Ogni anno si celebra l’International Day of Italian Cuisine, la festa della cucina italiana nel mondo, il 17 gennaio giorno della festa di Sant’Antonio Abate protettore degli animali. E ogni anno migliaia di chef in giro per il mondo preparano per i loro ospiti la stessa ricetta ogni anno diversa. Quest’anno è stata la volta della parmigiana di melanzane e ci siamo ritrovati a Villa Torretta a Milano, un albergo grande ospitale e molto bello, in tanti a celebrare questa giornata. Presenti anche una ventina di chef di Milano, ed altri venuti da lontano come Gianfranco Bruno (Masserie del Falco in Basilicata), Luca Abbruzzino (Catanzaro), Francesco Guarracino (Bice Mare a Dubai) e inoltre ci sono stati collegamenti con chef a Singapore, Hong Kong, Beirut, Olanda. Il tutto sotto la regia attenta di Rosario Scarpato, anima degli It-Chefs, l’associazione dei cuochi italiani el mondo, aiutato per l’occasione da Maurizio Palazzo dell’Hotel Villa Torretta. Senza aiuti e contributi l’Associazione porta avanti grazie una preziosa opera di diffusione dei nostri veri valori gastronomici, speriamo che un giorno le Istituzioni se lo ricordino.
Lionello Cera
Altri due locali molto diversi per stile e ambiente: il Prego al Media Rotana, più di business dove troviamo Agata e Romeo con il bravo chef Mauro Cereda; e poi ci trasferiamo al bellissimo Westin Hotel sulla spiaggia di Dubai Marina, dove ritroviamo Marco Legittimo, uno chef italiano modesto e di valore, che è in piena sintonia con un brillantissimo Lionello Cera perfettamente inserito nella brigata.
Nell’ambito del Summit, due gare di cucina dove coordino la giuria. E’ molto interessante vedere come gli chef all’estero (non tutti di origine italiana) propongono la pasta e il riso. La prima sorpresa è trovare in genere delle cotture corrette, la seconda è il comune impiego di ingredienti nobili che dipende dall’alto target della clientela, ingredienti che vengno utilizzati con larghezza. Il risultato: piatti molto gustosi, ricchi, fin troppo per il nostro gusto, ma comunque non troppo fuori (salvo poche eccezioni), da quello che si vede in Italia. Selezioniamo i finalisti per la gara finale di domani.
Prima era la trattoria di famiglia con mamma Silvana in cucina. Ora dopo mezzo secolo sono molto più numerosi: in cucina i 3 fratelli con alla guida Lionello con la sorella Lorena al pane e Daniele ai primi. In sala la brava Simonetta, moglie di Lionello con due giovani in gamba come Riccardo Bortolotto ai vini e Giulia Pagnin in sala. I coperti, tra interno ed esterno poi non sono pochissimi e il locale fortunatamente lavora nonostante la posizione un pò discosta (per scoprire però che ci si arriva in dieci minuti dalla rotonda di Marghera). Andavamo (purtroppo) di fretta e i piatti sono usciti veloci (nonostante il pienone), segno che in cucina oltre che tanti sono anche bravi e organizzati e infatti gli spazi a disposizione sono ampi. Ma le note positive arrivano soprattutto dal livello dei piatti presentati, un livello costantemente alto, senza mai una vera caduta, senza stancare, ma con una serie di sapori vivaci e allegri sull’onda del mare e della laguna. Tante le cose buone e se dobbiamo dare una lode questa va una volta tanto al risotto (in genere non è tra i piatti che preferiamo), alle deliziose seppioline fritte, al goloso dessert finale. Un pò troppo sottolineato il sapore nella ricciola con salsa di pane e nei calamaretti ripieni, ma si tratta veramente di sfumature.