Con quattro batterie per un totale di 17 chef, abbiamo attraversato il nord d’Italia. Siamo partiti il primo giorno con Guglielmo Curcio, Manuel Pirastru, Riccardo Merli e Luca Zuterni con un appassionante sfida all’ultimo assaggio tra Curcio (ristorante Materia) e Merli (ristorante D’O) conclusasi con la vittoria di quest’ultimo che ha richiesto una seconda votazione. Curcio sarà la riserva. Poi la seconda batteria con Michele Minchillo, Christian Conidi, Roberto Tomei, Riccardo Luvisi. Vince Christian Conidi (Antica Corte Reale di Cervere), ma ottima l’impressione lasciata da Roberto Tomei di Impronta d’Acqua di Cavi.
Il secondo giorno altre due batterie per definire altri due finalisti. La prima vede Marco Canelli, Pietro Montanari, Angelica Lodi, Mario Martino e Matteo Delvai. Vittoria per Marco Canelli (ristorante Massimiliano Poggi di Bologna) e al secondo posto (riserva) Mario Martino, del ristorante Re della Busa di Riva. Ultimo confronto: Michele Dimita, Greta Salviane, Alessandro Salvadori, Davide Tangari e vince quest’ultimo, ristorante Valbruna.
Marco Colognese
Giornata di qualificazioni all’insegna della “margherita” in ambedue le aree di gare, ma procediamo con ordine, partiamo dalla pizza. Due batterie il Centro ed il Sud. Nella prima Guido Nardi, Roberto Ferrone, Gabriele Lucantoni, Giovanni Giglio, Tiziano Casiddu, Thomas Sparacio, Federico Morieri, Alessandro Salaris, Riccardo Quaglia Marco Casella, Donato Menechella, Giuseppe Pesare. Passano in finale: Roberto Ferrone del Al 384 di Roma, Gabriele Lucantoni di Sbanco di Roma, Riccardo Quaglia di Seu pizza Illuminati, Marco Caselle di Tonda tutti e due di Roma. Per il Sud: Carmelo Mallia, Pasquale De Luca, Emilia Taglialatela, Simone De Gregorio, Antonio Polichetti, Fabiano Viscito, Diego Ciraudo, Mattia Bottiglieri. Passano il turno Carmelo Mallia di Pinserè a Marina di Ragusa, Pasquale De Luca di Isidoro, Simone De Gregorio di Rosa Pizza a Caserta, Fabiano Viscito di pizzeria Battipaglia. E veniamo agli chef. Anche loro dovevano fare in un certo senso la “margherita”, cioè un primo di pasta del Pastificio dei Campi ispirato alla celebre pizza. Per il Centro: Giulia Talanti, Lorenzo Boschi, Edoardo Tilli, Matteo Crisanti, Davide Giovinazzo, Gianluca Durillo, Frederik Lasso, Karan Mahey. Passano il turno: Lorenzo Boschi de La Locanda di Mezzo in Garfagnana, Davide Giovinazzo di Villa Lattanzi (in apertura nella Marche), Gianluca Durillo de la Madonnina del Pescatore, Frederik Lasso di Zunica. Seconda batteria, il Sud: Mario Minucci, Cristian D’Elia, Luigi Destino, Emanuele Lecce, Bruno Tassone, Giuseppe Torcasio. Passano il turno: Luigi Destino, Emanuele Lecce, Giuseppe Torcasio, è il risveglio della Calabria! Oggi in gara gli 8 finalisti della pizza e i dieci degli chef per scegliere il podio, i primi tre, che andranno alle finali nazionali di Roma il 28 ottobre.
Il lungomare di via Caracciolo è di sicuro una bella risposta al caldo afoso. Bufala Fest lo riempie di contenuti legati alla filiera bufalina con alcuni stand un pò ripetitivi (è il trionfo dei burger), ma alcuni anche innovativi con il latte bufalino in veste nuova. La pizza è poi l’altra grande protagonista e al ristorante di Agugiaro sulla terrazza a mare viene proposta con la nuova miscela integrale “mora” ad opera di Gianni Di Lella bravo pizzaiolo a Maranello. Il risultato è eccellente e anche buona la cena a buffet con un menù (sempre a tema “mora”) realizzato da Giuseppe D’Addio e la sua scuola Dolce e Salato. Presente anche l’amico Marco Colognese, sempre fonte di segnalazioni preziose.
Una professione che non deve morire quella del Banconista. Noi, grazie al contributo determinante del Consorzio del Parmigiano Reggiano che ancora una volta si rivela sensibile e attento a queste problematiche abbiamo organizzato il Premio al miglior Banconista proprio negli spazi (bellissimi) del Consorzio a FICO. Ieri si è svolta la gara con un bel successo sia per la qualità dei concorrenti che per i tanti giurati presenti. In gara: Lorenzo Cecchini di Cecchini Roma, antica e storica bottega della Capitale, Luciano Govoni de La Casa del Parmigiano di Faenza, da mezzo secolo o quasi in bottega, Gabriele Baldini della bottega di Franco Parola al Mercato Centrale di Firenze, un giovane preparato e disinvolto, Alessandro Giancola di Salumi e Formaggi di Giancola a Milano, gran ricercatore di specialità alimentari, Gian Filippo Cavalieri del banco del Romeo Chef&Baker di Roma, e Jayson Datu di HQF prodotti alimentari selezionati. In giuria giornalisti come Alessandra Meldolesi e Marco Colognese, ristoratori come Fofò Ferriere Piero Pompili e Max Poggi, imprenditori di botteghe famose come Leone Marzotto di Peck, Claudio Volpetti, Alessandro Roscioli, il Mercato Centrale di Firenze e altri ancora. La gara si è svolta in due momenti: le domande e poi il taglio del Parmigiano Reggiano. Alla fine il verdetto è stato chiaro e si è espresso in due premi: premio alla Carriera a Luciano Govoni, protagonista di valore nell’arco di mezzo secolo, un personaggio che con continuità ha saputo conservare intatta la sua giovanile passione. Premio assoluto ad Alessandro Giancola, che unisce conoscenza a grande capacità di coinvolgimento. Ma complimenti anche agli altri concorrenti che hanno dimostrato ognuno nel suo genere, che il mestiere del banconista è vivo e d ha ancora molto da dire e fare. Un ringraziamento finale al Consorzio del Parmigiano Reggiano: è sempre bello avere degli sponsor, ma ancora di più avere dei partner intelligenti capaci di seguirti nell’avventura.
