Un evento, in realtà più eventi in uno. Dal ristorante Maffei di Verona che ha ospitato la prima prova pratica, a Castel Sallegg per la prova della carta dei vini ed il buffet; dal Teatro Puccini per la prova orale al Kurhaus per la premiazione finale. Due giornate intense che hanno visto gli 11 giovani concorrenti under 30 di sala affrontare le varie prove con indubbio talento e scioltezza.
Ricordiamo i loro nomi:
Alessia Chignoli di Villa Crespi a Orta San Giulio (NO), Alex Cazzari di Benso Pubblica Ristorazione a Forlì (FC), Andrea Saccogna de Il Cavallino a Maranello (MO), Davide Giordana di Villa La Bollina a Serravalle Scrivia (AL), Gabriele Escalante di Ristorante Flora a Busto Arsizio (VA), Gabriele Siroli di Peter Brunel Gourmet* ad Arco (TN), Gaia Serafini di Noir a Ponzano Veneto (TV), Giorgio Canedi di Hotel Cré Forné a Champoluc (AO), Matteo Di Giovanni di Seta Mandarin Oriental ** a Milano, Nicolò Bertuzzi di Caffè La Crepa a Isola Dovarese ( CR).
Alla fine le varie giurie hanno decretato come finalisti: Andrea Saccogna, Matteo Di Giovanni e Davide Giordana, con Alex Cazzari come eventuale riserva. Erano presenti anche i due past winner Jessica ROcchi e Luis Diaz, ospite a sorpresa e graditissimo, Matteo Lunelli ceo del Gruppo Lunelli.
Ma è giusto celebrare i meriti di tutti che hanno dimostrato in queste prove passione e orgoglio di appartenere ad un settore che troppo spesso viene dimenticato e che è invece il cardine della ristorazione.
I tre finalisti gareggeranno in finale con gli altri tre della Selezione Centrosud ancora da scegliere.
Grazie anche agli sponsor di questa competizione: il Consorzio del Parmigiano Reggiano, Vinea Domini, La Famiglia Cotarella, Castel Sallegg, Acqua Egeria, Repertoire Culinaire, Prosciuttificio Galloni, Appennino Food, Chamapgne Extrè. Uno speciale ringraziamento a Panificio Moderno di Rovereto, Alessandro Bellingeri di Acquarol per il buffet in cantina, Anna Accalai per il contributo e a tutta la Chaine des Rotisseurs per l’intensa collaborazione, ad Antonio Scuderi e a Luca Gambaretto per la tappa di Verona.
Luca Galloni
Una bella idea, ed è di sicuro sorprendente trovarsi sopra uno stabilimento e sentirsi in un altro mondo, in uno spazio lineare essenziale luminoso con uno specchio d’acqua ed il verde intorno. Siamo sopra al nuovo prosciuttificio Galloni, ricostruito in tempi record dopo l’incendio. Dall’idea di una sala riunione si è passati a quella di un ristorante vero e proprio ed anche questo è venuto alla fine forse perfino migliore di quanto inizialmente pensato. Ulteriore azzardo, anche questo pensiamo azzeccato, aver coinvolto uno chef giovane ma volitivo e determinato come Luca Natalini trentenne, (ex Emergente), bravo non solo a fare ricette, ma anche a coordinare e gestire la situazione. Con lui tutti giovani in cucina e la sala affidata all’esperto Andrea Forti. Insomma una bell’ambiente, ma anche una bella squadra, ed i risultati infatti arrivano al tavolo e ci permettono di assaggiare un ottimo percorso, ben presentato, vario, gustoso. Qualche pecca: un po’ troppo proteico (un vero festival dall’asino al cavallo, dalle lumache al piccione, dallo storione all’anguilla) a discapito del vegetale e qualche difetto di equilibrio qua e là soprattutto nelle paste ripiene. Ma l’essenziale inizio e l’ottimo finale dolce (brava la Yenifer, pane e pasticceria, origini columbiane) sono da lodare, ed è doveroso citare il piatto migliore che è anche il più curioso: gli spaghetti in bianco, conditi con un geniale mix di vermouth di prugne ed aceto di miele.