30 anni dopo la prima volta fa sempre un certo effetto risiedersi in questa saletta, allora ricavata dentro il ristorante più grande del padre. Questa sera non c’è Gianfranco, ma Luca che in sala ormai gestisce con disinvoltura la struttura e in cucina la nutrita brigata che ha nella mamma, nella zia Paola e in Mori i collaudati e solidi riferimenti.
Gianfranco Vissani
C’è il ristorante, famoso, ma c’è anche una casa attorno con camere eleganti, sala per le prime colazioni e per il pranzo comune ad un prezzo di favore, sala per il tè e i dessert, cantina con degustazione. Un piccolo resort lussuoso e curatissimo che viene portato avanti da Gianfranco e Luca Vissani con oltre 30 dipendenti. Casa Vissani a Baschi (TN).
Alessandro Circiello ha curato l’aperitivo finger food accompagnato dai cocktails Velier, Cristina Bowerman ha pensato all’antipasto, poi Alessandro Cannata ha preparato il primo abbinato ad un “Rosso Mattone” delle Cantine Briziarelli, poi Gianfranco Vissani ha sfornato il secondo, servito assieme ad un “Pentro” Rosso Doc 2009 di Valerio Vini e Viti; chiude in dolcezza Filippo La Mantia con un’ insolita cassata accompagnata da un “moscato d’Asti” Docg 2010 Bera Vittorio e figli. E per chi avesse ancora un languorino Panettone Loison e Distillati Velier.
Questa è la foto finale della cena della Caritas dello scorso dicembre, quando tutti insieme abbiamo applaudito il coro natalizio e aperto il panettone. C’erano Mons Enrico Feroci, direttore della Caritas e in questa foto potete vedere anche Renata Polverini, Nicola Zingaretti (e fuori foto il sindaco Alemanno) assieme ai cuochi e ai tanti collaboratori di quella serata. La ripeteremo ovviamente anche questo anno, stasera alla Cittadella della Caritas alla Casilina.
La gioia di Roberto Allocca, l’occhio vigile di Antonello Colonna, la folla (enorme e ce ne scusiamo per il disagio con i tanti intervenuti) alla presentazione delle guide Touring, le immagini spettacolari dei territori di montagna, il violino di capra di Madesimo e lo speck lungo un metro e mezzo della Val di Fiemme, l’unione dei cuochi di Cortina d’Ampezzo e la professionalità di quelli del Campiglio, i sapori delle colline Teramane e le bollicine del Trentodoc che hanno scandito i momenti salienti dell’ evento.
Quando chiama Dom Perignon, in molti rispondono. Un’occasione unica quella di assaggiare alcune annate di queste grandi etichette. Notevole anche il contorno: Villa Aurelia è una location di grande classe immersa nel verde del Gianicolo, e lodevole il menù scelto, non una serie di piatti cucinati, ma di grandi prodotti dell’ agroalimentare italiano.