A causa di una defezione all’ultimo momento, la selezione Emilia Liguria è più sottile: solo 3 concorrenti in gara: Pietro Montanari della Cesoia di Bologna, Christian Fava della Magnolia di Cesenatico, Jorg Giubbani dell’Osteria Capocotta di Sestri Levante. Tutto sommato se la giocano bene e vince per pochi voti Christian Fava grazie soprattutto ad un elegante rigatone ripieno con salsa al pistacchio.
In finale a Roma nel 2018 andranno solo in due, nonostante l’ottimo livello generale. I due vincitori sono due Christian, il primo piemontese del Geranio di Chieri, Christian Mandura, il secondo romagnolo del Magnolia di Cesenatico Christian Fava. Ambedue hanno superato con disinvoltura la prova della Mistery Box che quest’anno aveva come tema il Natale e infatti conteneva, tra l’altro, cotechino e erbe. Un parterre de Roi ha accompagnato la prova, ma almeno citiamo Gianfranco Vissani in giuria e Massimo Bottura come ospite d’eccezione. Premio speciale Confagricoltura al bravo Stephan Zippl di Bolzano.
Gran finale di Emergente Sala sul palco del Teatro Puccini a Merano. Una splendida location per un evento originale e nuovo che ha incuriosito molti e appassionato gli addetti al lavoro presenti. Di fronte ad una qualificata giuria eclettica e composita i dieci concorrenti si sono ben presentati, hanno risposto alle domande, alcune anche curiose (ma d’altronde in una sala di ristorante tutto o quasi può capitare), e infine sono stati coinvolti direttamente con i vari sponsor. Tutti sono stati bravi, ma alla fine il verdetto unanime ne ha premiati due: Alberto Tommasi del Cambio di Torino e Enrico Guarnieri di Da Vittorio a Brusaporto. Visto l’alto livello dei concorrenti abbiamo deciso di invitare a Roma anche il terzo classificato, Alberto Bonanno del Magorabin di Torino. E chiusura con un bel brindisi nel foyer del Teatro con alcuni grandi prodotti come il tartufo di Toscobosco, i conchiglioni del Pastificio dei Campi, i vini di Cecchi Feudi Famiglia Cotarella e San Salvatore, i formaggi del Consorzio del parmigiano e di Carmasciando, i salumi di Antica Corte Pallavicina, la bufala di Barlotti, il salmone Upstream, il caffè Kimbo, gli oli e aceti di Olitalia, i sigari del Maledetto Toscano ed altri ancora.
Piazza Terraglio è “il” luogo di Bassano, dove ci si incontra, si beve qualcosa. E questa Osteria Terraglio ne è il punto focale, specie da quando un gruppo di giovani in gamba la anima. Tutti uomini, ma spicca la donna: Silvia Brunello conosciuta a Modena e ora tornata a casa. Ha talento e precisione, grazia e savoir faire. C’è anche la parte “food” che è interessante, anche qui un giovane chef poco più che trentenne che ci mette tanta passione. Dovrebbe magari aggiornarsi con qualche stage più tecnico, ma comunque tra vino e cibo il locale merita ampiamente la sosta.
Dallo Zenzero di Grisignano di Zocco ai Do Mori di Asolo il salto c’è ed è tutto in positivo. Sia per il paese (ci perdonino gli abitanti di Grisignano): Asolo è uno dei borghi sicuramente più belli d’Italia, sia per la piacevolezza del locale messo su con passione eleganza ed amore. Sembra quasi di stare a casa, in una bella casa ovviamente, dove le buone maniere, dall’accoglienza al servizio, sono ben riproposte. Ritroviamo appunto qui Stefano De Lorenzi, conosciuto anni prima allo Zenzero dove lavorarava con la sorella Marianna Pillan. Entrando vedete subito la cucina sulla vostra destra, dove volenterosi ragazzi si muovono con destrezza. Colpisce subito la cucina intesa come attrezzatura: è nuova ma di sapore antico. Un pò come la linea di cucina che Stefano offre: radicata nel territorio, parla però un linguaggio sobrio ed elegante senza sbavature di vernacolo scadente. In sala Caterina si muove con altrettanza finezza, attorniata da un gruppetto di ragazze sorridenti e silenziose che non le senti ma sono lì accanto quando serve. La vista sul verde di Asolo completa il quadro. I piatti li abbiamo apprezzati tutti, anche quelli che un palato fine magari trova non perfettamente a punto, ma nessuno è stato banale, dagli asparagi di campo serviti nel tovagliolo, alla faraona in tecia. Bravo Stefano, ci hai offerto una piacevole sosta.