Prima il Piemonte (dove è nato e cresciuto), poi la Liguria (ai Balzi Rossi) ora è la Toscana del bellissimo Castel Monastero. Enrico Marmo è giovane, atletico, bravo e dimostra anche ottime doti di adattabilità dimostrando di aver assorbito il nuovo ambiente senza rinnegare le sue origine che affiorano qua e là. Merita davvero la visita di questo resort per la bellezza del contesto e la qualità dell’ospitalità che è di alto profilo. Bellissima e suggestiva è la Cantina, affascinante la piazzetta dove si serve in stagione la prima colazione. Forse l’ambiente meno coinvolgente come arredo è proprio il ristorante, ma a tener desta l’attenzione ci pensa per l’appunto lo chef. Una cucina moderna, piena di soluzioni tecniche che tengono alta l’asticella ma senza sconfinare nelle artificiosità inutili. Il percorso rimane piacevole con un inizio molto green, leggero e sfizioso, per poi procedere nella succulenza (scarola,animella e anguilla), nella maggiore complessità dei primi e dei secondi in giusto crescendo e non deludendo nemmeno nella parte finale, giustamente golosa. Cercando le pulci rileviamo un carpaccio di chianina un po’ salato e troppo sottile, un’anguilla un po’ troppo molle, dei pici un po’ troppo al dente. Ma sono veramente dei dettagli, mentre è molto più difficile scegliere il piatto migliore: forse gli ottimi tortelli, ma anche il delicato petto di faraona di Laura Peri merita una citazione.
Enrico Marmo
Il cuore di meditaggiasca è sempre il momento del Cooking Show. In sei edizioni sono passati tantissimi chef di grande valore e questa volta non è stato da meno, anzi! Inizia Marcello Trentini di Magorabin di Torino, ristorante stellato, riproponendo la ricetta della cena di beneficenza e un’altra ricetta che unisce Piemonte e Liguria: i tajarin alla pissaladiere. Luca Collami, altro chef della cena del sabato presenta una fresca insalatina di verdure cotte e crude con i muscoli, che saranno i protagonisti del nuovo format ristorativo che aprirà a Genova. Dal Monferrato, Locanda del Sant’Uffizio, importante e storica struttura dell’ospitalità, ecco Gabriele Boffa con un’insalatina piemontese alle taggiasche e un risotto ai 3 peperoni di bella presentazione abbinato ad un ottimo drink con il gin taggiasco ideato dall’estroso Emanuel Di Mauro del Soda di Alba. Dennis Cesco Resia è chef giovane e conferma la sua preparazione tecnica conun altro risotto al sedano rapa con rapa rossa fermentata. Enrico Marmo è il giovane chef piemontese che ha la responsabilità del rilancio dei Balzi Rossi, storico ristorante al confine. Le sue tagliatelle di riso ai gamberi e taggiasche si rivelano buonissime e funzionali. Conosciamo Christian Milone , altro chef stellato, fin dagli inizi, e lo troviamo più responsabile e maturo in attesa del suo nuovo ed ambizioso progetto che aprirà nel 2020. Si presenta con un originalissimo raviolo di cucurbitacea a crudo. Altro chef della sera prima è Simone Perata che colpisce con le sue teiere con le quali ravviva la spugna di taggiasche e conclude con il gelato all’oliva taggiasca con spuma di peperone. A chiudere prima Manuel Marchetta, del prestigioso nuovo 5 stelle di Sanremo, l’Hotel Miramare, con un elegante rivisitazione del brandacujun e un complicato ma buon predessert alla zucca. Chiude Jumoei Kuroda, uno dei pochi chef giapponesi stellati d’Italia (ai Buoi Rossi di Alessandria), con un bellissimo branzino in crosta di zucchine e fiore ripieno, e la cagliata con taggiasche e liquirizia.
