Che giornata l’altro ieri! Dominata da due Roger che amiamo. Il primo, Roger Federer, ha perso, dopo un lungo match che avrebbe sempre vinto nella sua luminosa carriera. Ma anche il Re ormai ha il diritto di essere stanco. Un altro famoso Roger è anche lui verso il tramonto, forse questo è il suo ultimo tour e non ce lo siamo persi. Siamo arrivati a Lucca verso le 7 di sera, e il primo pensiero in una serata rock, va alla banda di chef più rock d’Italia, quella del Giglio, dove non a caso troviamo una bella e agguerrita compagnia. Poi secondo brindisi, questa volta con la Campania, nella lounge di Fofò organizzata per l’occasione, che ringraziamo per l’invito. E infine eccoci all’arena. Un concerto da sogno, dove mi sono mancati solo i diamanti pazzi (shine on the crazy diamonds), ma che per il resto è stata leggenda. Da The gret gig in the sky a Time, dai Dogs a Money, pescando tra i celebri classici di The Wall e Dark Side of the Moon, con Us and Them (titolo non casuale del Concerto) come filo conduttore, per concludere con Comfortably Numb. Capolavori senza tempo, ma non solo musica. Il grande schermo riproponeva un florilegio di citazioni di Trump (agghiaccianti) mentre i pigs volanti si libravano nell’aria. Si ripete domani sera al Circo Massimo a Roma. Non perdetevi questo concerto, forse tra le ultime opportunità di sentire dal vivo la voce dei Pink Floyd, o almeno uno di loro. Grazie Roger.
Fofò Ferriere
Una professione che non deve morire quella del Banconista. Noi, grazie al contributo determinante del Consorzio del Parmigiano Reggiano che ancora una volta si rivela sensibile e attento a queste problematiche abbiamo organizzato il Premio al miglior Banconista proprio negli spazi (bellissimi) del Consorzio a FICO. Ieri si è svolta la gara con un bel successo sia per la qualità dei concorrenti che per i tanti giurati presenti. In gara: Lorenzo Cecchini di Cecchini Roma, antica e storica bottega della Capitale, Luciano Govoni de La Casa del Parmigiano di Faenza, da mezzo secolo o quasi in bottega, Gabriele Baldini della bottega di Franco Parola al Mercato Centrale di Firenze, un giovane preparato e disinvolto, Alessandro Giancola di Salumi e Formaggi di Giancola a Milano, gran ricercatore di specialità alimentari, Gian Filippo Cavalieri del banco del Romeo Chef&Baker di Roma, e Jayson Datu di HQF prodotti alimentari selezionati. In giuria giornalisti come Alessandra Meldolesi e Marco Colognese, ristoratori come Fofò Ferriere Piero Pompili e Max Poggi, imprenditori di botteghe famose come Leone Marzotto di Peck, Claudio Volpetti, Alessandro Roscioli, il Mercato Centrale di Firenze e altri ancora. La gara si è svolta in due momenti: le domande e poi il taglio del Parmigiano Reggiano. Alla fine il verdetto è stato chiaro e si è espresso in due premi: premio alla Carriera a Luciano Govoni, protagonista di valore nell’arco di mezzo secolo, un personaggio che con continuità ha saputo conservare intatta la sua giovanile passione. Premio assoluto ad Alessandro Giancola, che unisce conoscenza a grande capacità di coinvolgimento. Ma complimenti anche agli altri concorrenti che hanno dimostrato ognuno nel suo genere, che il mestiere del banconista è vivo e d ha ancora molto da dire e fare. Un ringraziamento finale al Consorzio del Parmigiano Reggiano: è sempre bello avere degli sponsor, ma ancora di più avere dei partner intelligenti capaci di seguirti nell’avventura.
Sara Guastalla del magnolia di Forte dei Marmi, e Alberto Faggi del Palagio di Firenze sono i due vincitori di Emegente Sala centrosud. Menzione di merito a Gianmarco Iannello, migliore nel trovare gli errori di una carta dei vini. Questo il verdetto al termine della lunga giornata che ha visto sfidarsi 7 concorrenti dal mattino a metà pomeriggio attraverso le due prove, di teoria e di servizio al pranzo. C’è stato davvero molto interesse attorno a questa competizione che vuole attirare l’attenzione su un tema così ancora poco trattato come quello della sala. torneremo sull’argomento, per ora ringraziamo i tanti che hanno sostenuto questa iniziativa, in primis la Famiglia Cecchi, vini toscani ed umbri e anche un ottimo olio, il caffè Kimbo con le sue simpatiche “cuccume” che hanno dato un tocco di napoletanità ed allegria, Marta Enrica e Dominga Cotarella, le tre bravissime sorelle che stanno dando vita ad IntreCCCi, una scuola di alta formazione della sala e che hanno donato ai vincitori una borsa di studio, l’olio De Carlo, Giuseppe Di Martino del Pastificio dei Campi, sempre prezioso con i suoi suggerimenti, i tartufi di Toscobosco, l’acqua San Pellegrino, e altri ancora. Grazie all’ospitalità squisita della famiglia Pagano proprietaria dell’albergo e dell’azienda San Salvatore, a Raffaele Barlotti con le sue squisite mozzarelle, a Luciano Pignataro grande voce del sud e anche di questo evento, e infine a Barbara Guerra ed Albert Sapere ideatori di LSDM, un piccolo grande evento.
