Alessandro Circiello ha curato l’aperitivo finger food accompagnato dai cocktails Velier, Cristina Bowerman ha pensato all’antipasto, poi Alessandro Cannata ha preparato il primo abbinato ad un “Rosso Mattone” delle Cantine Briziarelli, poi Gianfranco Vissani ha sfornato il secondo, servito assieme ad un “Pentro” Rosso Doc 2009 di Valerio Vini e Viti; chiude in dolcezza Filippo La Mantia con un’ insolita cassata accompagnata da un “moscato d’Asti” Docg 2010 Bera Vittorio e figli. E per chi avesse ancora un languorino Panettone Loison e Distillati Velier.
Filippo La Mantia
Questa è la foto finale della cena della Caritas dello scorso dicembre, quando tutti insieme abbiamo applaudito il coro natalizio e aperto il panettone. C’erano Mons Enrico Feroci, direttore della Caritas e in questa foto potete vedere anche Renata Polverini, Nicola Zingaretti (e fuori foto il sindaco Alemanno) assieme ai cuochi e ai tanti collaboratori di quella serata. La ripeteremo ovviamente anche questo anno, stasera alla Cittadella della Caritas alla Casilina.
Su iniziativa di Francesco Apreda (Imago di Roma) tantissimi cuochi stellati ( e non) si sono ritrovati sulla Scalinata simbolo della Capitale per vivere un momento comune e brindare ai 150 anni dell’Unità d’Italia. La ristorazione romana crediamo viva un ottimo momento, probabilmente non si è mai mangiato così bene negli ultimi 150 anni, è bene quindi farlo sapere in giro, e queste iniziative aiutano di sicuro!
Ritorno ai fasti del passato, di quando via Veneto era il centro di un certo mondo. 50 anni fa (circa) la Dolce Vita di Fellini, proprio come gli anni che festeggia Filippo La Mantia nel suo ristorante al primo piano dell’ Hotel Majestic.
Filippo La Mantia con l' assessore Tiziano Mellarini
Curiosa la serata organizzata dal Trentino a Roma: chi andiamo a scomodare per l’ occasione? Filippo La Mantia, non certo un consanguineo, ma il cuoco più in gamba a far parlar di se e di quello che avviene nel suo ristorante.
Una bella gara ha concluso l’ evento Siciliamo.
I primi commenti dei critici non sono positivi nel giudicare questa cucina sui generis, senza aglio, senza cipolla, senza uso di alcuna tecnica moderna (*), spesso mal presentata e confusa di ingredienti.