Trenta anni di Gambero Rosso. Ci sembra ieri quando andai a trovarli in via Ripetta, e poi ancora più vicino casa a via Arenula, sempre con un grande e dovuto rispetto al loro lavoro. E in questi trentanni abbiamo visto crescere una realtà importante e consolidata. Una grande festa quella di ieri, con tanti personaggi che hanno fatto un pò la storia dell’Italia del gusto, con una bella regia e tanti applausi. Tutto perfetto? Quasi, un ricordo di Stefano Bonilli sarebbe stato secondo noi opportuno, e magari anche di Daniele Cernilli. E, dulcis in fundo, ci avrebbe fatto piacere abbracciare anche Clara Barra.
Giancarlo Perrotta
E? sempre un bel momento conviviale quello della cena dell 3 forchette che non manchiamo mai (o quasi). Sia per rispetto ai colleghi del Gambero Rosso, sia perchè la formula è azzeccata: non un’interminabile cena di gala, ma il divertimento di girare tra la decina di postazioni affacciate sulla grande sala per scegliersi i piatti evitando le code. Visto i nomi dei presenti è poi difficile sbagliare, ricordiamo almeno, tra i piatti assaggiati, il gran pane di Valeria di Caino, l’ostrica di Taverna Estia e l’ottima pasta e ceci di Pascucci.
Tradizionale cena delle 3 forchette con alcune novità. La prima riguarda la location, la grande sala dello Sheraton che cerca (e non ci riesce) di farci dimenticare la sede storica della Città del Gusto. La formula è innovativa, non più la cena placèe, ma i piatti ce li andiamo a prendere direttamente dagli chef che cucinano lungo il perimetro della grande sala. Una formula che velocizza il ritmo della cena, permette di scambiare qualche chiacchera con gli amici capitati ad altri tavoli, i piatti vengono raccontati dagli chef in prima persona e vengono anche facilmente digeriti grazie ai chilometri che si fanno. Due annotazioni, l’enorme palco è rimasto a lungo tristemente vuoto, e non capiamo perchè, gli assaggi erano tutti di buona o ottima fattura, ma il kiwi di Pier Giorgio Parini (siamo stati fortunati, abbiamo inziato da lui) ci ha aperto i polmoni con le sue note balsamiche e rinfrescanti che ci hanno accompagnato in dolce ricordo fine alla fine, bravo Pier Giorgio.
Fa scalpore l’assenza di Uliassi, mentre ci complimentiamo per le tre forchette al S’Apposentu, una scelta coraggiosa e innovativa che premia un’isola un pò forse trascurata. Una serata coi fiocchi, tra tanti chef, colleghi e produttori di vini , vissuta in allegria.
Serate musica cibo e vini non ce ne sono poi tante e quindi non ci siamo persi quest’occasione quando ci ha chiamato il bravo Gianni Ieha titolare del Simposio. E’ accanto, all’Enoteca Costantini a piazza Cavour ed è un locale ben conosciuto, per la sua impostazione classica e le buone maniere. Buoni i vini di Venica, Moncaro e Romitorio presentati da Fabio Turchetti, opulenti al solito i piatti di Alex Mora, lo chef del Simposio, il tutto condito dal ritmo della bossa nova della Paolucci Band
Tradizionale e frequentatissima come sempre la cena delle 3 forchette del Gambero Rosso. Ormai le discussioni sui ristoranti sembrano scemare, fa più scalpore la classifica delle pizzerie che un tempo nessuno prendeva nemmeno in considerazione. L’ultimo tabù è sfatato, la pizza migliore (secondo il GR) non è più a Napoli (personalmente mi dissocio). D’altronde da quanto tempo nessuno cita più Bologna per le fettuccine? ……Roscioli e Dandini, resistete con la gricia!
10 anni di continuità e successo non sono pochi nella turbolenta vita italiana degli ultimi tempi, soprattutto per una struttura che chiude molti mesi nella stagione invernale. Ma il Pellicano è veramente un luogo speciale, noto in tutto il mondo, ma questo da solo non basta, in Italia ne abbiamo parecchi di posti belli come questo. E’ proprio la ristorazione che fa la differenza: da quando c’è Antonio Guida è stato un percorso tutto in ascesa nella qualità, merito suo e di chi ha avuto fiducia in lui e nella brigata.
La tradizionale cena delle 3 forchette ha visto saltare ogni tempo (alle 22 ancora non era stato servito alcun piatto), ma in compenso ha dispensato sapori e allegria. Allegria almeno dei presenti, fuori sono rimasti nomi famosi, tra i quali Cracco e il Duomo, e al solito i commenti vertevano più su costoro che sui premiati.