Tante le nuove stelle, tutte condivisibili, meno condivisibile è che ne mancano sempre tante altre all’appello, soprattutto tra le due stelle. Tutti ci aspettavamo poche novità al vertice, Zero 3 stelle soprattutto, ed infatti zero sono state. Speravamo nelle due stelle, un’area largamente sottostimata dalla Michelin italiana. Purtroppo ce ne sono solo 3 (al netto due visto che un due stelle è stato declassato). Però almeno sono di spessore, Davide Oldani che nemmeno ricordavo ne avesse solo una, dandone scontate le due, e a buon contorno due ex Emergente Chef di lusso: Matteo Metullio (che le ha riconquistate, quindi doppio merito) e Rocco De Santis, la vera sorpresa di questa edizione. Ma complimenti anche agli altri e ai vari nostri ex Emergente, come Luigi Salomone con il suo bellissimo nuovo ristorante e Juan Quintero, al quale non era stata data lo scorso anno, ma puntualmente questa volta non ha fallito.
Juan Quintero
Una giornata in plein air fronte mare ad assaggiare ben 20 ricette di 20 chef con 20 oli diversi e 20 Franciacorta con in quali brindare. Una giornata impegnativa? Alla fine è stata invece piacevolissima grazie proprio al contesto e al meteo favorevole. La Rotta del vino e dell’olio è un evento ormai consolidato. Eravamo andati anni fa, e ci siamo ritornati su invito di Aldo Fiordelli che ora ne cura il coordinamento. E’ un evento che piace a tutti, agli chef che ne approfittano per passare una giornata fuori dal quotidiano, alle barche che vvino un momento di gran festa, al pubblico che segue. Venendo alla parte gastronomica è stato alto il livelli di quanto realizzato, anche se molti chef hanno scelto ricette poco rischiose, privilegiato crostacei nobili, esagerato nell’estetica (l’impiattamento è stato finito a terra e questo secondo noi andrebbe vietato dal regolamento).Alla fine la giuria ha decretato i vincitori: Stefano Terigi de Il Giglio di Lucca, miglior piatto in assoluto e per l’abbinamento con il Franciacorta (Contadi Castaldi); Jaun Quinero di Poggio Rosso per la combinata (piatto+barca); Marco Cahssai di Atman premio della critica. Un giudizio che premia tra l’altro i due chef vincitori delle ultime edizioni di Emergente (Terigi e Quintero).
L’Osteria è piccola, semplice con tavoli proprio da osteria. Però già si capisce dal servizio che c’è gente giovane e capace e quello che arriva in tavola è davvero sorprendente considerando che siamo in un piccolo borgo un pò sperduto sulle colline alte del Chianti. In cucina due giovani: Juan Quintero e Giulio Scarma, ambedue sotto i trentanni. E la loro cucina è davvero divertente: l’origine columbiana permette a Juan di affrontare i nostri prodotti con occhio distaccato e atteggiamento dissacrante. Così nascono soluzioni originali, che spesso centrano l’obiettivo e quindi dimostrano che c’è stoffa in questo ragazzo. Meglio il cuore di palma della melanzana un pò coperta, meglio la cruda di manzo del taco di mais, meglio i ravioli di anatra di un risotto un pò troppo lento, meglio il manzo di 90gg di frollatura del piccione al mole. Il tocco originale arriva pure ai dessert: il panforte di fegatini, il dumpling al sanguinaccio, la fettunta con gelato al miso. In sala come dicevamo è il giovane e sveglio Riccardo Maccioni. Unico grosso appunto è il menù, una serie di proposte poco comprensibili che poco lascia intravedere cosa poi arriverà sul tavolo, in compenso i prezzi sono più che corretti.