Domenica 2 settembre saremo nuovamente al Convento di San Domenico a Taggia per la giornata tradizionale di Meditaggiasca: la mostra dei piccoli produttori di olio e di olive taggiasche e il cooking show degli chef. Dei produttori parleremo domani, ecco invece gli chef della domenica. Al mattino si ripresenteranno gli chef della serata del sabato di beneficenza: Marcello Trentini, Luca Collami, Simone Perata e Dennis Cesco Resia. Riproporranno la ricetta della sera prima e accanto un’altra ricetta pensata per l’occasione. A seguire un gruppo di giovani chef particolarmente interessanti: Jumpei Kuroda dei Buoi Rossi di Alessandria, è uno dei pochissimi chef giapponesi stellati d’Italia (gli altri due sono a Milano). Ormai naturalizzato conserva nel suo stile i ricordi del paese di origine che conferiscono una nota intrigante ai suoi piatti. Enrico Marmo ha raccolto la pesante eredità di un ristorante celebre come i Balzi Rossi di Ventimiglia che sta riportando con la sua cucina al successo di una volta. Unisce con sapienza estro e tecnica per realizzare ricette che sposano il mare della Liguria con i sapori del retroterra. Christian Milone de i Zappatori di Pinerolo è chef a noi assai caro. Dotato di grande creatività ed istinto sicuro, riesce a volte a sorprendere con delle soluzioni apparantemente semplici, e la stella Michelin ha giustamente premiato le sue capacità. Gabriele Boffa è un altro giovane chef di sicuro avvenire, già si è fatto conoscere, e bene, in un posto prestigioso come il Castello di Guarene, oggi è alla guida della ristorazione della Locanda del Sant’Uffizio a Penango, altro celebre ristorante che viene ora riportato nuovamente alla ribalta. Gode anche della consulenza di Enrico Bartolini, lo chef più stellato d’Italia. Chiuderà questa edizione di Meditaggiasca lo chef più vicino: Manuel Marchetta, del ristorante Mimosa del Hotel Miramare, il nuovo 5 stelle di Sanremo. Manuel è anche lui molto giovane, ma di sicuro assai capace e determinato a far conoscere questa nuova realtà della Riviera che vuole di certo puntare in alto anche da un punto di vista gastronomico. In sintesi un programma di tutto rispetto, una vera chicca per gli appassionati che cercano di capire dove sta andando la ristorazione italiana. Sarà quindi un vero piacere seguire le loro ricette, che avranno ovviamente l’oliva taggiasca al centro. Meditaggiasca, un evento da non perdere.
Festival della Gastronomia, gli eventi collaterali: Wine Net e Parmigiano Identity
Due importanti eventi collaterali hanno animato l’ultima giornata del Festival della Gastronomia a Milano: Wine Net e Parmigiano Identity. Wine Net è l’Associazione di Cantine Cooperative del Vino creata da Fabio Piccoli che idealmente rappresenta i vari territori vocati d’Italia dal nord alla Sicilia attraverso 6 cantine cooperative, decine di etichette, centinaia di produttori. Si sono presentati al Festival con le loro migliori etichette, ben illustrate dai rispettivi responsabili (Presidenti o Direttori) che le hanno spiegate al pubblico in abbinamento alle varie ricette degli chef. Altro evento collaterale: Parmigiano Identity. E’ la seconda volta che questi piccoli produttori sono stati con noi. Hanno avuto il piacere di far assaggiare le loro forme ai tanti ristoratori e albergatori convenuti per l’occasione. Crediamo e speriamo che sia stato un’ottimo e proficuo incontro per entrambe le parti.
Qui c’è tanta storia, sia quella ufficiale che inizia dai resti risalenti al paleolitico (e c’è anche un piccolo museo) a quelli di epoca romana (la via Julia Augusta), ma qui è stata scritta anche una pagina importante della storia della ristorazione italiana. Il merito in larga parte va a Giuseppina Beglia, che negli anni ottanta (e novanta, ed oltre) fece conoscere al mondo questo ristorante (Balzi Rossi, una struttura modernissima con terrazza che prese il posto del vecchio Restaurant Des Grottes) con la sua cucina ligure elegante che di certo non sfigurava di fronte ai tanti turisti che arrivano dai celebri ristoranti stellati della Costa Azzurra. Per tanti anni i Balzi Rossi è stato il miglior biglietto d’ingresso della rampante Italia gastronomica, perdipiù a cento metri dalla nazione più orgogliosa e titolata. Poi un declino e la chiusura, fino al passaggio di proprietà, che ha consentito una ristrutturazione e la riapertura. I nuovi proprietari vengono da lontano (da Mosca dove per altro c’è un altro Balzi Rossi che gode di ottima fama), ma hanno avuto il buon senso di richiamare Pina Beglia che è nuovamente quindi a casa. In sala è la figlia Rita, gentile e brava con accanto (anche nella vita privata) un esperto come Franco Baracca, maitre e sommelier. In cucina è da qualche tempo Enrico Marmo, giovane, nemmeno trentenne, esperienze importanti presso Cracco e Palluda. Ha una bella mano, fresca e contemporanea, e la lunga declinazione dei piatti ne conferma le doti. Piatti senza troppe sbavature, che puntano a valorizzare l’elemento primario. La linea più ligure trionfa negli ottimi stuzzichini iniziali e nei ravioli al prebuggiun, quella più classica con il foiegras, un delicato nasello, il piccione. Meno ci hanno convinto il crudo di seppia e un pagello fin troppo coperto, ed è buona anche la chiusura con dei golosi dessert. Il confine più gourmet del mondo annovera da una parte il Mirazur, dall’altra questo Balzi Rossi, in poche centinaia di metri.