Grazie all’amico Roberto Tosca, instancabile viaggiatore goloso, arriviamo in questo nuovo locale, semplice ma ordinato, che nel primo spazio propone una pregevole pizza, opera di Massimiliano Coppola, ma poi si apre in un secondo spazio con tavoli ben distanziati che svela maggiori ambizioni. Sono tutti giovanissimi sui 25 anni, i due titolari: Francesco Bertolini e Lorenzo Griselli in cucina con il loro aiutante Mattia Massari; mentre in sala il lato femminile: Deviola Sula con Sara Cappelli. Siamo sul retro di Cantine Lunae e ci raggiunge a tavola Diego Bosoni, con il quale brindiamo al nuovo anno e ai suoi ottimi e freschi vini. Venendo ai piatti, seguiamo la proposta del menù “astratto”. L’ispirazione pittorica è evidente, il rosso prevalente e tra ribes melograna e rape rosse non manca di ravvivare l’estetica, a volte troppo punteggiata. Manca qua e là qualche equilibrio (polpo asciutto sotto la spuma fluida, le carni troppo nappate, il dessert debolino), ma se dovessimo dare una valutazione avendo come parametro l’età loro schizzerebbero verso l’alta classifica. Come dire, venite a trovarli e seguiteli nella prevedibile ascesa.
Francesco Bertolini
A Rachelle e Omar Capparuccini dobbiamo uno dei più accoglienti ed eleganti ristoranti della Capitale, in un’area ad alta densità ristorativa, che conserva comunque il suo fascino nonostante la massiccia invasione dei turisti. Qui si scopre un’oasi di eleganza quasi d’altri tempi per la ricchezza dell’arredo e le buone maniere. Drappeggi, prospettive, imbottiture e luci ad hoc accompagnano dall’entrata il cliente facendogli scoprire ambienti diversi che si contendono la palma del più elegante fino a quando non si scoprono le due semi alcove dove, se siete una coppia, è obbligo prenotare. A questo punto ci potrebbero servire anche la “merde” (ci si perdoni il francesismo, ma la patronne è francese), e staremmo bene lo stesso seduti comodamente su queste fini poltroncine che riprendono le tappezzerie delle pareti, specie dopo il buon Franciacorta che subito ci viene offerto (una ricca scelta di Krug apre la carta dei vini). In cucina comunque c’è un cuoco volenteroso, che si dà da fare con una carta molto ampia e con uno stile un pò ridondante e a volte datato che magari è in linea con le belle maniere un pò d’antan che ci circondano, ma che noi gradiremmo forse più spontaneo, fresco e leggero. Il piatto migliore? dei buoni tortelli di stracotto. Il peggiore? una spigola spenta in una pesante crema di patate.