La presentazione della guida Michelin è sempre una grande festa. Le stelle che cadono purtroppo non fanno notizia, mentre è gran festa per i nuovi arrivi. In larga parte sono giovani e quasi tutti transitati nel nostro premio Emergente Chef, motivo di più per sentirci orgogliosi.
Abbracciamo così tanti giovani che vedono coronare la loro carriera, da Franzese a Cilenti, da Bellingeri a Giubbani, da Biafora a Manduria e altri ancora.
Due doppie stelle, sempre troppo poche secondo noi rispetto alle aspettative di tanti bravi monostellati, ma almeno sono di quelle pesanti e ambedue meritate: Iannotti al Kresios e Giovanni Solofra a suggellare il trionfo della Campania.
Felici loro, ma un pochino anche noi, per i tanti riconoscimenti che i nostri giovani emergentei hanno raccolto.
Enrico Bartolini
Grazie ai suoi vari ristoranti sparsi lungo l’Italia (e non solo) Enrico Bartolini sta forse diventando tra gli chef più popolari e direttamente avvicinabili. Però a Napoli, almeno per il momento, non è presente, e quindi era tanta l’attesa in città per assaggiare alcune sue famose ricette. Il tutto grazie all’organizzazione della famiglia Giugliano, proprietaria da anni della storica insegna D’Angelo al Vomero, che ha realizzato una serata d’eccezione, con ottimi vini in abbinamento e un bel parterre di ospiti. Enrico ha ormai capacità e disinvoltura consumata e ha ben presentato il suo menù. Ha portato la sua serie di stuzzichini che possiamo tranquillamente definire sensazionali, poi al tavolo cinque ricette. Sempre al top per eleganza leggerezza e finezza mettiamo l’inizio e la fine: l’antipasto con l’ostrica e il bel dessert; di gran sapore e succulenza i bottoni e il manzo, mentre meno ci ha convinto il pesce alla milanese, buono ma con i vari elementi slegati. Ma, ripeto, noi siamo soddisfatti quando in una cena troviamo un acuto, e qui ce ne sono stati ben più di uno. Una serata che molti degli ospiti ricorderanno con grande piacere.
Tutti a Piacenza per onorare le stelle Michelin. Tante le novità, alcune dolorose, come la perdita (da due a una stella) per due ristoranti storici come il Sorriso di Soriso e Vissani di Baschi. A loro va il nostro primo pensiero. Poi il secondo a chi ha trinfato: Enrico Bartolini, il nuovo che avanza a tutta velocità, secondo noi meritatamente. Il terzo pensiero è per le due stelle in Italia: dovrebbero rappresentare tra l’alta fascia della ristorazione italiana e sono un numero limitato. Erano già poche prima, ora sono anche di meno, doppi complimenti quindi a Mammoliti e a Doanto Ascani che hanno centrato l’importante traguardo. Chiudiamo salutando i tanti ex emergenti che hanno ottenuto la stella quest’anno, Gorini, De Santis, Puleio, Griffa, Raciti un grande abbraccio a tutti voi.
Un graditissimo invito quello della Famiglia Tommasi che conosciamo da tanti anni. A quei tempi era una realtà soprattutto veronese incentrata sulle vigne della Valpolicella con anche Villa Quaranta, un bell’albergo ad arricchire la scena. Oggi è una realtà nazionale con tante aziende che spaziano lungo la penisola. L’occasione è presentare la nuova etichetta di De Buris, il loro vino di alta gamma. De Buris prende il nome da un’antica villa ricchissima di storia che appartiene alla famiglia e che ha dato il nome a questo vino. Non solo vino, ma anche un progetto più grande che si completerà nel giro di qualche anno con il recupero prezioso di questa magnifica struttura. E nel frattempo brindiamo a questo amarone, straordinariamente piacevole, di inusitata beva vista anche la sua importanza e anche di facile abbinamento visto che ha accompagnato tutto il menù preparato dalla brigata di Enrico Bartolini, lui assente, ma presenta il suo braccio destro Remo Capitaneo. Da citare il magnifico dessert che ha chiuso la cena, l’albero delle amarene.
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Ogni anno il premio di Italia a Tavola è un momento di incontro, di considerazioni sulla stato di salute della ristorazione e ovviamente anche di festa. I convegni hanno visto una partecipazione attenta ed attiva delle istituzioni, a cominciare dalla presenza del ministro all’agricoltura Centinaio che ha ricordato a tutti che è anche ministro con delega del turismo, il fratello minore spesso dimenticato. La festa ha goduto della perfetta scena che la Paggeria Medicea di Artimino è in grado di evocare e la presenza di tanti chef ha reso la serata godibile e piacevole.
