Ed eccoci al momento cruciale, inizia il Bocuse d’or con una riunione tecnica a spiegare tutti i dettagli e a presentare il campo di gara, poi un piacevole relax in una bella struttura della periferia di Stoccolma, Langbro Vardshus, dove è stato allestito un piccolo buffet leggero ed elegante.
Giancarlo Perbellini
Ultimo test ad Alma: mesi di lavoro di Diego Rigotti affiancato dal team degli chef di Alma, come coach ufficiale Michel Magada, e ieri ci siamo riuniti per le ultime valutazioni. I due piatti, pesce e carne, sono ormai messi a punto. Ultimi commenti e ritocchi e complimenti al gran lavoro fatto da tutti con un particolare ringraziamento alla direzione di Alma che ha messo a disposizione attrezzature e uomini. Ormai inizia l’ultima parte, la più difficile: il viaggio a Stoccolma per la finale europea dove saranno scelte, il 7 e l’8 maggio, le 12 nazioni finaliste che andranno a Lione per la finale mondiale. Vi terremo informati, seguiteci e forza Diego!!!
Verso il Bocuse d’Or le buone notizie sono soprattutto due: l’impegno di Diego Rigotti con un allenamento continuo di due/tre giorni a settimana, e la collaborazione di Alma, la principale scuola di cucina italiana, che supporta in pieno Diego con la disponibilità degli spazi e delle attrezzature e inoltre con l’appoggio costante dei suoi uomini migliori. Da Luciano Tona a Corrado Coviello, senza dimenticare ovviamente il placet venuto dall’alto del Presidente Enzo Malanca e del direttore Riccardo Carelli. E a costoro si aggiungono gli apporti esterni degli esperti dello IED: Mauro Olivieri, Paolo Barichella; e Alessia Cipolla food architect per la progettazione del vassoio. Ultima buona notizia: il bravissimo chef Michel Magada, con la sua ampia esperienza di cucina francese e italiana, sarà il coach di Diego Rigotti in queste settimane finali verso la finale europea di Stoccolma di inizio maggio dove andremo con anche Giancarlo Perbellini presidente di Bocuse d’Or Italia che segue anche Lui da vicino questa importante fase.
Un venerdì tutto dedicato all’alta cucina presso il Palafiori di Sanremo. La selezione italiana del prestigioso premio di cucina Bocuse d’Or si è articolata tra imponenti vassoi da portata e curiosi piatti. I cinque chef in gara, Alessandro Buffolino, Davide Zunino, Christian Milone, Cristiano Tomei e Diego Rigotti si sono sfidati al fine di conquistare il favore della giuria per poter accedere alla qualificazione europea di Stoccolma a maggio. Tutti i concorrenti hanno dovuto presentare un piatto a base di pesce e uno a base di carne, secondo le regole del celebre conocorso. Alla fine della giornata, la giuria, composta da Giancarlo Perbellini, Alfio Ghezzi, Stephane Raimbault, Mauro Colagreco, Romain Corbiere, Roberto Mostini, Fabio Tacchella, Luigino Filippi, Vito Mollica, Luciano Tona e Luigi Cremona con l’aiuto di esperti food designer e food photographer come Lido Vannucchi, Alessia Cipolla, Paolo Barichella e Matteo Olivieri hanno visto in Diego Rigotti colui che meglio potrà rappresentare l’Italia al concorso europeo di Stoccolma
La gara vera e propria è oggi, ma ha avuto ieri un anticipo. I vari concorrenti si sono potuti ambientare, hanno cucinato un piatto di pasta che non è stato giudicato, ma è servito a farsi conoscere dagli esperti presenti (giornalisti, fotografi, food designer, chef famosi) che erano lì per fare domande, ma anche aiutarli. Quello che ha colpito la passione comune a tutti, ma anche la personalità e il carattere che li differenzia. Praticamente cinque modi di intepretare la professione. Ma, come ha giustamente sottolineato Fabio Tacchella, al Bocuse d’Or non vincono forse i migliori, ma quelli più diligenti regolari e precisi. Vedremo oggi cosa accadrà.
Intorno al Bocuse d’Or una serie di altri piccoli eventi e presentazioni: Meditaggiasca, olive taggiasche in scena a maggio e subito dopo il Riviera Food Festival a Sanremo per finire a metà giugno con Macramè un mare di Champagne! Una bella serie di eventi liguri. Tra l’uno e l’altro in azione sul palco personaggi del callibro di Luuigi Ferraro chef del Calvados di Mosca, Simone Fracassi grande artigiano della carne e Ernst Knam sommo pasticciere.
Grande folla anche ieri e purtroppo i servizi scricchiolano: possibile che non si possano avere toilettes decenti? Per il resto è un piacere incontrarsi con tanti colleghi e ristoratori, assaggiare e approfondire tanti ingredienti. Bel ricordo la degustazione degli champagnes rosè di Ruinart e un grazie ai tanti amici che mi hanno cercato e salutato.
Un alltro locale di Giancarlo Perbellini a Verona! Inesauribile, anche nelle idee, infatti non si copia mai. Ecco un locale che punta a coprire l’arco della giornata con proposte semplici, leggere, minimali (ma non troppo, infatti non basta un solo boccone, ma ne occorrono parecchi). L’arredo è accattivante e suggestivo con la cadua al centro dei salumi appesi. Sopra un pò più intimo e “serale”, sotto più illuminato e di compagnia. Con tre tapas e un bicchiere di birra ci si sfama e anche bene e siamo sotto i 20 euro. Bravo Giancarlo!; e in sala Luca Fasolin e in cucina il giovane e bravo Federico Zonta.
Ten, un numero importante, dopo dieci anni di Pagliaccio Anthony Genovese cerca di fissare in un libro le sue sensazioni, il suo modo di essere cuoco. Il libro (bellissimo con poche parole e molte immagini significative) non si articola in una collezione di ricette che sarebbero comunque poi difficilmente replicabili, quanto descrive in vari capitoli i punti fermi di una carriera non facile e scontata. Anthony non solo ha saputo dare a Roma un ristorante importante in un periodo difficile, ma ha saputo mettere in piedi un team affiatato di alto livello. E siamo qui a Verona, in una splendida piazza di questa città a rievocare non solo i momenti belli, ma anche alcuni delicati passaggi che hanno accompagnato la crescita professionale di questo chef che merita attenzione e rispetto. Bravo Anthony e complimenti a quello che hai saputo fare in questi anni, specie negli ultimi, quelli più difficili.