Eravamo rimasti indietro con questo post relativo al viaggio a Budapest di dieci giorni fa. Intorno alla Basilica di Santo Stefano si affollano le offerte gastronomiche e la concorrenza stimola verso la qualità. L’Innio ha qualche anno di vita e si è conquistato solida fama. Non ha la stella Michelin, ma 15 per la Gualt&Millau oltre alla segnalazione del miglior piatto dell’anno, che andiamo ad assaggiare ed in effetti merita: dei ravioloni all’agnello buonissimi, con un “touch” orientale indovinato, solo, per il nostro giudizio, leggermente troppo grandi a scapito di una miglior presenza estetica e bilanciamento con la farcia. Per il resto l’ambiente gradevole conquista, i buoni vini pure come il pane fatto nelle retrovie. Troppo morbida la mousse di foie gras, di qualità il petto di anatra, ma il piatto che fa la differenza è l’ottimo sanguinaccio, frenato dalle mele tagliate un pò spesse e dai pinoli non tostati come dovrebbero a nstro avviso. Ma nel complesso una sosta serena ed interessante.
Gianni Annoni
Accanto alle due aree della pizza e delle gare di emergente c’è il Lume, il nuovo e bellissimo ristorante di Luigi Taglienti che ha visto il succedersi di numerosi eventi collaterali. In primis i tre lunch che hanno visto protagoniste le aziende del Consorzio del Morellino di Scansano con Lorenza Vitali e Fabio Piccoli in regia. E la sera due cene top a 4 mani con Taglienti accompagnato da Ezio Santin, la prima, e da Josean Alija (del ristorante Nerua di Bilbao) la seconda. Ma il Lume non si è fermato nemmeno nelle altre ore della giornata ospitando convegni ed altri eventi. Il sabato, in occasione della giornata internazionale dedicata all’olio extravergine di oliva, la Confagricoltura con le proprie aziende ha organizzato un Convegno coordinato da Donato Rossi, con Gino Celletti e i due chef, Taglienti e Tano Simonato impegnati ad esaltare l’olio in due raffinati finger food. La domenica ha visto protagonisti alcuni esperti dell’ospitalità in un interessante dibattito coordinato da Teresa Cremona e Travel News con un brindisi finale del Franciacorta 4 Terre e finger food di Umberto Vezzoli e Toscobosco. Il lunedì altri due eventi: Parmigiano Identity con 10 produttori presenti e Emergente Sala al quale dedicheremo l’ultimo post di Cooking for Art Milano.
Nel quadro della settimana della cucina italiana nel mondo eccoci con l’ICE a Budapest a presentare alcune aziende e soprattutto la cultura dell’Italia gastronomica. C’è grande attesa, c’è grande interesse da parte dei media e operatori presenti ed infatti il tetto delle 100 persone è raggiunto. C’è anche il nuovo ambasciatore italiano a Budapest ed è una bella coincidenza brindare con lui ad inizio del mandato in questa bella sala che ospitava un tempo il Parlamento dell’Ungheria e che ora è la sede dell’Istituto Italiano di Cultura in Ungheria. Tutti amano l’Italia del buono e del bello, ci fanno domande, interviste una dopo l’altra. Poi, dopo una piccola ma interessante tavola rotonda con alcuni ristoratori italiani qui in città, ecco il Cooking Show di Marco Stabile, serio e pacato come sempre, l’immagine di un’Italia che dà certezze e solidità. Un piccolo ma centrato menù e dopo pranzo gli incontri programmati per le varie aziende presenti. Il tutto sotto la regia, perfetta e da manuale, di Maroc Bulf e dell’ufficio dell’ICE di Budapest.
Eccoci nuovamente a Budapest per la settimana della cucina italiana nel mondo, ed eccoci ovviamente al Pomo d’Oro, il ristorante bandiera dell’Italia in questa città, sempre al centro degli eventi gastronomici della capitale ungherese. Gianni ha fatto anche un bel libro, ha raccolto fondi per Amatrice ed ha partecipato alla cena organizzata sempre in favore dell’Istituto Alberghiero di Amatrice a Rieti con i grandi chef. Oggi il grande pranzo all’Istituto della Cultura Italiana a Budapest, guest chef Marco Stabile, ve lo racconteremo, intanto ci godiamo l’ambiente e i sapori del Pomo d’Or.
