Grande e spettacolare cena organizzata come ogni anno dal Gambero Rosso in occasione della presentazione della guida dei Ristoranti. 10 chef ultranoti come Tonino Cannavacciuolo, Philippe Leveillè, Niko Romito, Ernesto Iaccarino, Gianfranco Pascucci, ANthony Genovese, CIccio Sultano, Heinz Beck, Riccardo Monco e Carlo Cracco, hanno cucinato per una grande platea di invitati.
Heros D’Agostini
Tradizionale cena delle 3 forchette con alcune novità. La prima riguarda la location, la grande sala dello Sheraton che cerca (e non ci riesce) di farci dimenticare la sede storica della Città del Gusto. La formula è innovativa, non più la cena placèe, ma i piatti ce li andiamo a prendere direttamente dagli chef che cucinano lungo il perimetro della grande sala. Una formula che velocizza il ritmo della cena, permette di scambiare qualche chiacchera con gli amici capitati ad altri tavoli, i piatti vengono raccontati dagli chef in prima persona e vengono anche facilmente digeriti grazie ai chilometri che si fanno. Due annotazioni, l’enorme palco è rimasto a lungo tristemente vuoto, e non capiamo perchè, gli assaggi erano tutti di buona o ottima fattura, ma il kiwi di Pier Giorgio Parini (siamo stati fortunati, abbiamo inziato da lui) ci ha aperto i polmoni con le sue note balsamiche e rinfrescanti che ci hanno accompagnato in dolce ricordo fine alla fine, bravo Pier Giorgio.
Da lassù Roma è una grande bellezza, ma anche dentro la Pergola si respira una grande atmosfera, da ormai venti anni. Sono ancora qui alcuni degli attori di allora, sconosciuti venti anni fa come Marco Reitano, e ci volle il coraggio di Fritz, il direttore, per affidare a questi ragazzi la costosa scialuppa che si apprestava a veleggiare verso l’orizzonte sconosciuto (a quei tempi) della grande ristorazione di albergo. Da anni ci godiamo la salita verso la perfezione che con inesauribile tenacia Heinz Beck porta avanti, e ce lo conferma puntualmente anche in quest’ultima esperienza, nonostante che ormai, giustamente, gli interessi dello chef varcano l’orizzonte romano e puntano coraggiosamente verso lidi lontani: Portogallo, Dubai, Tokyo per non parlare dell’Italia (Castello di Fighine e Pescara). Plauso alla sala e alla cucina e meritano la citazione l’elegante astice, la bella granita di mela e scampi, il coraggioso piccione quasi crudo e gli ineffabili dessert.
Crisi o non crisi, qui è sempre pieno. Attraversare un ristorante così importante e vederlo pieno in un mercoledì con le partite di coppa alla tv fa sempre piacere. Certo siamo a Roma e per le strade gli stranieri non mancano (e anche qui i due terzi dei tavolini sono per loro). Ma resta il piacere di vedere la sala così piena e ben funzionante. Lode ad Heinz Beck e alla sua formidabile squadra, in sala come in cucina sono tanti e tanto bravi.
Da un’idea di Andrea Berton, una lodevole inziativa che ha permesso di raccogliere una cifra consistente che sarà investita dalla Fondazione Rava ad Haiti per acquistare una cucina industriale da campo. Heinz Be