Un collega che conosciamo dagli anni ottanta e al quale per stima ed amicizia siamo stati sempre legati è Luigino Filippi. E quando ci si incontra ecco che saltano fuori tanti ricordi, per lo più legati ai ristoranti di Provenza che Luigino conosce come pochi italiani (e non solo). Questa volta il punto di incontro è il nuovo locale al centro di Cipressa, un bar accogliente e frequentato con al primo piano una pizzeria con valida offerta.
Luigino Filippi
Un inizio di agosto speciale grazie ad un invito dell’amico collega Luigino Filippi: eccoci a La Femme, serata bollicine e che bollicine! tre champagne particolari con il secondo particolare e il terzo d’alta gamma. Ma la vera sorpresa è stata la cena di Roberto Rollino, che non vedevamo da anni (e a quei tempi era pure in un altro locale). Qui ha spazi ampi, un bistrò a bordo piscina e una bella terrazza panoramica. Si è circondato di giovani bravi, sia in sala (con Roberta Silvestri ci sono Alessia Guglieri e Luca Sciolla) sia in cucina con Jacopo Chieppa in giusta evidenza. Una cena scorrevole, elegante, con punte pregevoli come l’ottima focaccia, la pizza sardenaira (un piccolo boccone speciale), i soavi e fondenti calamaretti, il piccione (meglio dell’ombrina un po’ coperta dai finferli) e buono anche il dessert finale. Grazie Luigino e complimenti a Roberto.
Andate a Linguiglietta, per scoprire uno dei borghi più belli d’Italia, che ora (da pochi mesi) ospita anche un ristorante di rilievo. Al comando una giovane coppia, presto sposi, Lei Chiara in sala e lui Riccardo in cucina. Un sabato sera con l’amico Luigino Filippi che di questa costa conosce metro per metro, e la saletta piena, abbiamo mangiato a buon livello una serie di piatti sfiziosi, e come noi una ventina almeno di clienti. Un giovane aiuto in sala sta a completare l’intera brigata, questo per dire che Riccardo ha fatto tutto da solo, e velocemente. Dall’ottimo pane al formidabile stuzzichino di sardenaira rivisitata, e poi i vari piatti fino ai dessert finali. Che non sono da poco, anzi! Si vede una mano collaudata e infatti poi a domanda risposta precisa: per alcune stagioni ha guidato la pasticcieria di Norbert Niederkofer al St Hubertus. Dessert di gran gusto, magari non perfetti nella presentazione, ma, ripetiamo …. da solo in cucina! Anche prima non male, anche se le note dolci (che lo chef indubbiamente ama) affiorano qua e là, nelle capesante, nella fregola. Il piatto migliore (dessert a parte): gli intensi ravioli di patate affumicate e coniglio. Infine auguri a questa giovane coppia per la loro vita privata e professionale e, quando uscite, fate un giro per il magnifico borgo.
l’ultimo tratto di costa italiana verso la Francia è particolarmente suggestivo ed ha sempre avuto anche ottimi ristoranti che hanno approfittato della bellezza della posizione e del passaggio di confine. Non conoscevamo questo Giunchetto e dobbiamo ringraziare l’amico e collega di lunga data Luigino Filippi. La discesa dall’Aurelia è fenomenale, l’arrivo su questa spiaggetta sotto la ferrovia è sorprendente. A parte la vista e les pieds dans l’eau, il Giunchetto offre una bella e pulita sala e una cucina altrettanto piacevole opera di un valido ed esperto professionista dei fornelli, bergamasco, ma ormai ligure d’adozione. Una cucina ben fatta, di ottima materia prima, senza svolazzi, ma coniugata sui tradizionali canoni regionali interpretati con sostanza e misura.
Intensa la seconda giornata che ha avuto fortunatamente anche un clima migliore. Molta la gente che ha seguito con interesse le esibizioni dei tanti chef presenti che hanno intepretato l’oliva taggiasca con tante soluzioni diverse. Apprezzatissimi gli interventi degli chef venuti da lontano: la creatività di Terry Giacomello, la precisione di Ichikawa, la serenità di Eugenio Boer, la personalità di Luigi Taglienti. Ma anche gli chef locali si sono fatti valere, dall’umile e bravo Rebaudo un vero artigiano del gusto di Badalucco, alla classe di Giorgio Servetto, alla passione di Manuel Marchetta, e alla praticità di Cannavino. Chiusura con bel brindisi e arrivderci al 2017, con altri chef e forse qualche sorpresa.
Prima giornata di Meditaggiasca con la nuova tensostruttura che si dimostra funzionale. Non aiuta il tempo con una pioggia fastidiosa che di certo non incoraggia il pubblico, ma la sequenza degli chef accende l’interesse dei presenti che seguono con puntualità tutte le esibizioni, intervallate dalle presentazioni dei produttori ed espositori. In contemporanea alla fondazione Roveri l’Oro di Taggia organizza una serie di appuntamenti, un bel convegno sugli aspetti salutistici prima e nel pomeriggio la presentazione di un libro.
Un inizio con la sorpresa di Marcel Ravin, stella michelin di Montecarlo, al Blue Bay che ha sorpreso tutti con la sua simpatia e la sua bravura. Viene dalla Martinica e ha presentato un piatto di grande piacevolezza ed eleganza, combinando l’oliva taggiasca con dei tocchi esotici. E dopo di Lui una serie di personaggi, produttori, chef, artigiani del gusto che fino a sera hanno mostrato le mille facce e sfumature che l’oliva taggiasca è in grado di dare
Da Stoccolma a Taggia è un bel salto, cambia il mondo in poche ore e torniamo al caldo e ai nostri sapori, con l’olio e le olive che saranno protagoniste questo weekend. La Valle Argentina comprene vari comuni , uno più bello dell’altro e tutti ricchi di specialità. La novità (positiva) è che si stanno sempre di più organizzando per fare massa critica, spinti dalla Camera di Commercio (Lupi), da sindaci volenterosi (in primis quello di Taggia) e da operatori coraggiosi e pieni di idee (Olivieri). Se ne parla a un convegno e si mettono in atto strategie di comunicazione e sviluppo. E’ la piccola Italia che si muove per cercare di reagire. Speriamo che ce la facciano! Si inaugura la Fiera ed eccoci al via per Meditaggiasca, due giorni di chef e grandi prodotti nel bellissimo Convento dei Domenicani a Taggia.
Un’insolita domenica a Fiera in Campo. L’alta cucina è sbarcata alle porte di Vercelli e ha visto protagonisti nel secondo giorno di Riso, Colture&Cotture chef provenienti da territori lontani come la palermitana Patrizia Di Benedetto o il sardo Roberto Petza. Gli unici che giocavano in casa sono stati il piemontese Christian Milone e il vicino ligure Ivano Ricchebono, insieme a loro il campano Pasquale Palamaro e dalla Calabria Luca Abbruzzino. I premi di ieri sono stati così assegnati: la Miglior Ricetta alla minestra maritata di mare di Pasquale Palamaro, il Miglior Prodotto ai salumi dell’Azienda Veneto Ovini e il Miglior Produttore per l’Azienda Agricola Mosca. Un premio per il contributo alla cultura è stato dato a Piero Rondolino per il bellissimo libro sul riso.