Ci piace sempre tornare ad Aqua Crua perchè riteniamo Giuliano Baldessari uno dei nostri migliori chef ancora abbastanza giovani e con un potenziale da esprimere. La sua è, secondo noi, una delle migliori cucine d’avanguardia, una cucina che guarda al domani con un approccio che resta tutto sommato semplice quasi disincantato. La ricerca c’è, ma non si riversa sul cliente, l’ambizione c’è, ma c’è anche autoironia e leggerezza (pensiamo all’omaggio a Tinto Brass, o all’arredo della sala). Se per dire Gipponi di Dina è un grande chef con un suo mondo un pò introverso, al contrario Baldessari è solare. Cosa gli manca? pensiamo ancora un pizzico di maturità, qualche riflessione ulteriore sulle ricette che a volte sembrano quasi non pefettamente compiute, un pò frettolose, come se mancasse il tocco finale. Ma di idee ce ne sono buone e tante lungo il lungo percorso che arriva al tavolo, dall’ampia e notevole serie di stuzzichini con al vertice il delizioso croccante di riso, ed ancora il gambero, la sensazionale muffa, ma anche un grande risotto e un piccione understated di grande equilibrio. Gli altri piatti sono comunque buoni e di livello, nessuna cosa inefficace o che passi inosservata, ma forse l’idea di base non è portata a termine come dovrebbe. Il dubbio permane nella sala: allegra colorata, che sembra quasi non prendersi sul serio. Giuliano ha sicuramente tante ambizioni e se le merita, vorrà arrivare fino in fondo? O forse è meglio goderselo così visto anche che i numeri gli danno ragione: il locale è sempre pieno, e di questi tempi non è poco, e a noi di sicuro già piace, e tanto, e ci ritorneremo.
Giuliano Baldessari
Aqua Crua di Giuliano Baldessari
In solo un anno è cresciuto e come, per maturità e varietà di soluzioni. E’ già un piacere ritornare in questa sala, un pò come se fosse un classico, con la sicurezza che si mangerà bene, e invece poi abbiamo mangiato meglio, e con una lode anche per la sala, giovane e agguerrita. La lunga esperienza alle Calandre ha formato le basi tecniche, il carattere e la passione hanno poi ampliato l’orizzonte. Oggi Giuliano padroneggia ingredienti tradizionali, azzarda abbinamenti particolari, incuriosisce con elementi inconsueti soprattutto tratti dal mondo vegetale. La prima parte del pranzo, quella dei divertissements, è stata di alto livello, molto giocosa, dove ogni cosa era un trompe d’oeil, un piccolo inganno indovinato e curioso, in crescendo fino al pezzo migliore: l’acqua cotta. Una frenata il risotto per noi troppo mantecato e poco profumato nonostante la presenza del garofano indiano, e il carpaccio di ricciola un pò coperto dal tamarindo. Poi si ritorna in alto con il piccione e l’ottimo finale: la crema al nero è veramente travolgente. Il tutto servito in tempi veloci e precisi a testimoniare l’alta coesione di questa brigata dove citiamo anche il sous chef Federico Zambon e dove anche il pasticciere andrebbe citato.
Ed ecco qui le immagini della Finalissima del Premio Emergente con la sequenza dei 5 concorrenti con i loro piatti. Ricordiamo che ognuno doveva fare un menù di 4 portate partendo da zero e avendo 5 ore di preparazione e 45 minuti per il servizio. Non è facile e per farlo più difficile abbiamo introdotto per la seconda portata la mistery box che in questo caso aveva la pasta del pastificio dei Campi, il parmigiano reggiano del Consorzio, l’olio d’oliva di Olitalia, le coppiette di maiale, l’ananas e altri prodotti minori.