Non solo grandi chef, ma anche grandi prodotti come abbiamo avuto modo di vedere durante la giornata di lunedì approfittando della felice e densa esposizioni di piccoli e bravi artigiani del gusto. E poi a sera la grande serata con una 50ina di chef che spuntano da tutte le parti. E in genere ottimi assaggi con una segnalazione speciale a Thomas Kavcic, sempre gentile e pronto ad unirsi agli chef italiani, e il suo tovagliolo goloso era proprio buono.
Enrico Bartolini non ne sbaglia una, sarà indubbiamente fortunato, ma a questo punto dobbiamo lodare il suo fiuto e la grande capacità imprenditoriale. Il Casual è un bel ristorante dove tutto sembra girare bene. Dall’accoglienza al coordinamento del bravo Marco Locatelli, giovanissimo di 33 anni eppure sembra nato in una sala, alla cucina dove Alex Manzoni, 27 anni, si esprime con altrettanta maturità. Anni ben spesi se pensiamo ai suoi trascorsi: Andoni, Cogo e Dal Degan. L’arredo è leggero moderno accogliente, il servizio puntuale, si fa notare al centro della sala un bel carrello di formaggi. Gli assaggi arrivano precisi per pulizia e tecnica, pensiamo alla bella serie di stuzzichini iniziali. Gli antipasti spaziano dalla succulenza del cavolfiore con nocciole e acciughe, alla mineralità amara del cavolo riccio fritto contrastato dalla dolcezza della capesante, come dire una goduria. Difficile che Enrico e i suoi allievi sbaglino il risotto, ed infatti anche questo che ci hanno proposto era esemplare, mentre dobbiamo arrivare agli spaghetti per trovare il primo piatto secondo noi sbagliato per eccesso di intensità. Eleganti i due tortelli, e tra i secondi meglio il piccione delle animelle un pò troppo frammentate. Si ritorna in alto con la buona chiusura dolce del finale. Un locale ben posizionato in alto sulla città, dal comodo parcheggio e che presto avrà anche delle camere ai piani di sopra (con gestione indipendente).
Ormai ogni chef stellato si racconta anche con un suo libro, a maggior ragione quando le stelle sono 5. Una presentazione ad effetto, con l’aiuto di Roberto Perrone e di belle foto, ed ecco sul palco dell’auditorium del Mudec Enrico Bartolini, personaggio sempre più importante della ristorazione italiana. In effetti la sua crescita negli ultimi anni è stata impressionante, e il libro ne descrive difficoltà, entusiasmi e successi. Il suo viso candido da eterno ragazzino cela un abile imprenditore, in Iatalia è cosa ben più rara dell’abilità ai fornelli. Ci uniamo quindi con le nostre lodi.
Stavolta la novità grossa c’è, anzi forse due. La positiva è il nuovo 3 stelle, Norbert Niederkofler del St Hubertus, nessun commento se non positivo per la qualità, spessore anche etico del personaggio. Curiosità, con la vicinissima Siriola (seconda stella) San Cassiano diventa la frazione (500 anime) più stellata al mondo. E a proposito di Siriola, ci complimentiamo con Matteo Metullio, a suo tempo vincitore di Emergente Chef, arrivato al traguardo della seconda stella. Altri emergenti che ce l’hanno fatta quest’anno: Francesco Brutto, Davide Pezzuto, Adriano Baldassarre e appunto Alessio Longhini, che, coincidenza, è anche per la guida Touring Giovane Chef dell’Anno, o meglio Top Domani nel nostro lessico.
La nota negativa? ovviamente chi ha perso la stella, soprattutto i due che sono passati da due a una, due chef famosi come Claudio Sadler e Carlo Cracco. Il primo l’ha presa un pò male, è un grande professionista e vedremo come sarà la sua reazione sul campo. Il secondo è alla prese con un grande progetto (anzi due) e la risposta sarà ancora più visibile.
Gli Ambasciatori del Gusto hanno organizzato ieri sera un’importante serata in favore di Amatrice. 7 chef famosi si sono esibiti nei bellissimi spazi dell’Open Colonna. Noi siamo arrivati un pò tardi e quindi non abbiamo potuto vedere gran parte dei piatti preparati, ma almeno salutare i convenuti.