L’inizio della cena, la “passeggiata nei campi” di Marco Cahssai, è il miglior “incipit” di quest’anno. Intrigante, profumato, ecologico, elegante, divertente, tecnicamente di valore, leggero di calorie ma gustoso, e con un messaggio finale: la cannuccia fatta con lo stelo del fiore. Un incipit che valeva già il viaggio e la sosta, ma la cena è ovviamente poi continuata. E dobbiamo dire con grande godibilità, anche se con qualche inevitabile sbavatura rispetto a quanto visto all’inizio. Soprattutto qualche nota sapida di troppo, qualche ridondanza di salsa e mantecatura a sfavore di una purezza espressiva. Però anche nel proseguo sono da citare i succulenti spaghetti (un po’ di succulenza ci vuole sempre in un menù), i tagliolini vegetali e soprattutto un dessert originale e di gusto pieno come la robiola con salsa fieno. In sintesi una cena segnata da molti spunti originali, con larga apertura al mondo vegetale che trova qui piena valorizzazione, con piatti di ottima valenza tecnica. Certo ci piacerebbe che la purezza essenziale dell’inizio della cena fosse mantenuta lungo l’intero percorso, ma già adesso possiamo dire che Marco Cahssai è un bravissimo chef da seguire da vicino e speriamo di tornarci pure presto. Ma non è da solo, con lui un team di giovanissimi under 30 che ben promettono, e una sala collaudata: siamo stati serviti dalla quota in rosa, formale e preparatissima Sabrina, umana e coinvolgente Martina. Entrambe da segnalare e l’ultimo applauso va alla struttura che ospita il ristorante, la Villa Rospigliosi riportata all’auge di un tempo dal grande lavoro di Giuseppe Carocchi.
Marco Cahssai
Una giornata in plein air fronte mare ad assaggiare ben 20 ricette di 20 chef con 20 oli diversi e 20 Franciacorta con in quali brindare. Una giornata impegnativa? Alla fine è stata invece piacevolissima grazie proprio al contesto e al meteo favorevole. La Rotta del vino e dell’olio è un evento ormai consolidato. Eravamo andati anni fa, e ci siamo ritornati su invito di Aldo Fiordelli che ora ne cura il coordinamento. E’ un evento che piace a tutti, agli chef che ne approfittano per passare una giornata fuori dal quotidiano, alle barche che vvino un momento di gran festa, al pubblico che segue. Venendo alla parte gastronomica è stato alto il livelli di quanto realizzato, anche se molti chef hanno scelto ricette poco rischiose, privilegiato crostacei nobili, esagerato nell’estetica (l’impiattamento è stato finito a terra e questo secondo noi andrebbe vietato dal regolamento).Alla fine la giuria ha decretato i vincitori: Stefano Terigi de Il Giglio di Lucca, miglior piatto in assoluto e per l’abbinamento con il Franciacorta (Contadi Castaldi); Jaun Quinero di Poggio Rosso per la combinata (piatto+barca); Marco Cahssai di Atman premio della critica. Un giudizio che premia tra l’altro i due chef vincitori delle ultime edizioni di Emergente (Terigi e Quintero).