Secondo turno, altri giurati e sempre di altissimo profilo come Glowig, Genovese, Marcattilii, Piccini, Spigaroli, Valazza, Derflingher, Bartolini, Scarello, Ciresa, oltre ai soliti Crippa, Perbellini e Johannessen seduti al centro del palco. Un vero suoni e luci accampagna l’esibizione degli chef e soprattutto l’assaggio dei piatti da parte delle giurie. In gara nel secondo turno Riccardo Bassetti, Debora Fantini, Lorenzo Alessio, Leonardo Marongiu.
Giovanni Ciresa
Il momento clou è quello dei sei chef, venuti da tutta Europa, che preparano le loro ricette a stretto contatto con gli ospiti. E poi ancora brindisi e discorsi nello straordinario scenario di questa location in mezzo ai boschi. Si chiude la serata e non poteva essere migliore: le radici hanno un qualcosa di magico, diverso e sorprendente, credo che tutti gli ospiti ne siano rimasti conquistati. Ora “Roots” alla prova del mercato che ovviamente sarà il miglior giudice.
Roots, radici. I bistrattati tuberi alla riscossa. Chi pensava che fossero poveri, brutti, incolori e insapidi si è dovuto ricredere. Merito di Toscobosco, l’azienda di David Rossi e Roberto Burroni, che dopo aver trovato il successo con i tartufi, non si sono fermati, e nel bosco sono penetrati fino in fondo, o meglio anche sottoterra. Eccoli presentare la loro nuova linea di prodotti “Roots” e per farlo non hanno lesinato: una location suggestiva in mezzo al bosco, un megaschermo con effetti speciali, sui quali torneremo con un altro post. Intanto godiamoci questi aperitivi e stuzzichini (vini ottimi di Tenuta D’Alessandro).
Ultimo test ad Alma: mesi di lavoro di Diego Rigotti affiancato dal team degli chef di Alma, come coach ufficiale Michel Magada, e ieri ci siamo riuniti per le ultime valutazioni. I due piatti, pesce e carne, sono ormai messi a punto. Ultimi commenti e ritocchi e complimenti al gran lavoro fatto da tutti con un particolare ringraziamento alla direzione di Alma che ha messo a disposizione attrezzature e uomini. Ormai inizia l’ultima parte, la più difficile: il viaggio a Stoccolma per la finale europea dove saranno scelte, il 7 e l’8 maggio, le 12 nazioni finaliste che andranno a Lione per la finale mondiale. Vi terremo informati, seguiteci e forza Diego!!!
Che è, che non è? Un pò di suspense e poi l’oggetto misterioso viene presentato ieri sera al Principe di Savoia con alcune buone ricette di Giovanni Ciresa e Fernando del Cerro, un italiano e uno spagnolo per farci capire le potenzialità di questa nuova salsa-ingrediente-condimento al profumo di tartufo nero. C’è molta folla, e anche di livello visto l’onore ed il piacere di ritrovarci con Gualtiero Marchesi, sempre più in forma e come dice bene Lui: diversamente giovane!
Ten, un numero importante, dopo dieci anni di Pagliaccio Anthony Genovese cerca di fissare in un libro le sue sensazioni, il suo modo di essere cuoco. Il libro (bellissimo con poche parole e molte immagini significative) non si articola in una collezione di ricette che sarebbero comunque poi difficilmente replicabili, quanto descrive in vari capitoli i punti fermi di una carriera non facile e scontata. Anthony non solo ha saputo dare a Roma un ristorante importante in un periodo difficile, ma ha saputo mettere in piedi un team affiatato di alto livello. E siamo qui a Verona, in una splendida piazza di questa città a rievocare non solo i momenti belli, ma anche alcuni delicati passaggi che hanno accompagnato la crescita professionale di questo chef che merita attenzione e rispetto. Bravo Anthony e complimenti a quello che hai saputo fare in questi anni, specie negli ultimi, quelli più difficili.
Dopo oltre dieci anni Giovanni Ciresa lascia il Bauer. Ieri sera la festa d’addio, il tutto in pieno accordo con la proprietà, gestito con classe, come l’ambiente raccomanda. Dove andrà? non è sicuro nemmeno lui, forse in Italia, più probabile all’estero, non gli mancano l’esperienza e le capacità di adattamento. Venezia perde un altro bravo chef, ma al suo posto ne dovrebbe arrivare un altro comunque bravo. Per riconsolarci andiamo invece a brindare da chi è nato qui e non si muoverà mai: Mara e Maurizio Martin, sono al Fiore da oltre 25 anni, una storia di grande qualità e continuità come poche. Non a caso tra le ” Osterie ” italiane più famose nel mondo.