Ringraziamo dell’invito del Consorzio del prosecco superiore di Conegliano Valdobbiadene, ben impostato da Alessandra Ciuccarelli, e ci ritroviamo a moderare un interessante dibattito sulle strade del vino. Ce ne sono tante in Italia, molte ahimè piene di buche e di cerotti, quasi come nel centro di Roma, altre che funzionano splendidamente. Due nobili esempi: la strada del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene che ha be 30 anni di vita, e quella di Montepulciano che è riuscita a combinare magicamente interessi pubblici e privati. Brindiamo con i vari relatori alternando cartizze e vino nobile. Prima e dopo tanti assaggi, ricordiamo con le immagini i più significativi e ringraziamo le persone che ci hanno dedicato il loro tempo.
Luca Gardini
Un dream team alla guida di questa Osteria: Luca Gardini in sala e i fratelli Leoni in cucina! Poteva nascere un ristorante stellato, e invece puntano tutto su questa Osteria, di nome e di fatto, senza falsi messaggi. Siamo al limite del centro storico, vicini alla chiesa di San Domenico. Un piccolo dehor all’ingresso con dietro una saletta e un tavolo, poi si scende (volendo) nel basement, o meglio si sale al primo piano per trovare due salette ben arredate, in semplice stile marinaro, con parecchi tavoli, acustica migliorabile, illuminazione diffusa. L’ambiente è da trattoria, ma qualcosa di speciale si avverte subito: la scelta dei vini non è banale (ovviamente quando parliamo di Luca Gardini, un vero fenomeno del mondo dei vini), i prezzi ragionevolissimi. I piatti sembrano un pò frettolosi, senza particolare cura nella presentazione, ma la differenza la si nota poi subito nella qualità della materia prima utilizzata (il pescato migliore e saporito dell’Adriatico) e nei riusciti abbinamenti dello chef, Marcello Leoni, al quale non manca tecnica, classe ed esperienza. I classici tortellini rivivono splendidamente nel brodo di pesce, la crema di lenticchie si ravviva con i totanetti, i tagliolini con garusoli meritano la lode. Ovvio, nella velocità di esecuzione (il locale è sempre pieno, e la brigata un pò stringata) qualcosa ogni tanto si perde (le canocchie troppo gratinate, gli gnocchi con troppo formaggio di fossa, il brodetto di scorfano un pò pesante), ma nel complesso è da lodare l’impegno, il rapporto prezzo qualità, il non cercare la stella, quanto una formula più conveniente e appagante per un largo pubblico di appassionati.
C’era grande attesa per Emergente Sala e crediamo che il risultato sia stato più che positivo. Lorenza Vitali aveva selezionato con cura i 5 concorrenti (tutti del Nord), e la scaletta è stata ben rispettata: prima una prova orale, con interventi a tema libero ed obbligato, poi la prova della carta dei vini con vari errori inseriti da decifrare, poi la prova pratica al ristorante Lume dove i 5 concorrenti hanno servito al tavolo e hanno affrontato ostacoli programmati. Successo anche per la presenza di ospiti e giurati di grande caratura: da Luca Gardini a Ivano Antonini, da Roberta Schira a Alessandra Veronesi e tanti altri che hanno contribuito a creare un’atmosfera di viva partecipazione all’esame in atto. Un plauso ai 5 concorrenti: Alessio Sberna del la Lepre a Desenzano, Stefano Panzeri de La Terrazza del Gallia di Milano, Elisa Giachino di Piazza Duomo di Alba e ai due vincitori, Carmilla Cosentino di La Rei del Boscareto e Luis Diaz del Seta del Mandarin di Milano. Grazie dovuto agli sponsor: Cecchi, Kimbo, Consorzio del Morellino, La Granda. Un grazie al contributo di Toscobosco per il tartufo e Philarmonica per lo champagne e soprattutto alla brigata del Lume coinvolta in un evento che forse non si aspettavano così complesso.
