Il nuovo Romeo oltre ad essere bifronte (accanto è la pizzeria Giulietta), e suggestivo (per il decoro architettonico ultramoderno), si presta bene anche agli eventi grazie soprattutto alla cucina con affaccio sala. E l’altra sera erano in due, Cristina Bowerman, padrona di casa, che ci ha deliziati con una sapiente zuppa di tuberi e Beppe Guida, chef di Nonna Rosa, amato da tutti per la sua cucina tradizionale vestita con un tocco di sapiente modernità, chef per altro specializzato nei primi. Lui è l’anima delle iniziative del Pastificio dei Campi di Giuseppe Di Martino, che infatti è presente. Un bel tris di assaggi di pasta con gli spaghetti in acqua di limone in evidenza.
Giuseppe di Martino
Erano quasi 200 un secolo fa i pastifici a Gragnano, quelli storici su via Roma posta in asse con la direzione del vento e con la classica forma ad onda per dare risalto all’effetto di Bernouilli. Dopo la crisi degli anni sessanta e settanta ora la pasta è di nuovo di moda e i pastifici (oggi solo 17) vivono un momento positivo. Una positività che si trasmette anche a questa festa, che richiama tanta gente e che si ritrova in allegria e consapevolezza che la pasta è buona e fa bene. E soprattutto è parte della storia di noi italiani.
Non deve essere stato semplice e non li invidiamo, ma alla fine ce l’hanno fatta e sono stati bravissimi. Lode a Luciano Pignataro, Barbara Guerra e Albert Sapere per il grande sforzo compiuto (ottimamente supportato da Forma Mentis), che hanno presentato l’altra sera a Castel dell’Ovo una specie di summa sullo stato della pizza in Italia e nel mondo. Poi come tutte le classifiche ognuno ha in testa la sua, ma è forse la prima volta che un lavoro così ad ampio spettro sia stato realizzato in modo omogeneo. e questo testimonia il successo e l’alto gradimento della pizza che veramente non conosce ormai i confini. Il nostro giudizio, anche entrando nei meriti, è positivo e la classifica largamente condivisibile. Con poche annotazioni critiche: forse un pò troppo “campanocentrica”, ma la storia da una parte, e il team di guida dall’altra parlano con Napoli nel cuore, e quindi ci sta. Altra osservazione, da romani, è forse la sottovalutazione di Gabriele Bonci che, pur non essendo un pizzaiolo puro, ha dato a questo mondo un contributo inferiore forse al solo Gino Sorbillo, e che a nostro giudizio meritava e merita di più. Ultima annotazione è per Menchetti. Per noi in assoluto la pizza migliore del mondo in rapporto alla quantità di pizza sfornata. Occupa la 51sima posizione e per un pelo non rientra nei primi cinquanta. Dopo tanti premi speciali assegnati, si meritava almeno quello della Sfiga.
E’ la seconda volta che veniamo a “indovina chi viene a cena”, la serie di riunioni conviviali organizzate da Giuseppe Di Martino del pastificio dei Campi. Sono cene praticamente perfette, pochi convitati ben selezionati, si beve alla grande (solo champagne di portata in portata) si mangia solo pasta, ma che pasta! Accanto al tavolo sono i fuochi dove cucinano sempre due chef, uno fisso: Beppe Guida, gran maestro dell’arte della pasta secca (di ogni tipologia), e un’ospite che cambia sempre preso dai JRE d’Europa. Questa volta ci capita Mart Scherp, simpatico e anche bravo: le sue due ricette sono assolutamente gradevoli, hanno l’unico difetto di mettere la pasta in un angolo del piatto. A rimettere la chiesa al centro del villaggio ci pensa Beppe che sfodera per l’occasione una serie veramente notevole di ricette tutte basate sull’orto nuovo che ha appena finito di mettere a punto sopra Vico. Sono ore che scorrono veramente piacevoli, e ringraziamo dell’invito Giuseppe Di Martino, grande anfitrione.
Chiusura fresca, per via della temperatura che si è abbassata, chiusura serena con tanti cuochi salernitani a celebrare il rito del recupero. I cibi d’avanzo, sapientemente rimanipolati, possono essere anche migliori di quelli di partenza e la dimostrazione eccola in una serata dove c’era l’imbarazzo della scelta. Un saluto finale a tutti, LSDM si chiude, Emergente Sala centrosud pure.
