Ogni anno il premio di Italia a Tavola è un momento di incontro, di considerazioni sulla stato di salute della ristorazione e ovviamente anche di festa. I convegni hanno visto una partecipazione attenta ed attiva delle istituzioni, a cominciare dalla presenza del ministro all’agricoltura Centinaio che ha ricordato a tutti che è anche ministro con delega del turismo, il fratello minore spesso dimenticato. La festa ha goduto della perfetta scena che la Paggeria Medicea di Artimino è in grado di evocare e la presenza di tanti chef ha reso la serata godibile e piacevole.
Enrico Derflingher
A parte la cena Da Vittorio e il Convegno sull’accoglienza, altri momenti hanno riempito le due giornate del Premio IAT. Il lunch da Gritti, nel suo nuovo bel locale al primo piano con terrazza sul Sentierone, quindi in pieno centro della Bergamo bassa; poi il momento culturale all’Accademia Carrara con la visita del museo e la premiazione delle foto migliori del concorso organizzato sempre da IaT sulle fotografie del Food. Infine il convegno nel bel chiostro di Sant’Agostino a Bergamo alta: tecnologia e innovazione con numerose e qualificate testimonianze.
Premiazioni con i botti si potrebbe dire, sì perchè alla fine ci sono stati anche i fuochi di artificio per festeggiare la torta finale, una specie di compleanno per i 10 anni del Premio IAT. Un bel successo per Italia a Tavola che ha visto il suo sondaggio crescere vertiginosamente negli anni e sabato sera su questa bella terrazza della Cantalupa c’era veramente il fior fiore delle Associazioni e dei cuochi. Tra grandi prodotti e qualche ricetta ben studiata (tra quelle assaggiate ottimo il tonno di Ciccio Sultano e il glacier di Chico Cerea), è stata una serata veramente densa e per giunta allietata da un clima finalmente primaverile. Insomma Albero Lupini le ha azzeccate tutte, complimenti!
Un premio che è ormai un classico del calendario gastronomico. Dobbiamo dare atto ad Alberto Lupini di averlo fatto crescere con simpatia e semplicità, nonostante che quando si affrontano le classifiche le insidie sono ad ogni angolo. C’è sempre un Convegno ad aprire il Premio, quest’anno si è parlato di Turismo Gastronomico, ed i numeri impietosi hanno fatto vedere quanto l’Italia abbia perso per non aver puntato sul questo settore come avrebbe dovuto. Gran finale all’Otel, una location in periferia sud della città, con una carrellata di chef e prodotti di prima grandezza.
Il lunedì è sempre il giorno clou dove i personaggi più importanti della ristorazione entrano nell’arena, per ritrovarsi e farsi anche vedere. e’ il giorno dei grandi chef, è il momento di Bottura che chiude la mattinata del convegno con il suo messaggio: Il cibo è arte. Una breve sintesi che parte dal Rinascimento (il Polittico di Piero della Francesca) per arrivare ai giorni nostri e lanciare un messaggio: il nuovo Rinascimento italiano è in atto e si deve alla cucina italiana. Un messaggio forte, ottimista, che va oltre l’orizzonte dell’Osteria Francescana per farsi carico del fardello di tutti coloro che vogliono il meglio e operano al meglio. Un bel messaggio davvero, completato dal secondo round dedicato alla sala. Insomma tante buone parole, molti propositi, e tanto orgoglio: l’Italia della ristorazione ha mostrato i muscoli.
Nella bella sala Garden dell’Albergo dell’Agenzia a Pollenzo si è poi svolta la cena di gala della Selezione Italiana del Bocuse d’Or: benvenuto con varie sfiziosità firmate da Enrico Crippa e accompagnate dalle bollicine di Altalanga, l’antipasto (ottimo) di Orjan Johannessen con l’arneis del Consorzio del Roero, il risotto al Castelmagno con salsa al barbaresco del Consorzio firmato Piazza Duomo (ringraziamo anche Acquerello e Guffanti), la coscia d’oca glassata con spezie e zucca con il barolo del Consorzio firmata da Piazza Duomo (ringraziamo Metro per la carne), il cioccolato salato con cremoso di noccioli con il Moscato d’Asti in magnum del Consorzio firmato Perbellini con la piccola pasticceria accompagnata da caffè Lavazza e distillati Berta. Bella cena ad alto livello, sia per quanto servito, sia per il perfetto servizio, sia per la qualità degli ospiti presenti.
Secondo turno, altri giurati e sempre di altissimo profilo come Glowig, Genovese, Marcattilii, Piccini, Spigaroli, Valazza, Derflingher, Bartolini, Scarello, Ciresa, oltre ai soliti Crippa, Perbellini e Johannessen seduti al centro del palco. Un vero suoni e luci accampagna l’esibizione degli chef e soprattutto l’assaggio dei piatti da parte delle giurie. In gara nel secondo turno Riccardo Bassetti, Debora Fantini, Lorenzo Alessio, Leonardo Marongiu.
E’ un concorso originale, consolidato e di successo. Un’occasione per salutare amici e colleghi in modo informale e va dato atto a Gianni Mercatale, l’ideatore dell’evento, di saperlo portare avanti con arguzia perizia, quasi in punta di piedi, senza eccessivo clamore intorno. Abbiamo passato qualche ora in modo molto piacevole giudicando piatti di persone appassionate. Piatti quest’anno particolarmente centrati sul tema: cibo da spiaggia. E il ritorno sulla vera sabbia, dopo qualche edizione più comoda e raffinata, ha ridato all’evento il suo slancio un pò rustico, ma divertente e spontaneo che secondo noi è la formula più giusta. Bravo Gianni, come sempre.
Una serata all’insegna della Caritas, non solo per la raccolta dei fondi, ma anche per lo spirito che ha animato la cena. Protagonisti dovevano essere i cuochi ed in effetti lo sono stati, ma con loro è uscita fuori anche la voce di chi soffre e di chi ha dei gravi problemi. L’altra sera eravamo in tanti a Villa Glori, uno degli ostelli della Caritas, specializzato nella malattia Aids, circa 150 ospiti paganti che hanno versato un contributo generoso, almeno 50 tra volontari e persone che hanno contribuito con il loro lavoro alla riuscita dell’evento, una ventina di chef che hanno aiutato Alessandro Circiello in rappresentanza della FIC a preparare la pasticceria salata iniziale, i Fratelli Serva della Trota che hanno stupito i convitati proponendo un’elegantissima e buona carpa (che la più parte non aveva mai mangiato finora), e ancora Enrico Deflingher con il suo classico risotto dedicato alla Regina Vittoria, Marco Martini recente vincitore del Premio miglior Chef Emergente d’ Italia con il pollo alla diavola e infine Heinz Beck con un elegante preciso e impeccabile dessert al piatto. E c’erano anche i vini, quelli del Trentino, dalle bollicine di Ferrari e Rotari al muller thurgau di Villa Corniole, al Teroldego di Barone de Cles, per finire con l’interessante passito di La Vis. Un lungo applauso è andato a tutti questi protagonisti, ma anche agli ospiti dell’Ostello che hanno passato una giornata da ricordare. E ricorderemo a lungo anche noi, non solo i piatti ma i volti di chi vive combattendo la sofferenza e sa ancora sorridere.
Ricevere un premio fa sempre piacere e a Pisa, ancora di più: in una bell’atmosfera con un pubblico competente e discreto. Siamo in compagnia di ottimi professionisti del settore e la cosa è gratificante, e quindi ringraziamo l’Associazione dei Cuochi Pisani e Umberto Moschini di averci selezionato.