Confusion si avvale ora dell’apporto diretto di Italo Bassi che da qualche mese ha lasciato definitivamente l’Entoece Pinchiorri. Con la moglie Tatyana accoglie consiglia e sovraintende piatti che ovviamente hanno fatto un salto di qualità e la dimostrazione è anche in questi piccoli assaggi che hanno accompagnato il nostro aperitivo. Insomma la coppia è ben assortita, efficiente e piena di buoni propositi, il primo è la loro collaborazione in Costa Smeralda che sarà presto annunciata.
Italo Bassi
Ed ecco i piatti degli 8 chef, inutile dire che erano tutti buoni e interessanti. Tra quelli che non avevo mai assaggiato mi hanno colpito gli scampi old fashioned di Alajmo e la leggera spuma con baccalà di Cerea. Veramente bravi tutti per una grande serata.
Appuntamento ormai obbligato, ma non per questo meno piacevole. C’erano quasi tutti i protagonisti del mondo della ristorazione alla Leopolda per la presentazione della nuova edizione della Guida dell’Espresso a dimostrare che poi alla fine qualcosa contano sempre (le guide stampate). tanti saluti ma anche tanti assaggi degli ottimi vini presentati nella grande degustazione aperta alla fine delle premiazioni. Tra i vini vince il trebbiano di Valentini, tra i ristoranti vincono in tanti, ma è Bottura (assente giustificato) quello che svetta da solo.
Tatyana moglie di Italo Bassi dell’Enoteca Pinchiorri ha aperto questo bel locale vicino alla piazzetta della Pescheria a Verona. Un posto incatevole e romantico a due livelli con alcuni terrazzini che si affacciano sull’Adige. Al piano terra cucina semplice e veloce con qualche piatto tradizionale affidato a mani italiane, e sushi e sashimi affidati a un bravo chef giapponese. C’è da lontano anche l’occhio attento di Italo Bassi, con il quale ci prendiamo un bell’aperitivo in queste stancanti giornate del Vinitaly. Sì perchè l’altra specialità del Confusion è proprio l’American Bar al primo piano aperto fino a tardi.
Loro esistono da poco più di 40 anni, noi li conosciamo da 30. Abbiamo visto passare tanti chef, altrettanti sommelier e persone di sala, anche perchè è uno di quei pochi ristoranti d’Italia che si permette di avere brigate complete, divise per compiti e ranghi, dove ogni dettaglio è curato e preso in considerazione. La cantina è giustamente famosa per ampiezza e varietà di proposte, di verticalizzazioni all’indietro nel tempo di etichette famose, ma quello che colpisce è anche la preparazione degli addetti ai lavori che continuamente si esercitano sotto la guida attenta di Giorgio Pinchiorri. Il giorno della nostra visita, un giovedì sera di febbraio, la sala era piena con molti stranieri (ma non solo) a testimoniare l’ormai consolidata fama dell’Enoteca. E sui tavoli circolavano Petrus, Yquem e altri famosi nomi di Francia e non solo: qui il vino non è solo in cantina ma si stappa anche al tavolo. La cucina è sempre stata un altro punto di forza. Per alcuni secondario rispetto al vino, ma noi non siamo di questo parere, qui si è sempre mangiato più che bene e si continua a cucinare nell’eccellenza. Il merito va ad Annie Feolde, attenta assaggiatrice e cuoca sensibile che ha ospitato chef di grande talento come Cracco, Genovese, Baiocco ed altri ancora. Da anni la cucina è affidata a Italo Bassi e Riccardo Monco, che dopo qualche digressione e cedimenti alla moda nel passato sembrano ora tornati verso una cucina più classica, ma sempre elegante e di sostanza, fortemente impegnata sulla centralità del gusto. Inconsueto ed originale il plateau degli stuzzichini iniziali anche se un pò pesante, poi si prende subito il largo con l’ottimo polpo con crema di zucca. Ci sono molto piaciuti il piatto con le lumache e quello con la patata anche se esteticamente migliorabili.
I Relais&Chateaux puntano sempre di più nella valorizzazione della cucina, e la cosa non può che farci piacere. In occasione del loro 60° anniversario organizzano una serie di serate gourmet e questa vede Palazzo Seneca ospitare la prestigiosa cucina dell’Entoeca Pinchiorri. E’ anche un’occasione per presentare il nuovo chef: Emanuele Mazzella, lunga esperienza da Norbert Niederkofer e sceso dalle Alpi agli Appennini, …… e pensare che è nato a Ischia ed è cugino di Nino Di Costanzo! La cena è a dir poco piacevole, per la bellezza del contesto, gli ottimi vini e ovviamente la serie dei piatti preparati dalle due brigate. Auguri quindi a loro e in particolare a Emanuele che ha il compito di elevare all’eccellenza che l’ambiente richiede la ristorazione di Palazzo Seneca e complimenti ai fratelli Bianconi per il loro lavoro continuo teso a migliorare ogni dettaglio.
Pochi sanno che Giorgio Pinchiorri è modenese, dell’Appennino, proprio vicino a dove è nato anche Vasco Rossi. E da questi luoghi arrivano alcuni dei prodotti di eccellenza che poi utilizza nel suo ristorante di Firenze, l’Enoteca Pinchiorri, in particolari i salumi di mora romagnola, allevata allo stato brado di Ca’ Lumaco a Montetortore di Emanuele Ferri. Così nasce l’idea di fare un cena per i terremotati dell’Emilia e di buon grado aderisce gratuitamente Simone Arnetoli, del Galateo di Firenze.
Elegante, ma anche modesto e bravo, Paolo Sacchetti, unico pasticciere tra tanti chef, ha tenuto alto il buon nome di Prato nella pasticceria. E a seguire i forti sapori della Lunigiana portati dai fratelli Poletti e si ricomincia la seconda giornata con Arezzo. Tra la selvaggina del Falconiere e i salumi di Fracassi, è un bell’inizio.