Ringraziamo il Consorzio del Brunello di Montalcino (e in aprticolare Giacomo Pondini, il direttore) per il cortese invito e abbiamo approfittato della bellissima giornata quasi primaverile per ritornare nel bellissimo borgo. Una giornata di festa con il lancio della nuova annata, la nuova piastrella (5 stelle) e la grande degustazione al chiostro del Convento. Ringraziamo anche Massimo Rossi e tutti i suoi sommelier per il cortese servizio che ci ha fatto assaggiare al meglio alcune etichette (tra la decina provate citazione particolare per il Marroneto Madonna delle Grazie, il Poggione e Le Palazzine).
Gigi Brozzoni
A fine giornata di Fiera siamo tutti stanchi, ma per Riccardo Cotarella c’è sempre posto. Ed eccoci alla Gran Guardia ad assaggiare 8 grandi vini, ben 7 rossi, che danno un’idea delle diversità della nostra Italia. Da Verona alla Sicilia, attraverso un verdicchio che sa di riesling, un nero d’avola concentrato, i profumi dell?Etna, la potenza del montepulciano d’abruzzo, la classe del Montiano, l’armonia dell’amarone e la sorpresa di un Blogheri poco conosciuto. COmplimenti a RIccardo per la selezione, ma anche per la conduzione, mai stancante (ed eravamo tutti molto stanchi), animata ad arte da Riccardo stesso con Luciano Ferraro e Gigi Brozzoni, due fuoriclasse.
Si inaugura il Padiglione del Vino coordianto dal Vinitaly con anche un convegno dedicato al vino nella ristorazione. A parlare 4 noti chef, come Beck, Oldani, Santini, Romito e alcuni colleghi. Presenta Riccardo Cotarella, che presiede il comitato scientifico del padiglione, conduce il dibattito Enzo Vizzari. Dai Cantarelli ad oggi da Colombari al vino italiano nel mondo, si affrontano i vari temi con una carrellata di interventi sintetica e ben descrittiva,
30 anni di vino della pace, una bella iniziativa che tutti noi dobbiamo alla Cantina di Cormons. Vini che ogni anni si ottengono dalla vinificazione di uve provenienti da viti inviate a Cormons da tutto il mondo (e non è certo facile creare un gran vino con questi presupposti, per cui doppiamente bravi a riuscirlo a fare). Inoltre ogni anno pittori famosi disegnano l’etichetta e queste bottiglie vengono poi mandate ai capi di stato di tutto il mondo. Il vino si fa portatore di un messaggio semplice e chiaro, facilmente comprensibile, condivisibile e universale.