Difficile riconoscere la vecchia locanda. Sparite le trine e i merletti, orli e ricami, cuscini e luci soffuse, il nuovo locale punta sul monocromo, sull’essenziale, senza tante concessioni alla ridondanza. Però una cosa accomuna lo storico Gambero Rosso al nuovo “Da Gorini”: la cortese accoglienza, la premura nel servirti, la passione per questo lavoro. Insomma la Giuliana (con Moreno leggendaria oste di quassù, e proprietaria delle mura) può dormire tranquilla. Anche se con altro nome la Locanda continua a fare il suo mestiere e lo fa bene. D’altronde non dubitavamo, conosciamo Gianluca Gorini da quando è (professionalmente) all’opera, ha vinto tanti anni fa il nostro “Emergente Chef”, si è imposto poi all’attenzione della critica con la sua cucina a Le Giare, dove i più si sono chiesti come mai non sia arrivata la stella michelin. Oggi però fa un bel salto professionale, diventa chef patron, aiutato dalla fedele compagna Sara (in sala), ed è così responsabile in toto del locale. Il menù che ci ha dato era quasi perfetto, giudizioso, con i piedi per terra e molto meno rischioso rispetto a come ci aveva abituato. Convince per la solidità, per l’ottima conoscenza del territorio e dei suoi prodotti (d’altronde la moglie è di qui), e viene proposto con la tecnica e la classe ben nota. Difficile scegliere il piatto migliore, siamo almeno indecisi tra due (i passatelli e la magnifica lepre), mentre il meno riuscito ci sembra lo sgombro marinato, un pò sotto le righe. L’unico vero punto debole è la parte finale, quella dei dessert, dove i due dolci sono buoni ma un pò banalotti, ma dobbiamo anche dire che il locale è appena partito, tra l’altro con grande successo, il che è incoraggiante, e che la brigata probabilmente si completerà a breve, e speriamo ci sarà anche una maggiore attenzione per la pasticcieria.
Giuliana Saragoni
La Locanda del Gambero Rosso ha lasciato il segno nella storia della nostra ristorazione. Tre generazioni, da Nonna Dina a Giuliana, da Giuliana a Michela. Una discontinuità: poco più di un anno fa quando la locanda ha chiuso la sua storica sede a San Piero, per poi trasferirsi qui in città, in questo bellissimo palazzo proprio nel centro di Forlì. Eataly occupa ben 4 piani e loro hanno preso in mano le varie proposte di ristorazione, dall’enoteca all’angolo della pasta, dalla pizza al bistrò. Ma il menù dell’antica Locanda rivive compiutamente al terzo piano, nella Trattoria da Giuliana, dove Giuliana Saragoni è (quasi) sempre presente, dove la brava Halyna ripete fedelmente le sue ricette, dove Paolo e Michela in sala accolgono con quella familiarità e simpatia che è stata il grande valore aggiunto della trattoria. Certo, c’è qualche merletto in meno, ma i tempi cambiano ed anche questo posto è gradevole, pur se meno romantico, e, cosa importante, le ricette sono sempre quelle.
Al Salone del Gusto siamo presenti nella bell’area del Consorzio del Parmigiano Reggiano con i 4 finalisti del Premio Miglior Chef Emergente 2014 che saranno in gara lunedì 3 alle Officine Farneto di Roma. Ieri abbiamo presentato i primi due: Alessandro Buffolino e Simone Cipriani. Molti i tratti in comune, alti bel portamento, eleganti, sicuri e preparati. Alessandro ha convinto con la semplicità dell’uovo e Simone con la sorpresa del risotto al buio, un piatto divertente che ha catturato l’attenzione del pubblico.
Quasi un record preparare un tavolo di 23 metri, per 66 perfetti coperti, un’unica tovaglia con 7 bicchieri cadauno, e servire sei portate con cambio di vini e posate in meno di due ore. Ma a parte la perfetta organizzazione e la bravura dei tanti ragazzi del servizio, è stata una bella cena per il colpo d’occhio, la qualità della sala e anche quella dei piatti, per il giusto mix di chef, non solo quelli famosi e stellati, ma anche la tradizione ha avuto la sua parte, come la quota rosa e per finire ecco Mauro Gualandi, l’indimenticato pasticciere del Trigabolo, giunto nel 1984 ad Argenta e da lì poi non si è più mosso mentre il resto della brigata andava alla conquista dell’Italia gastronomica, cambiandola.
Grande festa tra i salumi di tutta Italia. Si aggiungono le tante mani di tanti chef dell?Emilia e della Romagna riuniti per l’occasione. Non manca il leader, Massimo Bottura e a scendere tutti gli altri più e meno famosi, ma tutti insieme a difendere e valorizzare il loro territorio. Un avera festa allietata da un caldo sole che non sembra aprile.