Che accoppiata Gianluca (Gorini) + Gianluca (Durillo), cioè un past winner di Emergente con l’ultimo vincitore del Premio lo scorso fine ottobre a Roma! Dopo la Madonnina ritroviamo Durillo alla corte di Gorini dove si fermerà per qualche tempo, prima di spiccare forse il volo. Nel frattempo di godiamo al cucina di uno dei nostri migliori giovani chef, che, meno male, ha trovato anche il successo che merita. Il locale è sempre pieno (e non siamo in una grande città, ma almeno tre quarti d’ora lontani da un centro importante). Qui un tempo c’era un locale delizioso, La Locanda del Gambero rosso, pieno di coccole, trine e merletti e una cucina di vero territorio. Oggi il locale è fin troppo forse essenziale, ma con una vera cucina d’autore. Al servizio troviamo Mauro Donatiello, a testimonianza che in famiglia il mestiere ce l’hanno nel DNA (il fratello Vincenzo è a Piazza Duomo). Al tavolo di fianco è Gianni Tognoni, abile responsabile commerciale di Olitalia che ha anche palato fine (e che ringraziamo del brindisi finale). La nostra serie di assaggi ha un inizio buono (con qualche finger un po’ confuso) poi decolla con un audace cavolfiore marinato e un rinascimentale porro in cartoccio. Sono buoni i due primi (ma poco deciso è il ripieno dei cappelletti) ma sono i due secondi che entusiasmano (difficile dare la palma del più buono) per calare nel finale con due dessert poco emozionanti. Una bella conferma venire qui, merita ormai il viaggio, piuttosto direi che è il momento di migliorare un tantino l’ambiente.
Gianni Tognoni
Prima volta di Albergatore Day, l’evento ideato da Federalberghi Roma, al Convention Center La Nuvola, ed è subito un grande successo di operatori e di pubblico. Merito degli organizzatori (con Federalberghi, Leoanrdo Stabile e Key Comunicazione) merito della bella location, merito degli oltre 140 espositori che hanno affollato il bel parterre. Due giorni di convegni e incontri e per noi due giorni intensi di gare e di talk show. Siamo molto orgogliosi del backstqage di gara, veramente bello e spettacolare, dove i forni Moretti (per la pizza) e Rational (per gli chef) hanno avuto modo di mettersi in bella mostra. Backstage dove abbiamo anche realizzato interviste in diretta molto apprezzate e seguite. Ma anche il nostro spazio centrale ha avuto un seguito eccezionale. Numerosissimo il pubblico che ha seguito le premiazioni e le gare, e che è stato coinvolto nel talk show continuo che ha avuto nei due giorni oltre 50 applauditi protagonisti, per cui è impossibile nominarli tutti. Ringraziamo almeno Sara De Bellis e Nerina Di Nunzio che hanno aiutato me e Lorenza nella conduzione. Molto apprezzati anche i nostri espositori per l’alto livello dei prodotti esposti. I vini di Vinea Domini, Azienda Pallavicini, Famiglia Cotarella. L’acqua di Filette in eleganti bottigliette di alluminio, i tartufi di Urbani tartufi e il pecorino sardo di montagna e il guanciale delicato di Cibaria. Protagonista di molte ricette la pasta del Pastificio dei Campi e l’olio dedicato di Olitalia, le farina di Agugiaro&Figna sono state la base degli impasti della pizza, e il pollo di Amadori è stato richiesto in alcune ricette. Nel nostro cuore il grande parmigiano reggiano di Giovanni Minelli, presente con alcune stagionature pazzesche in nome del Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Nelle due giornate di gara sono stati selezionati 3 finalisti per la pizza, 3 per gli chef (nomi e ricette li ritroverete nelle immagini che seguono) che rivedremo a Roma per la Finale di Emergente 2020. Importante novità la finale di Emergente Ricevimento, ideata proprio per celebrare questo evento, che ha visto prevalere Simone Valestra sulla comunque bravissima Benedetta De Pascale. Premiazione che si è svolta alla presenza di Antonella De Gregorio e Gianluca De Gaetano di Federalberghi, in rappresentanza del Presidente Giuseppe Roscioli. Ultimo ringraziamento al nostro team, Daniela Giulia Charline e Lucrezia, che ha lavorato intensamente al funzionamento dei tanti contenuti che hanno animato il nostro programma.
