Nuova etichetta di Gualdo del Re: un merlot in purezza da una particella vocata che si farà nelle annate migliori. Come risultato un vino elegante, di grande piacevolezza, non austero e bevibile. Viene presentato a Retrobottega un locale innovativo che abbiamo sempre amato, ma che ora, dopo un completo restyling, ci sembra perfino più bello e funzionale. Complimenti veramente a Giuseppe Lo Iudice, non solo per alcune scelte nei dettagli del servizio (la bella tavola, i bicchieri, le posate ecc..), ma anche per quanto assaggiato. Una cucina contemporanea ben pensata e realizzata, non banale, e sempre sufficientemente golosa, con l’unico appunto di qualche nota dolce di troppo nel complesso del menù.
Fabio Turchetti
Alla Famiglia Tipa dobbiamo uno dei più interessanti raggruppamenti di aziende vinicole d’Italia: Grattamacco, Colle Massari, San Griogio e Poggio di Sotto. QUest’ultimo detiene forse il record del più alto prezzo pagato in Italia per attaro di vigneto. Ma li vale tutti e la conferma anche l’altra sera, nella bella terrazza della Rinascente dove Riccardo Di Giacinto gestisce con successo il Madeiterraneo, che ha visto convenire tanti bravi colleghi romani.
Ogni anno Premiere, azienda specializzata nell’importazione e distribuzione di vini francesi, organizza all’Aminta, un bel resort a Genazzano, una giornata dedicata alle bollicine francesi. Bella gente, ottime bottiglie: Mario Federzoni, direttore di Premiere, è un profondo conoscitore dei vini francesi e dello champagne in particolare. E’ un piacere sentirlo parlare di questi vini, racconatare aneddoti e storie di questo affascinante mondo. ed ì anche un’occasione la degustazione di 6 annate storiche di Louis XV, la linea di prestigio di De Venoge, presente anche il direttore commerciale della Maison Franck Mayaud,, alla quale ha partecipato un gruppo selezionato di ospiti. Il tutto nel regno di Marco Bottega, una delle migliori cantine d’Italia per quanto riguarda la selezione di bollicine con quasi 400 referenze.
Winedo una nuova idea, una startup ideata e realizzata da un team di amici guidato da Lorenzo Contini e Fabio Pisi Vitagliano. L’idea è quella di conciliare la formazione e la ricerca con la vendita del vino, come dire il diavolo e l’acqua santa. Ma il web permette questo ed altro, ed in effetti il progetto si presenta bene anche perchè dietro c’è il fine palato di Luca Boccoli con altri nobili palati romani a sostegno, come Fabio Turchetti. Brindiamo con tre vini scelti dalla loro selezione e presentati dai rispettivi produttori, abbinati a finger food ben presentati della cucina del Musia. Due parole sul Musia, una splendida galleria d’arte su vari livelli. Alla base sono alcuni resti che si ricollegano all’antico Teatro di Pompeo (quello dove, la leggenda vuole, fu ucciso Giulio Cesare), e poi salendo le sale d’esposizione. Nei 1000 e più metri quadri c’è anche un piccolo ristorante e un wine bar.
Densa di contenuti la prima giornata di Cooking for Art: si fa fatica a stare dietro a tutti gli eventi. Dall’animata area della pizza dove si svolgono le esibizioni di pizzaioli famosi (da Piedimonte a Pappalardo, da Giancarlo Casa a Pino Arletto ed altri ancora) alle due cene che hanno visto la presenza di chef del calibro di Luigi Taglienti (del nuovo e già lanciatissimo ristorante Lume) e dei Fratelli Serva, una vera sicurezza per la loro affidabile e costante qualità. L’area del mercato, novità di questa edizione, ha visto la presenza di alcune tra le migliori botteghe di Roma che hanno qui proposto la loro migliore produzione anche per la degustazione immediata. Ma noi abbiamo più che altro vissuto il ritmo del palco principale dove si sono alternati chef ormai già ben conosciuti ma che con Emergente hanno trovato la loro prima notorietà. Oggi, dalle 12 alle 21 si replica con altri contenuti ed eventi. Inutile dire che Vi aspettiamo.
Si apre Cooking for Art con la prima sfida: 5 chef di Roma. Sfida infuocata soprattutto per il caldo torrido che penalizza tutti concorrenti e giurati. Ma è un vero piacere vedere con quanta capacità affrontano l’esame che non è semplice. In mezzora devono preparare una 40ina di assaggi di 2 ricette, una a tema libero, la seconda a tema obbligato: un, due, tre….pasta! cioè una ricetta di pasta con solo 3 ingredienti a parte la pasta, l’acqua e il sale. In gara veramente il fior fiore dei giovani chef roamni e alla fine vince Guseppe Lo Iudice, il bravo titolare di Retrobottega. il Premio Materia Prima della Confagricoltura va a Domenico Stile dell’Enoteca La Torre.
La nuova etichetta di Berlucchi conferma il percorso virtuoso che l’azienda sta percorrendo ormai da qualche anno. Il nuovo “nature” proviene dai migliori appezzamenti, 72 mesi di permanenza sui lieviti, potenza quindi ma anche tanta finezza e classe. Cristina e Arturo (sempre bravi modesti e simpatici) lo hanno presentato proprio prima di Pasqua al Pagliaccio, tutto riservato per l’esclusivo evento. Un menù di rispetto ha accompagnato lo spumante servito a tutto pasto, dove l’unica perplessità è arrivata dai gamberi rossi, da dimenticare.
Anche un hotel prestigioso come il Cipriani subisce il fascino della pizza. Il suo chef, Davide Bisetto, fresca stella michelin al ristorante Oro, scende nella Capitale per firmare pizze d’autore nella pizzeria più celebre di città: la Gatta Mangiona, che piano piano si avvicina al ventennale di onorata attività. Un Giancarlo Casa sempre in gran forma propone così una lunga serie di assaggi decisamente buoni che ha un gran finale: la pizza al radicchio e morlacco di grande intensità e nota piacevolmente acidulata.
Come si costruisce un “Domaine” in pochi anni? con tanti soldi, ma anche tanta passione e determinazione. Alla fine degli anni novanta ecco il Castello di Colle Massari, poi quasi subito arriva Grattamacco, una delle aziende più note di Bolgheri, acquisita da Piermario Meletti Cavallari, mentre molto più duro dev’essere stato convincere Piero Palmucci a cedere quel gioiello che risponde al nome di Poggio di Sotto. Complimenti quindi alla tenacia di Claudio Tipa (con la sorella Maria Iris) e grazie anche all’invito di Cristiana Lauro che aggiunge estro ed effervescenza all’incontro con questi grandi vini.
Un tempo qui c’era Metodo Classico, un bel locale di pesce, ora questo Bistrot che promette altrettanto bene. Ora è arrivato Kotaro Noda, chef di solida esperienza, ma siamo qui a provare il pranzo di Natale in doppia versione, tradizionale ad opera di Giovanni Milana chef di Sora Maria e Arcangelo famoso locale di Olevano Romano e la versione creativa di Kotaro. Tre i temi scelti: il bollito, la minestra di arzilla e il capitone. Per motivi di partenza ci perdiamo l’ultimo, forse il più interessante, ma riusciamo comunque a provare i primi due nella loro doppia interpretazione. Per carità, tutto buono, e gradevole, certo è che ci saremmo aspettati una tradizione un tantino più vigorosa e una innovazione un pò più rischiosa.