Foodexp è ormai un evento consolidato grazie alla tenacia di Giovanni Pizzolante che è riuscito a mantenerlo anche durante la pandemia. Questa speriamo sia l’edizione della ripartenza e cade al termine di una stagione che ha premiato il Salento con un’affluenza record.
Si parla un pò di tutto, ma con un omaggio alle categorie che più hanno sofferto e a coloro che si sono distinti per come hanno saputo reagire al blocco e all’emergenza. A seguire una conversazione con Alessandro Pipero, sempre acuto osservatore della ristorazione e dei suoi problemi. Infine una cena di gala, al tavolo con due ex emergenti di eccezione: Paolo Griffa e Francesco Brutto, e anche con due grandi professionisti del Geranium di Copenaghen: Virginia Anne Newton e Mattia Spedicato.
Francesco Brutto
LSDM edizione 2020, cambia pelle e si rinnova ma non dimentica i giovani in cucia e in sala.
Torna l’appuntamento con LSDM, il congresso internazionale di cucina d’autore quest’anno è in programma il 2 e 3 Ottobre al Savoy Beach Hotel di Paestum (SA) e girerà intorno ai temi di sostenibilità, etica ed estetica.
Tante le novità, ad esempio non ci saranno i consueti cooking show che hanno accompagnato le edizioni precedenti, stavolta infatti i cuochi verranno impegnati in dei “tavoli di lavoro”. Una scelta che ha uno scopo ben preciso, quello di valorizzare gli aspetti culturali e umanistici dell’alimentazione in modo da comprendere ogni aspetto che si nasconde dietro la realizzazione di un piatto, andando oltre la semplice tecnica messa a punto dal singolo interprete. Saranno presenti come sempre chef di calibro internazionale, giovani promesse ed esperti di cucina ma anche numerosi studiosi e professionisti del settore proprio per intraprendere un approccio in qualche modo “diverso” al mondo del cibo. Inoltre, per la prima volta LSDM 2019 sarà un evento completamente eco-friendly, con l’uso di soli materiali riciclabili e plastic free, un’iniziativa da cui prendere spunto in questo momento di estrema urgenza ambientale. Tanti gli ospiti che prenderanno parte alla kermesse come Cesare Cunaccia, giornalista e trendsetter, Marco Malaguti, esperto di nutraceutica, Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione, Nicoletta Poliotto, specialista in food marketing e tanti altri.
Stavolta la novità grossa c’è, anzi forse due. La positiva è il nuovo 3 stelle, Norbert Niederkofler del St Hubertus, nessun commento se non positivo per la qualità, spessore anche etico del personaggio. Curiosità, con la vicinissima Siriola (seconda stella) San Cassiano diventa la frazione (500 anime) più stellata al mondo. E a proposito di Siriola, ci complimentiamo con Matteo Metullio, a suo tempo vincitore di Emergente Chef, arrivato al traguardo della seconda stella. Altri emergenti che ce l’hanno fatta quest’anno: Francesco Brutto, Davide Pezzuto, Adriano Baldassarre e appunto Alessio Longhini, che, coincidenza, è anche per la guida Touring Giovane Chef dell’Anno, o meglio Top Domani nel nostro lessico.
La nota negativa? ovviamente chi ha perso la stella, soprattutto i due che sono passati da due a una, due chef famosi come Claudio Sadler e Carlo Cracco. Il primo l’ha presa un pò male, è un grande professionista e vedremo come sarà la sua reazione sul campo. Il secondo è alla prese con un grande progetto (anzi due) e la risposta sarà ancora più visibile.
Noi ci teniamo agli chef giovani e li sosteniamo soprattutto quando sono bravi, come in questo caso, e sono aperti verso il mondo ed i confronti, e loro: Andrea Giuseppucci e Francesco Brutto, sono qui a dimostrarcelo. Così eccoci l’altra sera ad Eataly (che è sempre un bellissimo spazio) in questa cena a 4 mani, con anche Chiara Pavan (che è il braccio destro di Brutto a Venissa). Conoscendoli bene ci aspettavamo note intriganti e siamo stati ben ripagati. Inizio esplosivo con la falsa tartara (di anguria, geniale) e un rotolo di seppia che sprizzava energia. Poi ottimi e sempre vibranti gli spaghetti di Andrea, un pò coperti i tortellini di Francesco. I due piatti forse più coraggiosi erano i due secondi, ma forse alla fine anche quelli secondo noi meno riusciti, con la melanzana un pò troppo cruda e il rombo non ben amalgamato con gli altri ingredienti. Buon finale con il dolce di Andrea. In sintesi, bravi, coraggiosi, e sempre con il sorriso. Come anche noi che ci siamo divertiti con questi assaggi.