Non c’è descrizione ma solo classificazione, più che una guida è quindi mettere in fila la ristorazione italiana. Conosciamo bene i curatori e ci si può fidare, poi come tutte le classifiche ognuno ha la sua. Ci piace la divisione per prezzo, meno quella per categoria. Che senso ha definire trattoria/osteria la prima fascia della ristorazione e poi metterci locali come Retrobottega del bravo Giuseppe Lo Iudice, tanto per fare un nome (che di sicuro non appartiene a questo genere)? Ci piace anche che non sono stati privi di coraggio (premiando nella prima decina molti ristoranti che in genere per tanti vanno nella seconda decina e viceversa) anche se personalmente non condividiamo molte di queste scelte. I curatori sono del sud e si avverte con una larga presenza della regione Campania nella fascia alta, ma siamo i primi a dire che premiare il talento di Oasis o di Nino Di Costanzo è cosa giusta e sacrosanta. Un plauso aver rimesso al centro del paese (direbbero così i francesi) un Gabriele Bonci fin troppo penalizzato nella classifica della pizza e per il veder alcuni giovani chef da noi particolarmente amati posizionati in alto (Antonia Klugmann, Gianluca Gorini, Alessandro Dal Degan ecc..). Al vertice è l’Osteria Francescana. Credo che questa sia poi la cosa più importante. Abbiamo molti ristoratori e chef di grande prestigio e bravura, ma Massimo Bottura per sostanza, forma, carisma, reputazione internazionale e azione sociale per noi rimane fuori discussione al vertice di ogni possibile classifica.
Nuova edizione di LSDM e nuovo corso: non più cucina dal vivo, ricette spiegate, cuochi al lavoro. Largo spazio ai microfoni e anche qui scelte coraggiose degli organizzatori (Barbara Guerra, Albert Sapere, Luciano Pignataro): parlano a lungo uno dopo l’altro quelli che in genere parlano poco (pizzaioli e chef), mentre i giornalisti in genere loquaci vengono messi tutti insieme, e gestiti in meno di un’ora. A favore è l’ampiezza trasversale e la varietà delle tematiche affrontate, a sfavore secondo noi l’eccessiva lunghezza di alcuni interventi e lo sforamento degli orari. Però LSDM rimane uno degli eventi più piacevoli e interessanti del circuito enogastronomico, il migliore di tutto il Sud, e non solo.
Non ti sembra di stare in Italia al Quarto piano di questo funzionale palazzo congressuale alla periferia di Rimini, dotato di un comodo parcheggio. A riportarti nei confini ci pensa la cucina, affidata al bravo Silver Succi, il migliore forse dei tanti allievi di Gino Angelini, con una cucina che è legata al territorio, interpretato con una finezza che è rara a vedersi in riviera romagnola, quasi del tutto priva di pesanti rimandi dialettali. Le cose migliori? la leggera ed elegante tartare, il bilanciato fagottino di crostacei, cotture meno precise nei cannelloni e nell’ombrina un pò troppo sovrastata. Anche la sala, e siamo al completo, si muove bene e con un buon ritmo. In conclusione un locale poco tipico, ma dove il territorio è più rispettato che altrove.
