Arrivano puntuali i concorrenti, all’inizio sorpresi e un pò spaesati, ma poi conquistati dalla bellezza del posto. E’ una gara ma deve essere anche una Festa, quindi cerchiamo di spiegare le varie regole che devono essere intese con il giusto spirito della gara. Siamo tra i boschi, potrebbe anche piovere (e infatti pioverà) e quindi bisognerà poi adattarsi in qualche modo. Si procede al sorteggio, alla pesa dei vari ingredienti che ognuno ha portato con sè per caratterizzare la ricetta (massimo 2 ingredienti), poi allestiamo il mercatino degli ortaggi frutta e verdure per far completare la “spesa” agli chef. (la gara è vegetariana). E arrivano man mano gli sponsor, con i loro prodotti e vini, e anche i giurati che andranno a comporre le varie giurie. Insomma il parterre si riempie e si riempie anche la chiesetta per seguire la lezione sulle erbe selvatiche. Ricordiamo i concorrenti che avranno un compito non facile: in sole due re preparare 30 assaggi con gli ingredienti a srpresa trovati al mercatino (salvo i 2 che si sono portati da casa) e cucinarli con il solo aiuto del fuoco. Ecco i loro nomi: Riccardo Cappelli (Argentario Golf Resort- Porto Ercole GR), Carlo Nappo (Alla Catina-PN), Marcello Tiboni (ristorante 28 posti-MI) , Federico Delmonte (Chinappi-Roma), Francesco Palombo (Sfumature Gourmet- Cassino FR), Davide Puleio (Pipero-Roma), Alessio Biagi (La Terra di Nello-Castiglione della Pescaia GR), Fabiana Scarica (Villa Chiara Orto e Cucina-NA) , Andrea Mosca (Marili-AP), Donato De Filippis (Tenuta Esdra Agrispa-Pontecorvo FR), Vito Gaballo (Ristorante Origano-LE), Donato Martella (il Capriccio-Vieste FG), Vincenzo Martella (Borgo Pignano PI), Carlo Porcu (Osteria La Lodola- AR), Nicolò Cappelli ((Tenuta Carretta-CN).
Giulia Dirindelli
Grazie a Noidisala la “sala” sta ritrovando la sua giusta attenzione. E con grande piacere brindiamo a loro in questo piccolo evento organizzato al Ceresio 7, un bellissimo roof restaurant di Milano, dove tra l’altro la sala è eccellente. Bollicine e assaggini, per un aperitivo movimentato e piacevole.
Nel mondo del vino, come per altro in quello del cibo, si fanno incontri straordinari e si conoscono persone di grande valore. Ne stimiamo tanti, ma poi alla fine non abbiamo tantissimi amici. Andrea Cecchi è uno di costoro, lo stimiamo grandemente per le sue qualità professionali, ma è nel nostro cuore per la sua modestia e umanità. E pensare che non eravamo mai andati nella sua cantina! Lacuna superata in una splendida giornata invernale che è poi finita nella Foresteria, il curato locale adiacente che offre una sosta golosa di rispetto. In realtà le alternative sono due: la Vineria, più semplice dove si può chiedere anche un solo calice con un bel talgiere edi salumi, e appunto questa Foresteria dove operano in tanti giovani. Abbiamo assaggiato una serie dei vini dell’azienda, con il Chianti di Villa Cerna in bella evidenza e ci hanno accompagnato i piatti classici della cucina toscana: crostini, tortelli, zuppe, zolfini e fiorentina. Tutto nella norma, ma forse ci sono anche margini di miglioramento.
Uno dei più belli alberghi del mondo (per molti il più bello in assoluto) ci accoglie e ci riscalda. fuori comincia a nevicare.