Difficile resistere ad un invito tutto champagne. Inoltre anche l’indirizzo sembrava sfizioso, Iodiopuro, nuovo bistrot di Christian Cavalieri e Vittorio Novani, ex de L’Hosteria del mare del centro storico. Qui siamo a un passo dalla Francescana, con un progetto sulla carta innovativo: non c’è cucina, ma solo assemblaggio e “tocco” finale nella piccola cucina a vista con le materie prime precedentemente prelavorate nel vicino laboratorio. Una soluzione che forse preannuncia una serie di locali tutti serviti dallo stesso laboratorio, una volta messo a punto lo start up. A giudicare dalla clientela la formula sembra piacere, per via dei costi competitivi che consente, senza in linea di principio cedere sulla qualità. Quello da noi provato non ci ha entusiasmato, ma forse eravamo troppo presi a seguire lo champagne. 5 etichette importate da Premiere, 5 etichette piacevoli, non troppo invadenti, tutte molto corrette, la nostra preferita? Pierre Legras blanc de blancs grand cru.
Luca Bonacini
il lunedì al Vinitaly è sempre la giornata più densa di appuntamenti. E a parte il lavoro si fanno sempre incontri interessanti e si rivedono colleghi e amici che magari da tempo non si vedono. Il Vinitaly è sicuramente stancante ma è anche la più grande occasione di ritrovarsi con gli operatori del settore.
Giovane in tutti i sensi, per età anagrafica dei titolari e di chi ci lavora dentro, perchè è aperto da poche settimane e per la giovane clientela che arriva. Ed è pure interessante grazie alla scelta di adoperare materia prima di qualità e alla bravura dei giovanissimi cuochi che operano nella cucina piccola ma ben attrezzata. Poche ricette, ma sono buone sensate e con un prezzo competitivo. Locali come questo sono importanti perchè attraggono una clientela giovane e la preparano ad esperienze più importanti.
Bello il nome (e anche la canzone), appropriato anche, vista la location defilata nella periferia verso est lungo la via Emilia. Qui da tanti anni Emilio Barbieri da buon autodidatta ha sviluppato il suo stile di cucina fino a raggiungere importanti riconoscimenti. Che sia bravo è fuori di dubbio, che abbia tanta passione e voglia di lavorare pure. Basta guardare il menù: decine di piatti, dove non ce n’è uno che non sia complicato, uno che non abbia vari ingredienti di riferimento, salse e cotture differenziate. Il risultato è che a parte il lavoro massacrante della brigata (che ovviamente cura anche i dettagli, tipo pane, pasticceria ecc..), quello che arriva a tavola è un pò stancante anche per il commensale, ed il gourmet vede a volte questo enorme lavoro magari compromesso da un pò di salsa in più o un eccesso di cottura, tutti dettagli che con meno elaborazione e minor numero di piatti in carta potrebbero essere più centrati. In sintesi rinnoviamo le lodi, ma auspichiamo più semplicità e rigore. I piatti migliori? Il tortino di parmigiano e la quaglia.
La civiltà dello gnocco fritto,(che a seconda dove vai in Emilia prende anche altre forme e nomi, torta fritta, crescenza , tigella, ecc..) viene portata avanti da un gruppo di appassionati che premiano ogni anno alcune personalità. Ringrazio loro di avermi scelto ed è stato anche un bel modo per ritrovarsi con Licia Granello e Laura Morandi a ricordare i viaggi passati. E c’era anche Massimo Bottura, sempre un grande trascinatore anche quando non cucina.
Riapre la Franceschetta 58 , 15.
58 è il numero civico, 15 gli euro che si pagano, un prezzo fisso per attingere senza limiti ad un ricco buffet di cose semplici fresche un pò casalinghe, realizzato quotidianamente da Marta Pulini, titolare con Massimo, seguendo le ispirazioni del Massimo chef d’Italia. Grande folla e grande allegria.
Pochi sanno che Giorgio Pinchiorri è modenese, dell’Appennino, proprio vicino a dove è nato anche Vasco Rossi. E da questi luoghi arrivano alcuni dei prodotti di eccellenza che poi utilizza nel suo ristorante di Firenze, l’Enoteca Pinchiorri, in particolari i salumi di mora romagnola, allevata allo stato brado di Ca’ Lumaco a Montetortore di Emanuele Ferri. Così nasce l’idea di fare un cena per i terremotati dell’Emilia e di buon grado aderisce gratuitamente Simone Arnetoli, del Galateo di Firenze.
Bella e nuova questa Gazzella (che in relatà già esisteva tanti anni fa, poi chiusa e ora riaperta e completamente rinnovata). Qualche bella camera, un ristorante pulito e funzionale e un dehor molto gradevole. Ci sono tutte le comodità, c’è un’accoglienza simpatica e familiare e una cucina casalinga ma fatta con le materie prime giuste. Così l’abbiamo scelta per farci una riunione con i collaboratori della Guida Touring. E visto che siamo sempre aperti al dialogo, abbiamo invitato anche alcuni colleghi modenesi. (solo per mangiare e brindare).