Sara Guastalla del magnolia di Forte dei Marmi, e Alberto Faggi del Palagio di Firenze sono i due vincitori di Emegente Sala centrosud. Menzione di merito a Gianmarco Iannello, migliore nel trovare gli errori di una carta dei vini. Questo il verdetto al termine della lunga giornata che ha visto sfidarsi 7 concorrenti dal mattino a metà pomeriggio attraverso le due prove, di teoria e di servizio al pranzo. C’è stato davvero molto interesse attorno a questa competizione che vuole attirare l’attenzione su un tema così ancora poco trattato come quello della sala. torneremo sull’argomento, per ora ringraziamo i tanti che hanno sostenuto questa iniziativa, in primis la Famiglia Cecchi, vini toscani ed umbri e anche un ottimo olio, il caffè Kimbo con le sue simpatiche “cuccume” che hanno dato un tocco di napoletanità ed allegria, Marta Enrica e Dominga Cotarella, le tre bravissime sorelle che stanno dando vita ad IntreCCCi, una scuola di alta formazione della sala e che hanno donato ai vincitori una borsa di studio, l’olio De Carlo, Giuseppe Di Martino del Pastificio dei Campi, sempre prezioso con i suoi suggerimenti, i tartufi di Toscobosco, l’acqua San Pellegrino, e altri ancora. Grazie all’ospitalità squisita della famiglia Pagano proprietaria dell’albergo e dell’azienda San Salvatore, a Raffaele Barlotti con le sue squisite mozzarelle, a Luciano Pignataro grande voce del sud e anche di questo evento, e infine a Barbara Guerra ed Albert Sapere ideatori di LSDM, un piccolo grande evento.
Bella cena ieri sera nell’ambito di LSDM al Tre Olivi del Grand Hotel Savoy. Allo chef di casa, Matteo Sangiovanni, si sono affiancati Cristoforo Trapani con un carciofo di possente fisicità (con la finta carbonella al centro della sala), Antonello Colonna con una creativa carbomatriciana, Errico Recanati con una pregevole royale. Matteo da parte sua ha presentato i tubettoni pastificio dei Campi con un vigoroso intingolo con alghe e scorfano. Vini di San Salvatore e pane premiato del Cambio di Torino.
20 anni di Summa sono un bel traguardo, una manifestazione che ha conosciuto interesse e successo crescente per via dell’alta qualità dei produttori presenti e per l’incantevole cornice che la Famiglia Lageder riesce ad offrire aprendo le sue cantine al pubblico. Il ricavato viene devoluto per beneficenza. Quest’anno un’anteprima di eccezione con una serata speciale, con grandi chef venuti anche da lontano, vini di mezza Europa in abbinamento quasi tutti in versione magnum, e tanta tanta gente accorsa a dare il proprio contributo. Serata CARE, la formula portata avanti da Norbert Niederkofer, dove ritroviamo gli chef che lo seguono fedelmente come Giancarlo Morelli, i fratelli Costardi. Prima della cena vera e propria un lungo walking aperitivo con tre piatti, quello, ottimo, di Yoji, interessante anche il piatto di Thorsten Probost, conosciuto in uno delle curiose cene a 4 amni organizzate da Giuseppe Di Martino nel suo Pastificio dei Campi (e Thorsten si ricorda ancora gli spaghetti al limone di Peppe Guida). Ed infine ecco Anatoly Kazakov, del Selfie, felice per essere entrato tra i primi 100 del mondo nella guida 50 Best. Eravamo stati recentemente a Mosca nel suo ristorante.
FICO, il grande parco agroalimentare di Bologna si presenta da Eataly a Roma. In particolare viene presentata la ristorazione che accanto alle 40 attività agricole previste giocherà un ruolo importante. Decine di punti di ristoro disseminati lungo gli 8 ettari del parco, chioschi, caffè, e ben 16 ristoranti tra i quali spiccherà quello de Le Soste gestito da Enrico Bartolini, che vedrà la presenza di molti chef famosi del circuito de Le Soste (ben 85 ristoranti tra i migliori d’Italia e non solo). Siamo con Franco Roi e Giuseppe Di Martino, e ricordiamo quindi la loro partecipazione nel progetto con il ristorante tipico di cucina ligure (Roi) e un innovativo ristorante di pasta (ovviamente Di Martino) del quale ancora non si conoscono i dettagli ma che sarà una sorpresa!
Solo due ore, ma a dir poco intense quelle passate ieri a Identità Golose. Sul palco Heinz Beck con passione e foga metteva l’accento sul cibo come fonte di salute e benessere, e intorno tutti praticamente cucinavano, chi nelle sale a latere, chi negli stand. E tanti gli incontri, con chef e colleghi che magari vediamo spesso, ma che si rivedono con piacere, e altri che invece vengono da lontano, come Giorgio Nava. E oggi sarà una giornata ancora più ricca.