Un bel progetto davvero quello sta nascendo in Valpantena! L’avevamo già capito dal formidabile lavoro di comunicazione che era stato fatto, ma certo girarci dentro di persona è ben altra cosa. La cura dei dettagli, del giardino, dell’orto concentrico, della bottega e della sala del ristorante è stato veramente notevole. Ed ancora dobbiamo vedere le camere (per fine anno) che completeranno il gran recupero di Villa Balis Crema posta in alto sopra Grezzana. L’unica cosa che la comunicazione non era riuscita a trasmettere ed è quindi stata una vera sorpresa è chi ha pensato e sta realizzando il tutto: Diego Zecchini, imprenditore non solo capace e con le spalle salde (visto il notevole impegno economico del recupero), ma anche simpaticissimo, una di quelle persone che lasciano il segno e che vorresti sempre come amico. Al mattino la colazione nella Bottega è calda, coccolosa contornati dai bei prodotti esposti e da una magnifica selezione di formaggi del posto, la sera la cena è di gran qualità. D’altronde ai fornelli è Giacomo Sacchetto, lunga carriera (anche se è sempre giovane) con due grandi chef come Perbellini e Niederkofer, e qui ha a sua disposizione una brigata corposa di valore (citiamo almeno i sous chef Alberto Andretta e Nicola Bertuzzi e il pasticciere Davide Tarenghi con la sua giovane a brave assistente). Anche la sala è ben impostata sotto la guida esperta, ma sempre giovane di Giampiero Compare. In poco tempo, quando non era nemmeno aperta la sala del ristorante ma si cenava in Bottega, il locale ha già preso la sua prima stella michelin. Segno che le ambizioni sono tante. Ed in effetti considerando un pò tutto, dagli stuzzichini iniziali alla pasticcieria finale, è difficile trovare punti deboli. Il menù spazia con sicurezza in lungo e largo tra ingredienti selezionati e presentazioni curate, senza grandi cadute e sbavature. Il piatto signature ci è sembrata la variazione di carne della Lessinia, il meno equilibrato gli spaghetti con il ragù di gallinella. Qualche piccola raccomandazione: ai avverte spesso una sapidità oltre le righe, e infine l’orto della casa è formidabile, le foglie e le verdure sono spesso presenti, ma raramente protagoniste come potrebbero e dovrebbero essere.
Giampiero Compare
Kresios di Giuseppe Iannotti
Uno dei locali più atipici d’Italia vi accoglierà in un posto un pò defilato della campagna beneventana. Dentro una struttura tutto sommato tradizionale, una antica dimora di campagna ben ristrutturata, troverete il Kresios, un locale con un respiro internazionale che fareste fatica a trovare a Roma o a Milano, con un’attenzione ai particolari e ai dettagli davvero insolita, con un’ eleganza formale di prim’ordine, con una libertà espressiva unica in tutto il Meridione. Giuseppe Iannotti ha viaggiato molto e ha cercato di assorbire il meglio andando in giro. Qui non si fa mancare nulla, dai migliori bicchieri in circolazione, ai piatti dalle forme più fantasiose, dai supporti oscillanti che sembra una scultura di Calder, alle ceramiche e vetri soffiati, e persino in bagno troverete prodotti sofisticati che nemmeno al Mandarin. La perfezione è perseguita anche in cucina attraverso un percorso lunghissimo, ma tutto sommato leggero e sensato, ed è quasi raggiunta da un punto di vista estetico con una serie di soluzioni, idee, assemblaggi che denotano anche qui una notevole preparazione di base e un grande lavoro di messa a punto. Da un punto di vista gustativo ancora, secondo noi, c’è da fare, ma rispetto a tre anni orsono, data dell’ultima nostra visita, abbiamo trovato lo chef molto migliorato. L’eleganza formale spesso anticipa un’altrettanta eleganza gustativa, pensiamo ai tagliolini di zucchine, al pop corn di animella, allo spiedino di maialino ed altro ancora fino al top della pancia di maiale cotta nel brodo. Qualche dettaglio qua e là funziona meno: il sandwich con le rane che non si avvertono, la rana pescatrice troppo cotta e coperta dal contesto (come per altro anche la ricciola), i fagottini troppo conditi (ma buonissimi), l’oliva al cioccolato troppo pesante e i cannelèes poco bruciati. Ma alla fine ci si alza contenti, sorpresi e desiderosi di vedere dove potrà arrivare questo chef un pò bizzarro e fuori dagli schemi, soprattutto del territorio, ma in compenso indubbiamente dotato e aperto ai venti che spirano nel mondo.