Ed ecco le immagini della giornata più importante, quella delle varie finali. In tre aree differenti si sono sfidati i finalisti della pizza, gli chef under 30 sul palco e i professionisti under 30 della sala nel ristorante Lume. Contemporaneamente si è svolo l’importante appuntamento di Parmigiano Identity con ben 10 produttori presenti, e i lunch dedicati alle aziende del Consorzio del Morellino con presente Fabio Piccoli. QUindi una giornata articolata e movimentata arricchita dalle premiazioni della Guida del Touring Club Italiano per le migliori strutture del nord d’Italia. Una lunga sequenza di contenuti, di ricette interessanti. I finalisti in cucina si sono confrontati con la “mistery box” e hanno dovuto improvvisare le loro ricette. Alla fine ecco i vincitori. Per la Pizza: Niccolò Serradei di O Fiore Mio e Indrit Haraciu di Berberè. Per la Sala: Luis Diaz del Seta del Mandarin e Carmilla Cosentino della Rei del Boscareto. Per gli chef: Michele Lazzarini per il nordest, Davide Caranchini e Stefano Bacchelli ex-aequo per il nordovest.
Ed ecco qui le immagini della Finalissima del Premio Emergente con la sequenza dei 5 concorrenti con i loro piatti. Ricordiamo che ognuno doveva fare un menù di 4 portate partendo da zero e avendo 5 ore di preparazione e 45 minuti per il servizio. Non è facile e per farlo più difficile abbiamo introdotto per la seconda portata la mistery box che in questo caso aveva la pasta del pastificio dei Campi, il parmigiano reggiano del Consorzio, l’olio d’oliva di Olitalia, le coppiette di maiale, l’ananas e altri prodotti minori.
La miglior finale di sempre testimonia la crescita del talento dei giovani chef, e premia la maturità di Ciro Scamardella che con simpatia, un pizzico di umiltà, indubbie doti tecniche, ha saputo convincere la giuria. Il suo piccolo menù servito ieri sera si è dimostrato complessivamente il più equilibrato, convincente, senza per questo essere banale o piacione. Ma anche gli altri hanno sorpreso per doti e capacità: da Marcello Tiboni (Locanda Walser di Riale Formazza) che ha ben giostrato con i sapori delle sue montagne a Francesco Brutto (Undicesimo Vineria di Treviso) sempre originale e audace con le sue foglie erbe ed accostamenti imprevedibili; da Giuseppe Lo Iudice (Retrobottega di Roma) il più abile a fare ottime cose con pochi ingredienti a Isabella Potì (Bros di Lecce) che unisce grazia precisione ed eleganza a soli 20 anni! Insomma una finale da incorniciare. Ma torniamo a compimentarci con Ciro Scamardella, 28 anni, sous chef di Roy Ceceres a Metamorfosi di Roma che con una “fresella” intrigante e composita, e dei “ceci e baccalà” in versione innovativa ed elegante, ha convinto la giuria composta da Guido Barendson, Gianfranco Vissani, Giuliano Baldassarri, Riccardo Monco e Francesco Bracali.
Densa di contenuti la prima giornata di Cooking for Art: si fa fatica a stare dietro a tutti gli eventi. Dall’animata area della pizza dove si svolgono le esibizioni di pizzaioli famosi (da Piedimonte a Pappalardo, da Giancarlo Casa a Pino Arletto ed altri ancora) alle due cene che hanno visto la presenza di chef del calibro di Luigi Taglienti (del nuovo e già lanciatissimo ristorante Lume) e dei Fratelli Serva, una vera sicurezza per la loro affidabile e costante qualità. L’area del mercato, novità di questa edizione, ha visto la presenza di alcune tra le migliori botteghe di Roma che hanno qui proposto la loro migliore produzione anche per la degustazione immediata. Ma noi abbiamo più che altro vissuto il ritmo del palco principale dove si sono alternati chef ormai già ben conosciuti ma che con Emergente hanno trovato la loro prima notorietà. Oggi, dalle 12 alle 21 si replica con altri contenuti ed eventi. Inutile dire che Vi aspettiamo.
Ed ecco alcune immagini della gara. Penso siano belle, ma è difficile trasmettere la grande bellezza del contesto, la serenità del tramonto, la magia delle luci, la vivacità delle scintille, il tempismo dei cooncorrenti che hanno rispettato perfettamente i tempi di preparazione e servizio (ben 18 concorrenti in meno di tre ore!). grazie veramente a tutti per l’impegno e la professionalità dimostrata. E non era facile cucinare in così poco tempo senza aiuto delle attrezzature praticamente radici ed erbe.
E tutti gli chef al mercato che abbiamo approntato per loro: radici fresche, verdure, frutta di stagione, erbe aromatiche e selvatiche, con le confezioni di Roots e di Pasta del Pastificio dei Campi. Ognuno ha la sua cassetta e “fa la spesa” che viene poi regolarmente pesata. E nel frattempo arriva la giuria, pian piano, nomi famosi ed eccellenti del meglio della ristorazione toscana e non solo. Finita la spesa secondo il sorteggio ogni cuoco entra nel backstage, troverà solo un tavolo e dell’acqua bollente, niente elettricità, solo coltelli e tagliere. Ognuno avrà un’ora e poi un’altra ora all’esterno alla postazione del barbecue per finire la ricetta e servirla alla giuria. Brindisi e si parte.