Quanto sarebbe costato un menù di 42 chef del calibro di quelli di ieri sera, il meglio del meglio di Roma e del Lazio? Ed infatti gli ospiti hanno apprezzato l’occasione riuscendo ad esaurire le oltre 4000 prozioni preparate e servite in meno di due ore (altro record). Una grande serata, per la qualità e quantità delgi chef, ma anche per l’atmosfera che si è creata. Due tavoli erano stati riservati a coloro che si sono sacrificati nei soccorsi: La Protezione Civile, e i Vigili del Fuoco. Il preside dell’Istituto Alberghiero di Amatrice, visibilmente commosso, ha ringraziato lo sforzo che ha fatto tutta la Ristorazione a favore dei terremotati. Una sala piena ha confermato che la solidarietà riesce a far arrivare a Rieti il suo messaggio. Grande insomma la partecipazione di tutti, ed ora avanti per la terza ed ultima serata.
Luigi Nastri
Ci aspettavano pure qualcosa di più da una cena di birra con chef bizzarri, ma comunque non ci siamo di certo annoiati. La birra era quella del birrificio del Borgo di vicino Rieti, presentata per l’occasione dal suo titolare Leonardo Di Vincenzo; gli chef erano Luigi Nastri, di casa, Davide Del Duca altro estroso e rampante chef della Capitale, Walter Musco della pasticceria Bompiani, una delle migliori di Roma. L’abbinamento migliore? per noi il dessert con la Rubus piacevolmente acidulata al lampone, dopo comunque una serie di assaggi ben fatti anche se usciti con un pò di lentezza.
Non era semplice sostituire uno chef come Marco Martini, che per noi rimane tra gli chef più interessanti della nuova ristorazione romana. Ma indubbiamente Pino Cau, titolare del locale, ha mano felice, e anche Luigi Nastri, il nuovo chef, ha parecchie qualità. D’altronde è cresciuto accanto a Fulvio Pierangelini e ha raffinato ulteriormente il suo stile a Parigi. Questo è il suo rientro. A noi il posto è sempre piaciuto, siamo di fronte alla grande piazza dell’ex Mattatoio, che se fossimo in un paese civile sarebbe uno dei posti più visitati della Capitale. Lo sforzo di rinnovare e valorizzare l’area in effetti è stato fatto, ma siamo ancora a metà del guado, speriamo solo che si vada avanti. Nell’attesa comunque questa Stazione di Posta è già oltremodo gradevole, ha classe e stile da vendere, non sfigurerebbe nemmeno a Manhattan. La nuova brigata di sala si dà da fare, la cucina pure: il crudo di ombrina ha la finezza della mano di Fulvio, il vitello tonnato un boccone squisito, e così via le pietanze si sussegono invitanti e gradevoli. Luigi non ama il rischio e l’azzardo che caratterizzavano Marco, ma c’è comunque tecnica e stile, fino all’intrigante chiusura del dolce bianco. Lungo il percorso stona la triglia un pò coperta, come anche il calamaro, ed è da migliorare il pane in accompagnamento.
Cambio di Chef al Settembrini
Cambio di chef al Settembrini il noto wine restaurant vicino a piazza Mazzini. Luigi Nastri è volato a Parigi a quella Gazette che ha reso famoso Petter Nilsson (oggi tornato in Svezia allo Spritmuseum di Stoccolma). Gli succede il giovane Federico Delmonte, un cuoco giovane elegante sorridente e preparato. Viene dalle Marche ed è stato portato a Roma dall’amore e speriamo che Roma lo accolga nel modo migliore. Al Settembrini troverà un ambiente stimolante, frequentato da molti appassionati, con una clientela preparata ed esigente che pensiamo ben valuterà questo chef che per i nostri ricordi merita. Ad assistere al passaggio di consegne anche Silvio Giavedoni, amico di Federico, chef del Quadri di Venezia. Una cena di buon livello con un piatto su tutti: le carote con prezzemolo.
Un locale che forse segna un’epoca, un pò come Gusto di qualche anno fa. Siamo in una zona ricca di Roma, non certo priva di locali, ma forse più in voga per l’ aperitivo da Antonini e Vanni (due famose pasticcierie) che per la ricercatezza della tavola. L’arrivo del Settembrini ha scombussolato le carte. Si è puntato molto sul vino di qualità, grazie alla passione del bravo Luca Boccoli, il sommelier, per lo Champagne e la Bourgogne (da lodare ovviamente la straordinaria carta dei vini e l’offerta al calice).
Peccato lasciare a metà la festa, ma almeno ce la siamo goduta fino a tardi. I primi banchi sono esauriti, ma birra, vino e franciacorta reggono l’ urto della folla. Ormai sono in tanti, chef famosi (che stasera si esibiranno) giornalisti e appassionati. Arrivederci al prossimo anno. Trento ci chiama.
In sintesi ecco la giornata della domenica che ha visto in azione ben tre squadre, ognuna con tre chef in lotta tra loro per designare il finalista.
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COOKING for OLIVE OIL in Club degli Oli
Arezzo, 26-27 aprile 2009
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“Premio al miglior Chef emergente del Centroâ€
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ECCO LE NOMINATION!
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