A parte la cena Da Vittorio e il Convegno sull’accoglienza, altri momenti hanno riempito le due giornate del Premio IAT. Il lunch da Gritti, nel suo nuovo bel locale al primo piano con terrazza sul Sentierone, quindi in pieno centro della Bergamo bassa; poi il momento culturale all’Accademia Carrara con la visita del museo e la premiazione delle foto migliori del concorso organizzato sempre da IaT sulle fotografie del Food. Infine il convegno nel bel chiostro di Sant’Agostino a Bergamo alta: tecnologia e innovazione con numerose e qualificate testimonianze.
Gianluca Fusto
Tanta folla al Sigep! Il dolce non solo non tramonta ma sembra conquistare nuovi spazi, anche se con attenzione al vegano, al salutare. Curiosità da vedere: il piccolo gruppo di aziende cinesi con i loro dolci gelatinosi, per ora una timida presenza, poi un domani chissà!
Una giornata ricca e densa ma la sera non è stata da meno. Il palazzo del Granduca ha aperto le scuderie all’ospitalità con la sua nobile e bella sala allestita in modo suggestivo. Qui hanno operato ben sei cuochi (Paolo Gramaglia da Pompei, Silvia Baracchi ed Emiliano Rossi da Cortona, da Milano e dalla Lombardia Claudio Sadler, Giancarlo Morelli e Gianluca Fusto) preceduti da un bell’aperitivo all’aperto che ha visto il coinvolgimento dei vari ristoratori di Asciano. In scena il Gemellaggio del Tartufo Bianco delle Crete Senesi con il Chianti Classico ed in particolare con quello di Castelnuovo Berardenga che vanta alcune delle etichette più note della denominazione.
Serata in parte anche solidale dedicata alla raccolta di fondi per Norcia, Città del Tartufo anch’essa, colpita dai recenti terremoti.
Ed infine serata che ha avuto un momento dedicato al sottoscritto, premiato con un bel riconoscimento quale “Comunicatore amico del Tartufo del Garbo” che apprezzo e del quale ringrazio questa Comunità.
Cena elegante, ben coordinata dai 6 chef che si sono aiutati ed integrati molto bene e che hanno realizzato un bel menù. Complimenti anche al servizio che è riuscito a servire sei piatti e tanti vini a 250 persone in solo due ore!
E grazie infine per l’accoglienza e l’ospitalità agli organizzatori e in particolare all’infaticabile Vittorio Camorri.
Non ci siamo fatti mancare nulla: il pulmino in andata, la pasticceria come sosta golosa, il rivivere altri tempi grazie al trenino a carbone che ci ha riportato indietro, la tartufaia nel pomeriggio. Tutto questo ad Asciano (e dintorni), grazie all’impegno della Proloco e a Vittorio Camorri che ha raccolto intorno a sè nomi eccellenti, come Silvia Baracchi, Paolo Gramaglia, Claudio Sadler, Giancarlo Morelli, Gianluca Fusto. Giornata intensa ed interessante, dove altre emozioni le ha aggiunte il paesaggio delle Crete Senesi, con le colline punteggiate dai cipressi e scavate dai calanchi. Ed infine Asciano in festa, che a sera sembra un presepe, animato da questi celebri cuochi e profumato dal tartufo bianco.
Walter Redaelli è sul campo da circa 30 anni eppure è poco noto. Di carattere schivo e tranquillo dopo aver contribuito e non poco negli anni ottanta al successo della Locanda dell’Amorosa, uno dei primi virtuosi esempi del grande rilancio dell’immagine della Toscana all’estero, si è ritirato con la moglie in questa deliziosa Leopoldina dove gestisce con correttezza e misura un’ospitalità semplice da prendere come modello. Tutto è a misura senza lussi e orpelli inutili ma con sostanza. E ci ritroviamo a brindare, grazie al cortese invito di Vittorio Camorri, con alcuni e ben noti chef qui arrivati per una giornata dedicata al tartufo bianco di Asciano.
Arriva anche il Congresso di Pasticceria ed è subito un successo, merito dell’Organizzazione, della Location prestigiosa e centrale, e soprattutto della coesione che c’è nel settore. Alla chiamata hanno risposti in tanti, e da paesi anche lontani: una vera sequenza di Grandi Pasticcieri ha animato il palco del Convegno e ad ascoltarli tanti altri noti e meno noti. Complimenti Carla!
Congresso in Liguria per i JRE, e a cucinare sono proprio i liguri, Luca Collami di Baldin, Paolo Masieri di Paolo e Barbara e Andrea Sarri di Agrodolce. Tra le tante associazioni di cuochi è forse quella che funziona meglio, e lo dimostra pure il pubblico e l’attenzione con la quale i JRE sono in genere sempre seguiti.