Una nuova apertura è sempre un arricchimento e nel caso particolare sono tanti i motivi per i quali abbiamo apprezzato questo The Corner: la qualità dell’investimento, la location che fa vivere e scoprire un’area meno frequentata ma non meno bella della Capitale, l’atmosfera internazionale che si vive, la gradevolezza della veranda che sembra fatta apposta per ospitare momenti conviviali diversi, i prezzi che ci sembrano corretti e competitivi. Un posto di classe che ha anche l’ambizione di diventare un ristorante gourmet e non a caso è arrivato qui Fabio Baldassarre di ritorno dopo vari giri meneghini. Che Fabio sia bravo è fuori questione, l’ha già dimostrato in diverse sue avventure a Roma, a Milano, ma anche a Taormina e sul lago di Garda (Leflay resort) e qui ci attendiamo quindi qualcosa che sia di pari livello. Allo stato attuale abbiamo trovato una serie di piatti godibili, ma un pò semplici nell’impostazione, insomma se ce li avessero dati al Bistreet, l’appendice che affaccia sulla strada, sarebbero stati perfetti, ma nella elegante veranda del Corner siamo convinti che Fabio si possa esprimere a più alto livello una volta che il rodaggio sarà terminato (vedi pure la troppo essenziale carta dei vini).
Fabio Baldassarre
Il Trentodoc a Milano, l’eleganza e la finezza delle bollicine di montagna si uniscono ai piatti preparati da tanti chef. Da Pane e Acqua curioso e intrigante, alle vertigini dell’Unico, dal più tradizionale Liberty alla novità del Turbigo passando per il Cafè Trussardi dove troviamo fashion ma anche grandissima competenza: complimenti a Luca Cinacchi, giovane e bravo direttore di sala.
Unico, o quanto meno singolare
Unico davvero lassù all’ultimo piano con vista su tutta la città! E’ la Milano che ci piace, quella che guarda al futuro e lo fa anche con questo chef di origine romana che però sembra aver trovato qui la sua sistemazione ottimale. I coperti non sono pochi, la brigata è ampia e sostiene il ritmo della cena rispettando tempi e metodi. Il menù fila veloce insistendo molto sul pesce ma dandoci una cucina a largo spettro: accanto ai prevedibili stimoli mediterranei, ecco arrivare anche il rafano, la ricotta affumicata e altri sentori più nordici ben amalgati nella sequenza dei vari piatti presentati. Insomma Fabio ci sembra sempre più completo e maturo. I piatti migliori? per l’appunto due tra i meno mediterranei come gli gnocchi di rape rosse e lo straordinario merluzzo nero. I meno convincenti? il palamita e una pluma un pò troppo cotta e salata.
tra i cuochi forse no, ma per quanto riguarda appassionati, blogger e giornalisti, nel nostro settore la parità è ormai raggiunta. Tanta neve e tante donne in giro a Identità Golose che si conferma appuntamento irrinuciabile nonostante big snow (in realtà meno big del previsto). Questa volta ci siamo stati solo poche ore, perdendoci il Congresso, ma almeno quanto basta per un pò di saluti.
Quest’anno è arrivato qualche giorno in anticipo,un pò come la primavera. Con un’ora di meno di sonno, dovuta all’ora legale eccoci all’inaugurazione. Nuova formula, si inizia dalla domenica, una giornata che risparmia le file e quindi promette bene. Tanti vini,ma anche tanti cuochi. Qui sopra una composizione dello chef Pier Luca Ardito di Maso Franch nello stand di Cesarini Sforza.
Sul tetto come nessuno in Italia, Fabio Baldassare ha atteso due anni, ma ora può guardare tutti dall’ alto in basso. Pareti di vetro, cucina a vista, al centro un sensazionale tavolo pezzo unico che caratterizza la sala.
Alla prova più difficile per un ristorante che si trova a Milano, è cioè il risotto, Fabio ha superato se stesso e ci ha fatto assaggiare la sua convincente ricetta originale e intrigante. Un bell’acquisto per Milano questo umile e capace chef romano, e bellissimo l’ Unico, il ristorante dove opera.