Sorprende il locale di Daniela e Franco Franciosi (fratello e sorella) per gli ampi spazi, l’arredo lineare, la pulizia. Sembra quasi di stare nel Trentino, ma l’orto sul retro ci riporta ad Avezzano. Praticamente autodidatta con tanta passione e cultura Franco si è avvicinato solo negli ultimi anni alla ristorazione, ma poi l’ha presa sul serio e con impegno ha cercato di fare un locale professionale con una proposta attraente. Direi che l’impegno è ben ripagato dalla qualità del contesto e di quello che propone: una serie di piatti corretti, costruiti con semplicità quasi didascalica, che sarebbero ben oltre la sufficienza se non fosse per un livello di sapidità sopra la media. Si apprezza nel tutto la pulizia del piatto, il giusto dosaggio dei vari ingredienti, senza eccessi di manierismo e protagonismo. Manca ancora la corrispondenza con il territorio e i suoi tanti prodotti e forse una sua lettura fatta con maggiore originalità, rischiando magari di sbagliare ma guadagnando qualcosa a favore della spontaneità della proposta. In sintesi un locale già tutto da raccomandare, ma che forse ci potrà dare anche soddisfazioni maggiori. Ultima lode alla carta dei vini, o meglio agli appunti dei vini, tutta da leggere. In cucina con Franco è Francesco D’Alessandro già visto (e bene) ad Emergente, in sala con Daniela i giovani Paolo e Giovanna.
Francesco D’Alessandro
La giornata conclusiva è ovviamente quella più importante, ci sono le finali e si chiude con quella più importante: il Premio al miglior chef emergente. La seconda giornata della Finale consente che due ingredienti siano portati da casa, ma gli altri, almeno due, siano reperiti in loco, cioè tra gli espositori dell’evento. Vince meritatamente Stefano Terigi (ristorante Giglio di Lucca) che convince con la sua originale ricetta di yogurt e meringa tra il dolce e il salato, e molto bene anche Stefano Bacchelli (Da Vittorio a Brusaporto) sempre preciso, pulito e altamente professionale. Ma ottima figura la fanno tutti, considerando anche la giovane età e il non semplice compito che hanno dovuto affrontare.
Sette finalisti, 3 dal nord, due dal centro e due dal sud: è un’Italia percorsa in lungo e largo e rappresentata dall’Alto Adige (Michele Lazzarini) alla Sicilia (Ivana De Leo, unica donna ancora in gara). La finale è sull’arco di due giornate. Nella prima i concorrenti devono affrontare la “mistery box”, una prova impegnativa perchè in pratica azzera il peso delle materie prime, che spesso fanno la differenza in una ricetta, che sono infatti uguali per tutte. Ma non tutti scelgono le stesse cose e questo è il lato bello della cucina. Quest’anno la “mistery box” era affidata a la Marr, che è stata generosa, con un’ampia scelta di ingredienti dove i concorrenti potevano liberamente scegliere con un unico ingrediente obbligato: il baccalà.
Ultima selezione con ben tre regioni rappresentate. In campo: Francesco D’Alessandro di Mammarossa ad Avezzano, Edoardo Massari de L’Arca ad Alba Adriatica, Donato Martella del Capriccio di Vieste, Solaika Marocco de Il Primo a Lecce, Emanuele Strigaro di Palazzo Foti a Crotone. Una gara combattuta ed equilibrata, e alla fine vincono i profumi dell’orto di Mammarossa ad Avezzano presentati con giusta misura e ottimo sapore.