Ultima puntata all’Expò a parlare di olio e salute. Una tavola rotonda organizzata da Vincenzo Russolillo con Fofò Ferriere alla presenza del Presidente del Parco del Cilento e con il Consorzio dell’Olio e i suoi produttori. Una chiusura all’insegna dei buoni sapori mediterranei. Ciao Expò, è stato bello!
E qui riproponiamo alcune immagini dell’ultima giornata, sicuramente la più densa di emozioni, con le premiazioni dei ristoranti meritevoli del centrosud (e ringraziamo veramente i tanti ristoratori arrivati anche da lontano), e poi la finale del Premio miglior Chef Emergente d’Italia 2015. Come sapete Olvier Piras dell’Aga di San Vito Cadore ha vinto su Gianfranco Bruno de La Masseria del Falco di Forenza e su Nikita Sergeev de L’Arcade di Porto San Giorgio. Ancora complimenti a loro e penso sia interessanti rivederli in queste foto.
Un bel duetto quello di Cristian Torsiello e Antonio Petrone (due tra i migliori chef giovani della Campania) sul palco del cooking show organizzato nella Certosa di Padula. Due bei piatti e ci dispiace che di quello di Cristian, carciofo su crema di alici, bello e buono, non abbiamo la foto. Anche l’assessore regioanle, Pasquale Sommese, è intervenuto e il piccolo evento ha avuto quindi anche un importante presenza istituzionale.
Dieta Mediterranea significa pure pane verdure e olio, purchè ovviamente siano ingredienti al top. Ed ecco il pane di Caselle presentato da Michele Croccia imbottito di verdure del suo orto, e poi Vito de Vita che ci presenta altro pane di grani antichi con anche lui verdure servite in bella composizione. Con gli ideatori dell’evento Tiziana Bove Ferrigno e Vito Amendolara, e gli organizzatori Vincenzo Russolillo e Fofò Ferriere brindiamo con il recuperato vino della vigna della Certosa, un aglianico fresco dalla vena acida.
Ed ecco i piatti dei 7 chef che hanno partecipato a questa giornata. Ricordo che il piatto di pasta è stato improvvisato al momento nelle cucine di Casa Sanremo con gli ingredienti reperiti nella cucina, mentre il il piatto di carne o di pesce era quello ideato ai fini di un possibile Concorso.
Aspettando il Bocuse d’Or: una giornata trascorsa con un gruppo di giovani chef desiderosi di confrontarsi nel più importante e difficile concorso di cucina al mondo. Un percorso che dura due anni attraverso tre fasi: la Selezione italiana che avverrà entro fine anno, la Finale Europea a Budapest maggio 2016, la Finale Mondiale a Lione gennaio 2017. Con Giancarlo Perbellini, Presidente del Bocuse d’Or Italia, stiamo verificando supporti e adesioni e terremo informati gli appassioanti e gli operatori con aggiornamenti sull’evoluzione di questa operazione. A Sanremo, nella piacevole atmosfera che si respira durante il Festival, i ragazzi si sono prima ambientati osservando con curiosità la Vip Lounge, poi hanno preparato ognuno due ricette. Una, improvvisata, di pasta De Cecco (sponsor di questa giornata), una finalizzata allo spirito del Concorso. Non era una gara, non c’era una giuria, ma tutti i piatti sono stati analizzati e commentati in diretta e crediamo sia stato molto producente e funzionale per tutti i presenti che hanno potuto valutare l’impegno e la preparazioni di questi giovani e validi cuochi.
La gara vera e propria è oggi, ma ha avuto ieri un anticipo. I vari concorrenti si sono potuti ambientare, hanno cucinato un piatto di pasta che non è stato giudicato, ma è servito a farsi conoscere dagli esperti presenti (giornalisti, fotografi, food designer, chef famosi) che erano lì per fare domande, ma anche aiutarli. Quello che ha colpito la passione comune a tutti, ma anche la personalità e il carattere che li differenzia. Praticamente cinque modi di intepretare la professione. Ma, come ha giustamente sottolineato Fabio Tacchella, al Bocuse d’Or non vincono forse i migliori, ma quelli più diligenti regolari e precisi. Vedremo oggi cosa accadrà.