L’Italia delle meraviglie non finisce mai di stupire. Ecco un pregevole esempio di come si possa trasformare una normale struttura (il preesistente Albergo) in un bellissimo albergo che, confort a parte, e non è poco, ha valorizzato i referti storici di epoca romana e medievale che erano sotto l’attuale livello stradale. Sono stati recuperati e inseriti in un bel percorso a fianco del bar e del ristorante per rendere l’esperienza veramente unica e da ricordare. Di cose così o similari ne abbiamo alcune in Italia, eppure non tutti le conoscono e dovrebbero essere ancora di più valorizzate (pensiamo al Gellius di Oderzo, al Redibis di Bevagna, e ad altri ancora). Applausi quindi a questa nuova realizzazione che per altro è stata portata anche alla Biennale di Venezia.
Gualtiero Spotti
Sarà forse perchè c’era Gino Veronelli, ma è indubbio che da tanti anni a Bergamo e soprattutto nei dintorni non sono mai mancati i posti giusti per il goloso errante. Negli ultimi anni qualcuno di questi si è forse un pò appannato, ma non è il caso di questa Osteria, in realtà un signor ristorante, dall’arredo elegante, completo di gran cantina e servizio preciso. Stefano, il titolare, non si è mai risparmiato nella ricerca dei prodotti, nel cercare di arrivare a perfezionare ogni dettaglio della sala e della tavola, e adesso può dirsi soddisfatto perchè tutto gira a puntino, non ultimo la cucina che offre una serie di preparazioni di indubbio spessore e ricerca. Certo non tutto è perfetto, pensiamo ad un cappon magro bello a vedere ma meno riuscito per il palato, o a uno scampo troppo caramellato. Ma la media è notevole con alcune squisitezze come i primi (encomiabili anche quelli con la pasta secca), la crema di asparagi e lo shabu shabu e per finire la buona zuppa calda di fragoline con cialda croccante.