Ringraziamo dell’invito del Consorzio del prosecco superiore di Conegliano Valdobbiadene, ben impostato da Alessandra Ciuccarelli, e ci ritroviamo a moderare un interessante dibattito sulle strade del vino. Ce ne sono tante in Italia, molte ahimè piene di buche e di cerotti, quasi come nel centro di Roma, altre che funzionano splendidamente. Due nobili esempi: la strada del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene che ha be 30 anni di vita, e quella di Montepulciano che è riuscita a combinare magicamente interessi pubblici e privati. Brindiamo con i vari relatori alternando cartizze e vino nobile. Prima e dopo tanti assaggi, ricordiamo con le immagini i più significativi e ringraziamo le persone che ci hanno dedicato il loro tempo.
Luca Martini
4 titolari e 4 in sala, due coppie ben assortite e formidabili: Ivano miglior sommelier d’Italia nel 2008, Luca miglior sommelier d’Italia 2009. Si sono conosciuti in gara e sono diventati non solo amici, ma soci assieme alle sopraggiunte mogli, appassionate anche loro. Il locale ha un’antica storia, ma con il loro arrivo è cambiato tutto: il nome, il concetto, l’arredo, la dislocazione degli spazi. La cucina è affidata ad un giovane chef toscano di buona capacità e trova il suo vertice nell’offerta della chianina in vari tagli; e di contorno ottimi salumi, prosciutti, formaggi e pane. Ma di certo qui si viene per la cantina che, avvalendosi della presenza di formidabili conoscitori del vino, propone (accanto a nomi importanti e irrinunciabili) bottiglie particolari, piccoli produttori, etichette poco note, il tutto offerto con ricarichi allettanti che invogliano all’assaggio. Un locale quindi diverso dall’usuale, assolutamente raccomandabile, anzi quasi unico nel suo genere, che merita non solo la sosta, ma anche la deviazione.
È ormai la città più interessante per il vino di alta gamma, qui si tengono le aste dei vini piu prestigiose, qui si vendono numeri impressionanti di etichette famose. Anche questa fiera, anno dopo anno, sta crescendo e la presenza italiana, grazie soprattutto al Vinitaly, è ormai importante, seconda alla sola Francia
Interessante la degustazione di 4 trentodoc e 4 champagne mischiati alla cieca. E non erano (sia per l’uno che per l’altro) prodotti di media qualità, piuttosto di alta. Alla fine nessuno o quasi dei presenti si sono più di tanto sbilanciati in dichiarazioni di preferenza o riconoscibilità dei due territori. Resta il fatto che le due categorie hanno immagine e prezzi piuttosto differenti.