Venti anni fa Igles Corelli (uno di quegli chef capaci sempre di saper guardare oltre) ci segnalò un giovanissimo chef che gli era parso sveglio e capace e così arrivammo in questa Osteria Francescana, allora veramente un’osteria. Da quel giorno almeno una volta l’anno, a volte anche di più, siamo sempre tornati per assistere all’evoluzione di questo chef che credo tutti dobbiamo ringraziare, non tanto per la crescita professionale e quella del suo ristorante, (che è importante, ma comunque legata ad un’attività privata) quanto per l’enorme valore aggiunto all’immagine della cucina italiana nel mondo. Massimo non è solo un grande chef, ma riesce a sportarsi continuamente e ad essere presente lì dove serve, ha una moglie americana (in gamba), e parla fluentemente l’inglese, ha passione e spontanea dialettica, e riesce a trascinar l’uditorio. In questi anni, mentre l’Italia ha perso posizioni e pil, la ristorazione è andata avanti e di sicuro Massimo Bottura è stata una bella bandiera da sventolare e l’ambasciatore ideale per motivazioni e cultura. Venti anni spesi veramente bene, auguri Massimo!
lorenza vitali
Luca Collami ama definirsi uno “chef fatto in casa”, quasi un’autodidatta. La filosofia di cucina alla quale si ispira è figlia del suo estro e del suo “istinto”
Golf, Club House, Albergo, Appartamenti, Spa, vari Ristoranti, centro sportivo, ettari di prato, vari laghi , chilometri di stradine eccetera eccetera. Ci sono numeri importanti dietro queste parole, ma più che snocciolarli meglio è venire a vedere di persona un posto che è indubbiamente affascinante. Un investimento di portata enorme rispetto ad uno standard nazionale abituato al nanismo quando si tratta di realizzare opere di largo respiro. Un risultato che è notevole sotto tanti punti di vista, anche se ovviamente c’è ancora tanto da fare, soprattutto sul lato della ristorazione, ma che speriamo possa anche qui decollare per offrire un livello di servizi in linea con la piacevolezza dell’insieme. Siamo ottimisti anche perchè a dirigere il tutto è una persona esperta come Giacomo Sarnataro.
Ogni anno è un appuntamento al quale è difficile rinunciare. Le Soste rappresentano il meglio della nostra ristorazione e ogni anno si allunga il numero delle strutture che aderiscono a dimostrare la salute del comparto. In genere cucinano i nuovi ingressi, come anche in questo caso: stuzzichini affidati a Errico Recanati, Viviana Varese, Massimo Spigaroli, Massimo Mantarro, e piatti eseguiti da Aurora Mazzucchelli, Alfio Ghezzi, Marcello Trentini, Burkhard Bacher, Vincenzo Candiano. Per chiudere la pasticceria dei Cerea. Cucina di classe, una curiosità: mise en place senza nemmeno un coltello…ormai la cucina d’eccellenza non prevede l’uso dei denti.
E’ sempre un grande successo e quest’anno con il vento dell’Expò in poppa Identità Golose avrà un lungo percorso che inizia con questo Congresso e durerà fino a fine anno. Tanta gente in sala e lungo le corsie degli espositori , tante occasioni per scambiarsi impressioni, ritrovare colleghi lontani, assaggiare prodotti particolari come ad esempio il magnifico culatello di Spigaroli. E domani si continua.
Dino De Bellis è da anni noto ai golosi romani per il buon lavoro fatto a L’Incannucciata, ora è qui da un paio di anni dove l’ha raggiunto il giovane Mirko. Il locale è raccomandabile per vari aspetti: l’insolita location all’interno di un grande negozio di mobili collocato dentro un finto Castello che si fa notare anche dai più distratti passanti, un arredo accattivante che è anche in vendita e in effetti spesso si rinnova, una piccola carta di vini dove prevalgono i vini estremi, un menù abbastanza corto ma che riesce a dare vari percorsi alternativi. Insomma un locale intelligente e in linea con i tempi ed infatti è pieno, altra cosa purtroppo insolita. Hanno voglia di emergere e crediamo se lo meritino pure, i piatti escono puliti, con uno stile attuale, di buona fattura. Manca ancora un quid, a volte un tantino di rischio, a volte un abbinamento che non torna, a volte una carenza tecnica, ma Dino è attento e Mirko spinge con la sua giovane età: li terremo d’occhio, penso che si daranno da fare. Il piatto migliore? un buon baccalà in sapiente brodo di prosciutto, il meno convincente? i tortelli affogati nel caciucco e un millefoglie frettoloso.
Cooking for Art Milano ha occupato il nostro sito facendo slittare alcuni altri avvenimenti ai quali abbiamo partecipato. Proprio la sera prima del nostro evento si sono festeggiati i 60 anni della Michelin, che oggi andiamo a riproporVi. La serata praticamente perfetta è andata in onda alcune sere fa per festeggiare i 60 anni della guida Michelin. Un’ambientazione coinvolgente, champagne e brunello in abbinamento ai piatti presentati de visu in 8 box direttamente da tutti gli 8 tre stelle d’Italia per la prima volta insieme a cucinare. Un grande evento svolto ad alto ritmo, senza inutili attese, con la possibilità di scambiare opinioni e commenti. Una bella lezione di stile da parte della Michelin.
Classe, servizio, eleganza e charme: Etihad si presenta in una serata ben articolata e vivace, mostrando stile e capacità collaudate pur essendo una compagnia giovane. Le ambizioni vogliono essere anche gastronomiche e si presenta alla stampa specializzata con due giovani chef simpatici e disinvolti che preparano e servono un menù tipo. Onestamente ci aspettavamo qualche cosina di più, anche se dobbiamo dare atto dell’aver evitato primizie e materie prime costose e servito un menù fatto di ingredienti di normale quotidianeità. Diamo quindi loro comunque il beneficio di un’altra prova, anche perchè non è che con la nostra compagnia di bandiera le cose vadano poi meglio.