Il sole ha illuminato la seconda giornata e con il sole è veramente tutta un’altra cosa. Il chiostro ha accolto veramente tanta gente e molto seguiti sono stati i tanti eventi che le associazioni territoriali avevano organizzato. Al cooking show si sono alternati un elegante Giorgio Servetto, il giovane Andrea Masala, debuttante per Meditaggiasca, da poco al timone della Locanda dell’Asino. Poi l’esuberanza di Nikita Sergeev che ha proposto un’interessante cespo di lattuga ripiena, e il pasticciere di Taggia Andrea Setti con i suoi dolci ispirati al territorio. Altra presenza importante Cristoforo Trapani, subito simpatico a tutti, ha portato i rigatoni fritti e dolci farciti e dei raffinati tortelli di pollo. Gran chiusura con Manuel Marchetta, con un’elaborata insalatina di seppie di non facile costruzione ed euilibrio. Un’edizione che ha visto il Comune passare all’Oro di Taggia e al Consorzio del Moscatello l’onere organizzativo, e l’impegno da parte loro non è certo mancato. Ultimo atto: Premio Meditaggiasca a Paolo Raibaudo presidente del Consorzio Valle Argentina, e brindisi finale accompagnato da un pasta improvvista all’ultimo momento dall’infaticabile Nikita Sergeev.
Giorgio Servetto
Della Villa, splendida, abbiamo detto, la cucina pure si fa valere. Merito di Giorgio Servetto, chef di lungo e chiaro corso, che proprio qui ad Alassio, alla Locanda dell’Asino, aveva bene impressionato e ora lo ritroviamo in questa magnifica struttura dove si potrà esprimere al meglio. E’ da poco arrivato e quindi dobbiamo dargli il tempo di crescere, ma già siamo su buoni livelli. Con la sua snella brigata, Maurizio sous chef e Davide pasticciere, propone vari menù, una serie di proposte ambiziose ed originali che non solo convincono ma sono anche molto convenienti (menù a 50 e 70 euro, e stiamo parlando di una struttura a cinque stelle). Deve ancora contestualizzare il menù con l’incredibile location di cui dispone, ma i piatti scorrono veloci, piacevoli ed eleganti anche se esprimiamo le nostre preferenze: meglio il torcione del salmone affumicato, meglio il cremoso di carciofo dell’uovo pochè, meglio i tortelli degli spaghettoni, migliorabili i dessert, ma nel complesso cena di ottimo livello, assistita da un buon servizio e ad un prezzo da segnalare per la sostanza e per il contesto.
Intensa la seconda giornata che ha avuto fortunatamente anche un clima migliore. Molta la gente che ha seguito con interesse le esibizioni dei tanti chef presenti che hanno intepretato l’oliva taggiasca con tante soluzioni diverse. Apprezzatissimi gli interventi degli chef venuti da lontano: la creatività di Terry Giacomello, la precisione di Ichikawa, la serenità di Eugenio Boer, la personalità di Luigi Taglienti. Ma anche gli chef locali si sono fatti valere, dall’umile e bravo Rebaudo un vero artigiano del gusto di Badalucco, alla classe di Giorgio Servetto, alla passione di Manuel Marchetta, e alla praticità di Cannavino. Chiusura con bel brindisi e arrivderci al 2017, con altri chef e forse qualche sorpresa.
Cristiano Tomei non solo è un bravo chef, ma anche un trascinatore grazie all’ empatia, carica e passione che riesce a trasmettere conquistando chi lo ascolta. E non è solo capacità di comunicazione, ma anche ottima tecnica e palato giusto, quello che ci vuole per fare piatti come il suo riso (non risotto) con olio e foglie di olivo al profumo di tabacco. E dopo di lui gli chef francesi hanno confermato al loro professionalità e i due chef italiani, Servetto e Tesse, l’amore per questo territorio così ricco di prodotti. Si chiude l’evento, ci diamo già appuntamento per il 2016, grazie alla crescente condivisione e partecipazione del pubblico e dei produttori.
Mauro Colagreco è stato senza dubbio la grande attrazione della domenica al Riviera Food Festival, ma prima e dopo lo spettacolo non è mancato con le due belle ricette di Servetto (prima) e le tante del trio di chef e amici (Cannavino, Quartero e Viglietti) che hanno animato la parte finale del Cooking Show. Ma indubbiamente Mauro Colagreco, 11simo chef al mondo nella classifica dei 50best, ha calamitato l’attenzione del pubblico con due belle ricette, ma anche facendo vedere che uno chef molto famoso può rimanere con i piedi per terra ed essere sempre alla mano e simpatico. Bravo Mauro e tutti gli altri per quello che avete fatto e per come vi siete presentati.
La Locanda dell’Asino ad Alassio
Il locale è curioso, dal singolare nome, all’indiscutibile contrasto tra l’ospitalità mediocre delle camere e l’indubbia ambizione del ristorante. Una saletta separata ospita il cosiddetto fine dining dove ci ritroviamo in mezzo ad una clientela elegante (e c’è anche il produttore di un ottimo moscato) e dove ritroviamo una vecchia (nel senso del tempo trascorso) conoscenza: Giorgio Servetto il bravo aiuto di Ricchebuono alla Fornace di Vado. Era bravino un tempo, oggi lo è molto di più e si presenta subito con un pane e dei grissini ottimi, per proseguire con una serie di piatti che declinano il pescato locale con misura corretta e logica costruzione del piatto. Sono pochi in cucina e quindi si deve un pò arrangiare, ma il risultato anche se non è stellare, è sicuramente apprezzabile. Buono il gambero con sedano croccante, delicato il calamaro ripieno, insoliti i cappellacci di scorzonera, notevole il petto di anatra coraggiosamente piccante. Meno centrati l’involtino di sogliola, la triglia con i cardi (passata di cottura e sovrastata dalla salsa) e i cappellacci di lumache. Da migliorare il servizio, ma cortese l’accoglienza del titolare e buon finale con un dessert non molto elegante, ma sicuramente buono e abbinato al moscato di cui sopra, un Ca’D’Gal di ben 6 anni da ricordare.