La prima volta di Emergente Pastry Chef, gara riservata ai giovani under 30 pasticcieri di ristorazione, non poteva essere che al Sigep. Ed eccoci nello stand Olitalia che supporta il premio che è anche un’occasione per lanciare e parlare di Evoloso, il nuovo olio evo dedicato alla pasticcieria. Gianni Tognoni ed Anna Baccarani presentano l’Evoloso, il nuovo olio e cinque noti giurati si apprestano al giudizio. Sono Elsa Mazzolini, Nerina di Nunzio, Barbara Guerra, Luigi Franchi e Maurizio Pelli. In gara: Alberto Ziggiotto di Gellius, Elisa Zanelli di Rose Salò, Cristina La Capra dell’Hotel Bulgari, Francesco Gatti dell’Excelsior Gallia, Christian Marasca de Zia Restaurant, Melissa Dolci di Piper e Andrea Bosini di Inkiostro, poi ritiratosi (purtroppo il piatto di servizio si è rotto durante le preparazioni). Ognuno di loro doveva preparare un dessert al piatto e tre finger salati. Il premio pasticcieria salata è andato ad Alberto Ziggiotto, quello di dessert al piatto a Melissa Dolci e il premio assoluto appannaggio di Elisa Zanelli, la giovanissima pasticciera di Rose Salò. Ottimo il contenuto tecnico e molto forte quello emozionale: i ragazzi hanno sentito grandemente la prova, erano visibilmente emozionati, hanno lasciato una scia di professionalità e freschezza: bravi tutti, molto bravi.
Ed ecco il moemnto del verdetto. Dispiace veramente non poter accontentare tutti, ma la giuria è sovrana e la sua decisione alla fine premia: Francesca Mazzotta di Livello 1 di Roma, Achaab Foad di Manetta di Roseto degli Abruzzi, Bonny Ferrara del Faro di Capodorso. Tre regioni saranno così rappresentate a Roma nella finalissima del 30 ottobre a Officine Farneto, dove sarnno in gara con i tre finalisti, già scelti, del nord. E a giudicare dalla preparazione che hanno saputo mettere in evidenza sarà veramente una bella sfida.
Si chiude così Emergente Sala Centrosud una gran bella edizione che ci lascia una scia di bei ricordi.
Olitalia ha presentato la sua linea di “oli dedicati”. L’idea è quella di semplificare la vita degli chef offrendo loro degli ingredienti mirati. E definire il profilo organolettico di questi oli non è stato semplicissimo. Al lavoro oltre ad un gruppo di esperti, un team selezionato di chef JRE di mezza Europa. Ieri il tutto è stato presentato a Identità Golose, con la prova pratica messa a punto dai JRE, tre di loro, Daniel Canzian, Allan Castellote, e Deni Srdoc (croato), hanno presentato le tre versioni curate per verdure, pesce e carne. L’idea ci sembra buona, bisogna ora vedere come sarà comunicata e accettata dagli chef.
Difficile riconoscere la vecchia locanda. Sparite le trine e i merletti, orli e ricami, cuscini e luci soffuse, il nuovo locale punta sul monocromo, sull’essenziale, senza tante concessioni alla ridondanza. Però una cosa accomuna lo storico Gambero Rosso al nuovo “Da Gorini”: la cortese accoglienza, la premura nel servirti, la passione per questo lavoro. Insomma la Giuliana (con Moreno leggendaria oste di quassù, e proprietaria delle mura) può dormire tranquilla. Anche se con altro nome la Locanda continua a fare il suo mestiere e lo fa bene. D’altronde non dubitavamo, conosciamo Gianluca Gorini da quando è (professionalmente) all’opera, ha vinto tanti anni fa il nostro “Emergente Chef”, si è imposto poi all’attenzione della critica con la sua cucina a Le Giare, dove i più si sono chiesti come mai non sia arrivata la stella michelin. Oggi però fa un bel salto professionale, diventa chef patron, aiutato dalla fedele compagna Sara (in sala), ed è così responsabile in toto del locale. Il menù che ci ha dato era quasi perfetto, giudizioso, con i piedi per terra e molto meno rischioso rispetto a come ci aveva abituato. Convince per la solidità, per l’ottima conoscenza del territorio e dei suoi prodotti (d’altronde la moglie è di qui), e viene proposto con la tecnica e la classe ben nota. Difficile scegliere il piatto migliore, siamo almeno indecisi tra due (i passatelli e la magnifica lepre), mentre il meno riuscito ci sembra lo sgombro marinato, un pò sotto le righe. L’unico vero punto debole è la parte finale, quella dei dessert, dove i due dolci sono buoni ma un pò banalotti, ma dobbiamo anche dire che il locale è appena partito, tra l’altro con grande successo, il che è incoraggiante, e che la brigata probabilmente si completerà a breve, e speriamo ci sarà anche una maggiore attenzione per la pasticcieria.