Interrompiano gli eventi di Zurigo e Vienna (che riprenderemo domani) per una parentesi importante: il momento topico per i guidaioli, ovvero la presentazione della nuova guida Michelin. E’ sempre l’occasione per ritrovarsi, confrontarsi, cercare di capire i differenti punti di vista nel rispetto reciproco che sempre deve esistere. E’ una guida fatta da gente preparata che ha alle spalle tanta esperienza. Quest’anno relativamente poche sono le novità, soprattutto nella zona alta della classifica: due sole nuove 2 stelle (ma praticamente una sola, al bravissimo Peter Girtler dello Stafler di Mules, in quanto Perbellini già l’aveva, anche se a un differente indirizzo) e nessun nuovo 3 stelle. Insomma quasi calma piatta in alto. Anzi andiamo perfettamente in pari con la stella persa di Scabin, che facciamo fatica a capire perchè. Lo chef è geniale, e per giunta completato di una formidabile brigata dove spicca Giuseppe Rambaldi, uno dei migliori souschef d’Italia che garantisce la continuità. Più numerosi ovviamente i nuovi stellati. Siamo personalmente contenti di ritrovarne tanti felicemente passati da Emergente: Federico Belluco del Dopolavoro di Venezia, Edoardo Fumagalli della Locanda del Notaio, Oliver Piras de l’Aga ultimo vincitore, Cristoforo Trapani alla Magnolia, Cristian Torsiello all’Arbustico, Andrea Cannalire del ristorante Il Cielo, inserito nel Relais La Sommità di Ostuni, Alessandro Dal Degan del ristorante La Tana, Antonia Klugman del ristorante l’Argine…. Un plauso a tutti loro. Chiudiamo con le stelle perse. Alcune sono scontate, due sono da commentare, la Gallina a Gavi, un bellissimo ristorante con uno chef capace e per finire Paolo Teverini. Paolo fa parte della vecchia guardia, è un vero peccato, speriamo sappia reagire con la forza d’animo e la saggezza che lui sa avere nei momenti difficili: stiamogli vicini.
“La ristorazione è un settore portante dell’intera economia italiana” queste le parole di Lamberto Mancini dal palco di Cooking for Art di fronte ad una platea gremita di chef e ristoratori. L’ultima giornata di Cooking for Art ha fatto registrare un pienone da mattino alla sera grazie alla grande risposta della ristorazione del nord. Sono venuti in tanti, da Sella Nevea, Malga Montasio, che ringraziamo per la forma di formaggio, a ristoranti noti in tutto il mondo e qualcuno lo vedete nelle immagini seguenti. Un momento particolare? Paolo Lopriore con i due giovani chef, top di domani: Marco Ambrosino e Oliver Piras. Altro momento particolare: Antonio Santini con Raffaele e Massimiliano Alajmo che ci hanno parlato del progetto “tavola trasparente!
Aqua Crua a Barbarano Vicentino
Aqua Crua, in nome della trasparenza, come la pulizia della struttura e dell’arredo e la bella cucina completamente a vista. E’ proprio bello questo nuovo locale che si affaccia su una piazzetta del bel borgo di Barbarano ai piedi dei Colli Berici. Ha cinque camere comode e funzionali (60 euro), una cantina molto bella e una sala altrettanto funzionale e rarefatta di tavoli per pochi (una trentina al massimo) coperti. Responsabilità del tutto nelle mani di Giuliano Baldessari, giovane (36 anni) aitante, elegante chef che ha al suo fianco giovanissimi aiuti e in sala due belle ed efficienti figure di sala. Giuliano vanta esperienze importanti tra le quali spicca Marc Veyrat e una lunga permanenza da Alajmo. La formula è un pò rigida: un lungo menù degustazione (60 euro + 20 con abbinamento dei vini) dove i vari assaggi sono disponibili anche singolarmente per chi non vuole seguire la proposta completa (ma con 3 piatti si spende la stessa cifra grosso modo). Questo consente una maggior focalizzazione della brigata su pochi piatti e salgono quindi le aspettative. Che vengono comunque confermate da una serie di assaggi piacevoli, interessanti, che attraversano vari generi e che raccontano di una cucina moderna, attenta alla qualità degli ingredienti e alla leggerezza complessiva, equilibrata e poco azzardata. Meglio, anzi notevole, l’inizio con gli intriganti e brillanti antipasti (il carpaccio e l’acqua cotta di garusolie scampo), notevole anche il risotto (meglio dei due ravioli), mentra verso la fine si scende con un capretto un pò spugnoso e dei dolci buoni ma un pò troppo semplici visto il livello del locale.
In cucina da Massimiliano Alajmo, lui è sempre giovane, ma ormai non è il più giovane. Si respira un’ aria allegra, ma si lavora sempre con la precisione di un tre stelle. Le foto di questo post sono di Massimiliano Alajmo.
Non è d’oro la pasta (meno male), ma la trafila. E a presentarla non Massimiliamo Alaimo in persona, ma i suoi due bravissimi aiutanti. Si beve anche di fino…insomma che serata!!! Grazie a Francesca e Gaetano Verrigni.Â