E’ forse il caseificio principe della regione, dove si è impostata da anni una rigorosa politica di qualità, nell’ambiente, nella pulizia del laboratorio, nel perseguire il biologico, nell’affinare una linea di forma anche grandi a lunga stagionatura. E i risultati si vedono: è lunga la sequenza degli attestati ricevuti, è una conferma l’assaggio di qualche forma che il casaro ci propone. Sorpresa: anche lo yogurt di pecora ha una morbidezza esemplare. Complimenti a questa famiglia che interpreta al meglio il proprio mestiere.
Giuseppe De Tursi
Mancavamo da un paio di anni ed è sempre un vero piacere tornare in questa nobile sala, accolti da quel gentiluomo che è Roberto Ceraudo. Intorno è la pace serena della Contrada Dattilo con i suoi ulivi, i suoi agrumi e le vigne. La prima novità sono le camere, ora più accoglienti grazie ai nuovi bagni, la seconda novità è più importante: la giovane figlia Caterina è sempre più brava, ha messo a fuoco l’importante esperienza presso Niko Romito, ed ora riesce ad esprimersi in modo convincente. La linea degli antipasti che ci ha proposto è esemplare, la corrispondenza con il territorio pervade il menù, l’impostazione delle ricette segue una saggia metodologia (pochi ingredienti e attenzione sul componente principale). Certo qua e là ci sono margini di miglioramento (un miglior uso del sale, un pò ingenui gli gnocchi alla ricotta e troppa salsa al melograno sulla lingua), ma l’unica vera nota dolente del lungo menù ci è parsa la pasticceria. Brava Caterina che con la sua giovane età non può che migliorarsi ulteriormente e chissà dove potrà arrivare.