Tante le nuove stelle, tutte condivisibili, meno condivisibile è che ne mancano sempre tante altre all’appello, soprattutto tra le due stelle. Tutti ci aspettavamo poche novità al vertice, Zero 3 stelle soprattutto, ed infatti zero sono state. Speravamo nelle due stelle, un’area largamente sottostimata dalla Michelin italiana. Purtroppo ce ne sono solo 3 (al netto due visto che un due stelle è stato declassato). Però almeno sono di spessore, Davide Oldani che nemmeno ricordavo ne avesse solo una, dandone scontate le due, e a buon contorno due ex Emergente Chef di lusso: Matteo Metullio (che le ha riconquistate, quindi doppio merito) e Rocco De Santis, la vera sorpresa di questa edizione. Ma complimenti anche agli altri e ai vari nostri ex Emergente, come Luigi Salomone con il suo bellissimo nuovo ristorante e Juan Quintero, al quale non era stata data lo scorso anno, ma puntualmente questa volta non ha fallito.
Luigi Salomone
Luigi Salomone è ancora molto giovane, ma ha il piglio e la presenza di uno chef maturo. Idee chiare su come impostare il locale, il team, la proposta avendo preciso nella mente l’obbiettivo che alla fine quello che conta è soddisfare il cliente e far quadrare i numeri. Siamo quindi di fronte ad un locale nuovo, ma che sembra funzionare già da tempo, sia per la qualità del lavoro che per il giro della clientela. D’altronde Luigi Salomone si era già fatto notare e bene nelle sue precedenti esperienze e in particolare ad Emergente Chef dove qualche anno fa è passato lasciando il segno. Re Santi e Leone è un bel ristorante per come è stato pensato, arredato e costruito dall’accueil alla cucina in fondo che gode di ampi spazi e iena funzionalità. In sala accolgono Silvana Di Domenico (ex Hotel Romeo) e Michele Beneduce ambedue esperti con Stella Vecchione e Vincenzo Scognamiglio, in cucina con Luigi Salomone il suo storico braccio destro, Vincenzo Oliva, con Salvatore D’Apice e Alessio Iodice alla pasticceria. Abbiamo fatto un ottimo pranzo con solo due piccole sbavature (una nota sapida a volte ricorrente, e i tortelli tecnicamente non perfetti), ma per il resto un livello molto interessante con alcune ricette da citare: l’ottima tartare perfettamente bilanciata con la sua nota affumicata che fa la differenza, un elegante baccalà reso originale dall’abbinamento con il gelato di friggitielli, ed al vertice mettiamo gli spaghetti e vongole che qui vivono un orizzonte gustativo ben più ampio ed elegante grazie alle sfumature organolettiche dell’aglio nero e del tè affumicato. I dolci sono buoni e golosi, esteticamente migliorabili.
Un agriturismo in città quello di Giovanni Trinchese, un operatore appassionato che sta cercando di recuperare le antiche varietà dei vari ortaggi per metterle poi a dimora nei campi poco distanti dalla città. In città ha un laboratorio per le lavorazioni e un locale semplice ma caratteristico dove assaggiare e comprare anche i prodotti, freschi o confezionati. Una bella iniziativa che ci ha fatto scoprire Luigi Salomone che ringraziamo.
Oltre 100 associati, una ventina di nuovi entrati e tante idee: questo in sintesi la presentazione di Raffaele Gemignani direttore della CHIC. Dopo due mandati Marco Sacco lascia la presidenza a Paolo Barrale, chef bravo e ben apprezzato da una larga schiera di colleghi. Di sicuro sarà una Presidenza importante. Si festeggia subito dopo con champagne e con una serie di piccoli assaggi preparati da alcuni associati nel bel resort di Aquapetra.