Abbiamo vissuto delle belle emozioni l’altra sera, grazie a 6 chef di grande cuore e nobiltà (ma con loro ce n’erano tantissimi ad aiutare), grazie a Noidisala che ha coordinato il servizio di oltre 80 ragazzi dell’Istituto e dei sommelier, ma grazie soprattutto ai 220 ospiti che non solo hanno versato il contributo richiesto, ma sono arrivati puntuali alle 20 e alla fine quasi non andavano più via nonostante il disagio per i più di dover fare anche molti chilometri per il rientro. Una bella serata perchè sentita da tutti, non solo per l’eccezionalità di aver nomi così famosi tutti insieme, ma anche per l’immediato riscontro con l’ambiente: siamo vicini all’epicentro del terremoto e, se anche ormai i riflettori, come ci ha ricordato il ministro Alfano, hanno abbassato le luci, chi viene qui sente da vicino e sulla pelle il dolore di chi ha sofferto e il sacrificio di chi ha dato. Ci portiamo un bel ricordo di questa serata che ci ricorda di non abbassare le luci e mantenere viva l’attenzione verso chi purtroppo soffre ancora.
Un salto veloce a Budapest ed eccoci nuovamente al Pomo d’Oro. Sembra quasi di ritornare a casa. Ma questa volta andiamo a cena fuori, al St Andrea, wine e goumet, un bel locale non privo di ambizioni che è gestito dall’omonima cantina ungherese. Ed in effetti c’è uno sfoggio di vini e di decanter ad ogni ricetta. La cucina è affidata al giovane Barba Adam, uno chef ungherese che ha avuto buone esperienze all’estero fino a conquistarsi l’eccellenza (16) con la Gault&Millau in Austria. E’ ora tornato a Budapest e ci presenta una cucina dove si vede il professionista, i piatti sono curati, ma mancano spesso gli equilibri in genere a sfavore dell’ingrediente di riferimento. Comunque una bella serata con una bella compagnia di amici.
Questi i piatti della seconda giornata. Ricordiamo che per ogni nazione esce per primo il piatto di pesce già impiattato (tema lo storione) e dopo 35 minuti il piatto di carne posizionato sul vassoio di scena e poi impiattato per la giuria. Le squadre escono con dieci minuti di intervallo, per questo troverete nella sequenza i piatti di carne di una nazione dopo quelli di pesce che nel frattempo sono usciti.
Il Castello di Buda domina l’ansa del Danubio ed è vsibile da gran parte della città di Pest.Un luogo magico,di grandi sensazioni e dimensioni. Qui è organizzata la cena di gala. All’aperto ma in un luogo riparato per prevenir l’eventuale pioggia. Cena francamente modesta, ma il contorno vale.
Bella la serata organizzata con l’aiuto fondamentale di Gianni Annoni: un intero tratto di strada riservato, presenti oltre 200 invitati tra i quali alcune aziende venute al Sirha con il contributo dell’ICE. Molti gli sponsor venuti apposta dall’Italia, da Giuseppe Di Martino con il suo pastificio dei Campi, a Mepra che segue da vicino il vassoio, e a tanti altri ancora. Spicca la presenza di Alba al gran completo con Bruno Ceretto presente. Ed infine complimenti a Gianni che riesce sempre a portare il meglio del meglio, e brindiamo con fiducia all’Italia, ……ma sarà dura.
Il team, Marco Acquaroli, Marco Leandri, Fabio Tacchella, si ricompatta a Budapest per le ultime battute prima della gara di mercoledì. Siamo nell’ospitale Pomo d’Oro, ristorante di riferimento della comunità italiana a Budapest, dove i due Marco si appoggeranno per l’ultimo allenamento. Più che un ristorante, è una “via Italia” dove Gianni Annoni, il brillante titolare, ha creato una serie di locali ispirati al buon food&wine italico: gelateria, wine bar, gastronomia, scuola di cucina, pizzeria e ristorante…in attesa di ampliarsi ancora! Bella buona e calda l’accoglienza da parte dello staff di casa, a cominciare dal bravo chef Rosario, che si presenta con una cena di livello. Con i due Marco ne approfittiamo per pianificare le ultime mosse. Ormai ci siamo!