Stefano Callegari è sempre più eclettico. Ha conquistato la sua notorietà con la pizza, poi la fama mondiale con il Trapizzino, ora chiude il cerchio con questo locale in un certo senso innovativo. Cucina tradizionale, ma non solo, cucina romana ma non solo: al centro del progetto è sicuramente la voglia di far star bene il cliente nel modo più diretto e semplice, con prodotti buoni, cibo buono, quantità pantagrueliche. In questo si riflette il pensiero e la pancia di Stefano che da sempre lo contraddistingue, ogni ricetta è sopra le righe, ogni porzione è esagerata: con una polpetta potresti fare un piatto, il suo “tortellino” poi riempie un piatto da portata. Però è indubbio che la clientela ama questo genere che va controcorrente ad una linea salutistica che va’ alla grande al giorno d’oggi ma che spesso rimane asfittica e avara di sapori, ed è ben lieta di affrontare un etto e mezzo di pasta che si raddoppia con l’intingolo. Incredibilmente poi i prezzi rimangono concorrenziali con quei ristoranti di cui sopra che ti portano magari uno spaghetto arrotolato con due piselli a complemento. Qui invece la gente viene e ritorna contenta. Da non perdere secondo noi il baccalà panato ed il pollo alla cacciatora, qualche (anzi parecchie) perplessità ce l’abbiamo sul tortellino sopra citato, ma è il piatto di maggior successo e questo la dice lunga sul pensiero di noi critici. Ad aiutare Stefano nel progetto il bravo Enrico e Perla Ambrosetti che da tempo gestiscono con successo il Bistrot Farneto. A completare l’offerta gastronomica una più che buona selezione di vini, anche questi proposti con un prezzo corretto.
Enrico Cavedon
Un nuovo locale speciale per tanti versi. Siamo sulle colline sopra Pianoro, verso il piccolo borgo di Zena, su stradine difficili da percorrere, ma una volta arrivati la fatica sarà ampiamente ricompensata: una doppia struttura con ospitalità di B&B nel primo edificio, e ristorazione nel secondo con due terrazze e intorno verde di prato e di bosco, in attesa dell’orto che verrà. Il tutto è moderno, pulito, colorato e piacevole. Ma le sorprese sono solo all’inizio. Non si fa pasta fresca (liscia o ripiena), non si fanno più (salvo su ordinazione) gnocchi e tigelle. Insomma per un posto vicino Bologna è una scelta inusuale e coraggiosa. In compenso per 20 euro (salvo acqua e caffè e vini) viene servito un menù di ben 7 portate, scritte ogni giorno alla lavagna, più o meno buone, ma nessuna è comunque banale e tutte complessivamente più che accettabili. Nel nostro caso ci sono piaciuti un pò meno il cuscus e la guancia, ma buoni i due primi con l’uovo che da solo valeva il viaggio. Per noi comunque non era una sorpresa, conosciamo Axel da tanti anni, ci ha seguito attraverso tanti eventi coordinandoci il backstage delle cucine di gara. Oggi lo ritroviamo qui con il suo progetto da portare avanti, con a fianco un altro amico, Enrico, e con Perla che li aiuta come può. Facciamo loro tanti auguri, perchè se lo meritano e pensiamo che il 99% di Voi condividerà il nostro consiglio.
Ultima raccomandazione: prenotazione ormai obbligatoria (è sempre pieno), aperto solo dal venerdì sera alla domenica a pranzo, bambini e cani accolti con grande piacere.