Chi ha vinto oggi alla Michelin? Per generi quello maschile, le sole donne salite sul palco sono state, alla fine, Annie Feolde e Nadia Santini. Per città inaspettatamente Roma con una pioggia di stelle che arriva anche alla regione con Genazzano e Latina. Per chef la palma va a Enrico Bartolini che ha chiuso un ristorante, ne ha aperti ben 3 per conquistare 4 stelle Michelin, è lui sicuramente il trionfatore di questa giornata, tutti pensavamo che fosse un grande chef, ora dobbiamo aggiungere che è anche un ottimo manager, cosa forse ancor più rara. Molti i delusi, ognuno di noi ha le sue preferenze, ma la Michelin va comunque rispettata e quest’oggi ha dato una dimostrazione di classe e potenza, e anche di amare l’Italia scegliendo una città che da sempre ha guardato con amore alla Francia e un territorio che annovera alcuni dei nostri prodotti più rappresentativi. Infine se guardiamo alle nuove stelle, vediamo che una dozzina (pensiamo sia un record) sono quelle transitate nelle nostre gare di Emergente quando nessuno li conosceva. Per noi una bella e importante soddisfazione.
Piazzetta Milù, ora c’è Salomone
Si erano sfidati ad Emergente Sud, si sono alternati qui a Piazzetta Milù: Cristoforo Trapani, andato via (ora lavora a Forte dei Marmi); Luigi Salomone arrivato a sostituirlo e ora già bene ambientato. La novità non è solo lo chef, ma anche la ristrutturazione della cucina che rimane a vista, ma offre spazi più efficienti ed ampi. La griglia storica fa bella mostra come un cimelio, la cucina a vista sfoggia ragazzi giovani ed ordinati e nuove apparecchiature. Luigi Salomone dopo una lunga e proficua esperienza con Paolo Barrale, è in prima linea e dobbiamo dire che fa un’ottima figura. Ha tecnica e sensibilità, spazia su una larga varietà di ingredienti, e le ricette arrivano sul tavolo invitanti e già abbastanza equilibrate. Per la sua età è sicuramente molto avanti. Ci sono piaciuti in genere gli sfizi iniziali, gli antipasti e i secondi. Buoni anche i primi, ma con un eccesso di intensità nei sapori e poi diciamocelo, perchè tanto burro e tanta pasta fresca? …. e pensare che eravamo con Giuseppe Di Martino! Altra area di crescita è sicuramente la chiusura della cena: i due dessert erano buoni, ma di livello inferiore a quanto provato prima. Un plauso comunque a Luigi ed anche, anzi in primis, alla famiglia che ha saputo reagire molto bene all’addio di Cristoforo e ha portato avanti con coraggio e determinazione il progetto originario.
Ieri le due finali, del Centro e del Sud, con una prestazione molto allineata ed equilibrata dei vari concorrenti in gara. Ognuno doveva fare un menù partendo dagli ingredienti base con assaggi per ben 40 persone, impresa non facile in 4 ore di tempo. Per giunta il piatto di carne non era noto, ma gli ingredienti sono stati dati ai vari concorrenti alle 9 del mattino in una misterybox.
Ed ecco la finale, ormai conosciamo il vincitore, Cristoforo Trapani, ma ricorderemo la tecnica di Luigi Salomone che ha presentato forse il piatto migliore (gli spaghettini freddi con broccoli), la semplicità convincente e sana di Joseph Micieli al quale auguriamo il successo che merita con il suo nuovo ristorante (la Sciabica), la misura e professionalità di Gianfranco Bruno, forse il più maturo dei 4. Ma lode a Cristoforo per la sua passione, entusiasmo che alla fine ha contagiato un pò tutti.
Cala il sole, cala il caldo, ma non cala la qualità. Tra pizzaioli, lato gourmet e area di gara c’è l’imbarazzo della scelta. La seconda parte della giornata vede ancora in scena la Campania con 4 agguerriti giovani chef, vince il bravo Luigi Salomone di Marennà con due piatti complessi che denotano tecnica e maturità. Affiancherà Cristoforo Trapani ed oggi andremo a scegliere gli altri due finalisti.