vederne l’evoluzione.
Marco Bottega è nato nel ristorante di famiglia, un tranquillo locale ben aperto ai grandi banchetti, dove poteva tranquillamente vivere e prosperare senza troppi problemi, allietato da una larga e generosa campagna intorno. Gli dobbiamo riconoscere ansia di emergere e imparare, è andato per anni in giro con tappa fondamentale da Massimo Bottura, è passato dalla sala alla cucina, per ritornare a casa e giocarsela a tutto tondo mettendoci la faccia. Insomma ha del coraggio, e noi che lo conosciamo bene, ha anche una grande potenzialità per l’età (32 anni) che gli potrebbe ancora consentire un ampio miglioramento. Ce la farà? Dipende dalla quantità di sacrifici che ancora vorrà mettere in gioco per affinare le indubbie qualità che già possiede. Già oggi comunque nel deserto che si stende tra Roma e Napoli, accanto alla luce di Salvatore Tassa, è una delle poche alternative che meritano deviazione e sosta. Il pranzo che abbiamo avuto ci è piaciuto, il piatto migliore? un dessert straordinario fatto in collaborazione con Franco Aliberti (tre elementi, tre pennellate di puro piacere). Ma il suo (tutto suo) fegato grasso è altrettanto provocatorio e godibile, mentre negli altri piatti si intravede l’impostazione e la qualità, manca a volte la soluzione che fa la differenza, ma comunque quest’Aminta è da vedere!