Una giornata in plein air fronte mare ad assaggiare ben 20 ricette di 20 chef con 20 oli diversi e 20 Franciacorta con in quali brindare. Una giornata impegnativa? Alla fine è stata invece piacevolissima grazie proprio al contesto e al meteo favorevole. La Rotta del vino e dell’olio è un evento ormai consolidato. Eravamo andati anni fa, e ci siamo ritornati su invito di Aldo Fiordelli che ora ne cura il coordinamento. E’ un evento che piace a tutti, agli chef che ne approfittano per passare una giornata fuori dal quotidiano, alle barche che vvino un momento di gran festa, al pubblico che segue. Venendo alla parte gastronomica è stato alto il livelli di quanto realizzato, anche se molti chef hanno scelto ricette poco rischiose, privilegiato crostacei nobili, esagerato nell’estetica (l’impiattamento è stato finito a terra e questo secondo noi andrebbe vietato dal regolamento).Alla fine la giuria ha decretato i vincitori: Stefano Terigi de Il Giglio di Lucca, miglior piatto in assoluto e per l’abbinamento con il Franciacorta (Contadi Castaldi); Jaun Quinero di Poggio Rosso per la combinata (piatto+barca); Marco Cahssai di Atman premio della critica. Un giudizio che premia tra l’altro i due chef vincitori delle ultime edizioni di Emergente (Terigi e Quintero).
Francesco Bracali
Una bella location, all’aria aperta (ideale con questo caldo) tanti prodotti e tanti chef in azione per raccogliere fondi per la charity. Capolavori a Tavola è un bell’evento che attira l’attenzione di tanti sul Casentino, una delle aree più interessanti d’Italia sia pe ril paesaggio che da un punto di vista gastronomico. Simone Fracassi lo anima con misura ed estro e sono tanti gli amici che vengono anche da lontano per partecipare a questa gioiosa kermesse.
Per noi è un grande classico, e ci fa piacere visto che Luca e Francesco li abbiamo visti giocare in cucina (che era piccola e sul retro), quando erano bambini. E poi sono cresciuti e con loro il locale, nato come osteria per i cacciatori ed ora diventato esclusivo ed elegante (con prezzi di riguardo). La sala è classica, elegante, formale come il servizio che offre a Luca l’occasione di mostrare la sua grande conoscenza dei vini, in specie quelli della zona, dove riesce a trovare piccole chicche poco conosciute. Francesco in sala risponde con altrettante classicità, appresa girando soprattutto in Francia e poi evolvendosi ma restando sostanzialmente fedele alle sue radici. Il piccione non manca mai, ed è sempre buonissimo come i tortelli. Quest’anno la lode va ai due antipasti soprattutto alla bella “estate” dai sapori pieni e precisi. Il piatto meno convincente è una fin troppo delicata pasta fresca ai piselli, mentre si chiude bene con una bella selezione di formaggi e un buon dessert al caffè (buona anche la pasticcieria ma di trama un pò comune, più da negozio che da ristorante).
Due eventi, il Forum e i Capolavori a tavola e quindi doppio risultato. Il parco (grande e bellissimo) del Borgo a Corsignano viene quest’anno completamente coinvolto e tra prodotti (formaggi, mortadella, prosciutti ecc..) chef (una ventina) e dessert (a bordo piscina) la cena diventa una maratona golosa dove è impossibile assaggiare tutte le proposte. Però la serata è piacevole anche per il bel tempo, la temperatura perfetta, gli spazi consentono di evitare code e resse, e tra un brindisi con le bollicine di Ferrari e il ciaccino di Menchetti si chiacchera amabilmente con tanti chef venuti da lontano. Un capolavoro di serata.