Presentazione del “concept” che Umberto Montano, infaticabile imprenditore fiorentino, ha realizzato al primo piano del Mercato Centrale: una variante di Eataly, dove vengono coinvolti e ci mettono la faccia alcuni noti artigiani del gusto, assieme a qualche istituzione che fa da traino come il Consorzio del Chianti Classico. Ed è proprio qui che brindiamo con Dario Nardella e Davide Gaeta al coraggio di Umberto. La presenza di Identità Golose fa’ presagire una serie di eventi tematici. Insomma il Mercato Centrale di sicuro cambierà faccia e stile.
Bellissimo è il Museo dell’Arena che ospita anche un bel ristorante rilevato recentemente dal gruppo di Massimo Gianolli. La cucina è sotto l’occhio vigile di Silvio Salmoiraghi e quindi offre squarci anche tecnici (ma il format è volutamente easy), e in queste sere di Vinitaly la baraonda è totale anche perchè è coinvolto anche Luca Gardini, palato supremo, ma anche energia straripante. Finiamo a visitare il nuovo Eat’s sotto a Coin a via Mazzini per trovarci con altri amici. Insomma a letto non ci si arriva mai! E con questo finisce la parentesi del Vinitaly.
Una degustazione di 28 amaroni di 27 aziende è cosa comunque ragguardevole, se poi si risale fino al 1960 rasenta l’ eccezionale, se infine la dirige Luca Gardini diventa memorabile. Eccoci qui a Amarone in Villa, quinto appuntamento organizzato da Villa Winckels, sempre più seguito e partecipato da appassionati ed esperti. Intorno alla degustazione sopradescritta una rassegna di qualche diecina di aziende che rappresentano il meglio della tipologia con poche assenze di rilievo. Moltissimi i visitatori e di rilievo anche la partecipazione straniera che ci ricorda quanto l’amarone sia popolare all’estero. Noi ringraziamo dell’invito i cortesi titolari dell’ospitale Villa Winckels, e Wine Meridien per l’organizzazione della spettacolare degustazione.
Un altro Vinitaly, e per non farci mancar niente iniziamo il giorno prima. In realtà non siamo soli. Aperitivo? a disposizione la bella Villa Mattarana del’ing Zamoner per una verticale di ottimi spumanti, e poi alla Gran Guardia per sentirsi subito presi nel vortice dei 100 migliori vini secondo Wine Spectator e per finire nella quiete della valle d’Illasi, dai Trabucchi, famiglia ospitale per una cena conviviale come se ne vedono poche in giro (purtroppo).
30 anni di vino della pace, una bella iniziativa che tutti noi dobbiamo alla Cantina di Cormons. Vini che ogni anni si ottengono dalla vinificazione di uve provenienti da viti inviate a Cormons da tutto il mondo (e non è certo facile creare un gran vino con questi presupposti, per cui doppiamente bravi a riuscirlo a fare). Inoltre ogni anno pittori famosi disegnano l’etichetta e queste bottiglie vengono poi mandate ai capi di stato di tutto il mondo. Il vino si fa portatore di un messaggio semplice e chiaro, facilmente comprensibile, condivisibile e universale.
Una nuova guida? una nuova classifica? Non sappiamo bene l’evoluzione futura, per ora registriamo alcune annotazioni. Primo la compagine che ci sta dietro è prestigiosa, gente come Vizzari Atkin Cernilli ecc.. sono noti in tutto il mondo vinicolo e alla guida sono soprattutto in due, Andrea Grignaffini e Luca Gardini, due palati formidabili che conoscono il vino come pochi altri al mondo. Detto questo ogni classifica può essere fine a se stessa, questa sembra però non un gioco, ma un voler selezionare il meglio “esportabile” per semplificare lontano dai confini patrii il lessico del vino italiano e concentrarlo su un panel scelto con cura e classe. Vedremo quindi come la cosa evolve e se a fianco di 50 best ci saranno 50 best cheap, 50 best sparkling, 50 best bio o altro ancora. Auguri.