E’ il momento più atteso della Festa a Vico, la cena dei grandi chef, e qui in effetti non mancano. Divisi in tre turni, gli aperitivi in terrazza, 7 piatti serviti ai tavoli e gran finale dolce di nuovo in terrazza. Anche se tutto è collaudato da anni, non è certo facile organizzare queste cene, ma ormai Gennaro si supera ogni anno. 7 piatti serviti in meno di due ore per 250 coperti (con un livello più che soddisfacente, anzi decisamente alto). Ma la cosa migliroe è il senso complessivo di serenità, di voglia di esservi e non di apparire. Insomma alla fine sono tutti contenti, gli chef che si sono sbattuti e non di poco, il servizio, gli sponsor e anche il pubblico pagante (ma il ricavato va tutto in beneficenza) che ad ogni edizioni sono sempre in numero maggiore.
Ed ecco qui le immagini della Finalissima del Premio Emergente con la sequenza dei 5 concorrenti con i loro piatti. Ricordiamo che ognuno doveva fare un menù di 4 portate partendo da zero e avendo 5 ore di preparazione e 45 minuti per il servizio. Non è facile e per farlo più difficile abbiamo introdotto per la seconda portata la mistery box che in questo caso aveva la pasta del pastificio dei Campi, il parmigiano reggiano del Consorzio, l’olio d’oliva di Olitalia, le coppiette di maiale, l’ananas e altri prodotti minori.
Arrivo a Vico in pieno svolgimento della cena dei big, cioè gli chef famosi. Mi perdo il giro degli aperitivi, ma in tempo per i piatti al tavolo. Cena troppo lunga? di sicuro, ma c’è anche da dire che si raccolgono i soldi per beneficenza e bisogna coccolare chi aiuta il prossimo. Tanti i piatti, in genere molto buoni, che iniziano subito con l’ottima trota di Berton. E in parallelo si anima la terrazza a mare ed è lì che fino a notte fonda si svolge la vera Festa.
Il Summit si chiude per noi con la più bella serata che si potesse organizzare e quindi ci complimentiamo con Rosario ed Aira (instancabili organizzatori), con gli oltre 40 chef che hanno contribuito all’evento, e con lo staff del Marquis che ha realizzato il tutto con grandissima professionalità. Un centinaio i prodotti in assaggio, tra formaggi affettati ecc, una diecina i vini, tante le ricette degli chef, e anche la pizza presente, come la carne di Fracassi. Presente l’ambasciatore d’Italia qui a Dubai ed altre autorità, la festa ha avuto un ritmo veloce e piacevole, si è animata con le premiazioni, rilassata con la musica, ha mostrato lo stato di salute della cucina italiana anche in trasferta ad oltre 500 invitati di riguardo. C’è da esserne fieri. Ancora complimenti a tutti e in fondo anche a noi che abbiamo dato un piccolo contributo a questo bell’evento.
Ci veniamo da 30 anni, allora c’era la generazione precedente umile e disponibile, deliziosa e piena di calore. Oggi i due fratelli Luca (in sala) e Francesco (in cucina) continuano la storia di questo storico locale, e diciamo subito che non hanno avuto vita facile per le varie avversità della vita, ma hanno lottato e portato questo locale al traguardo delle due stelle michelin, meta ambitissima da tanti. Noi continuiamo regolarmente a frequentarli (avendo una piccola casa in Maremma poco distante) e quindi, forse, abbiamo un debole per loro anche perchè Luca e Francesco li abbiamo visti praticamente nascere e crescere. Luca ha messo a punto una sala molto formale dove il servizio del pane e dei formaggi potrebbe essere preso come esempio, per non parlar delle chicche che riesce a trovare tra le etichette locali. Francesco è uno di quegli chef che non concepisce la ricetta facile e immediata, Lui parte da un’idea e intorno construisce un mondo di sapori, sfumature, colori, tonalità sensoriali fatto di mille ingredienti. Un percorso non facile che richiede grandi doti e conoscenze tecniche ed una brigata che poi riesca a realizzare il pensiero che è alla base. In genere il risultato è centrato, a volte è straordinario, a volte solo buono ma (secondo noi) non paga l’impegno profuso, però è difficile rimanere indifferenti e non portarsi a casa un’emozione: questa volta per noi è stato il piccione.