E’ festa a Vico, un festone a tutti gli effetti con il piccolo borgo invaso da migliaia di visitatori golosi che hanno trovato pane, pizza e tante altre prelibatezze per i loro denti. Una cinquantina di postazioni golose prese d’assalto che hanno raccolto quasi centomila euro da destinare alla beneficenza. Complimenti quindi a tutti, ai tanti che hanno contribuito per realizzare questo evento e in particolare a Gennarino Esposito vera anima della Festa. Ed è solo il primo giorno!, che si è concluso a Pizza a Metro con un lungo brindisi con i vari chef presenti.
Massimiliano Mandozzi
Un premio che è ormai un classico del calendario gastronomico. Dobbiamo dare atto ad Alberto Lupini di averlo fatto crescere con simpatia e semplicità, nonostante che quando si affrontano le classifiche le insidie sono ad ogni angolo. C’è sempre un Convegno ad aprire il Premio, quest’anno si è parlato di Turismo Gastronomico, ed i numeri impietosi hanno fatto vedere quanto l’Italia abbia perso per non aver puntato sul questo settore come avrebbe dovuto. Gran finale all’Otel, una location in periferia sud della città, con una carrellata di chef e prodotti di prima grandezza.
Il lunedì è sempre il giorno clou dove i personaggi più importanti della ristorazione entrano nell’arena, per ritrovarsi e farsi anche vedere. e’ il giorno dei grandi chef, è il momento di Bottura che chiude la mattinata del convegno con il suo messaggio: Il cibo è arte. Una breve sintesi che parte dal Rinascimento (il Polittico di Piero della Francesca) per arrivare ai giorni nostri e lanciare un messaggio: il nuovo Rinascimento italiano è in atto e si deve alla cucina italiana. Un messaggio forte, ottimista, che va oltre l’orizzonte dell’Osteria Francescana per farsi carico del fardello di tutti coloro che vogliono il meglio e operano al meglio. Un bel messaggio davvero, completato dal secondo round dedicato alla sala. Insomma tante buone parole, molti propositi, e tanto orgoglio: l’Italia della ristorazione ha mostrato i muscoli.
Ritroviamo Massimiliano ed Elnava coppia affiatata della cucina italiana. Qui l’impegno è grosso, le difficoltà non poche (pensiamo al servizio a cinque stelle per soddisfare gli ospiti delle varie ville, alcune anche oggettivamente distanti). E’ affiancato da una valida brigata e dal bravo Paolo Paciaroni. Nulla da dire sull’ottima materia prima che conferma l’impressione del mattino: una accurata scelta di ingredienti, tra i migliori. Doverosi i tanti omaggi alla clientela che frequenta il Resort con gamberoni, capesante, foie gras, ecc.. ma encomiabile la variegata proposta che spazia lungo tutti i generi dai paccheri ai bucatini, dal baccalà al coniglio. Manca solo il lago, (salvo casi sporadici) cioè il pesce d’acqua dolce, ma è materia difficile (anche da reperire) e non sempre gradita dalla clientela. In sintesi qui si mangia sicuramente bene, a volte si avverte qualche inutile complicazione che va a scapito della centralità del gusto, ma alla fine pensiamo che gli ospiti vadano via contenti. I piatti migliori? la tartare e il rombo (non a caso i meno ridondanti) e l’ottimo babà.
E queste sono le ultimi immagini, la gara è finita, Gianni Tarabini, Umberto Vezzoli e Beppe Guida si esibiscono con delle ricette dove anche loro interpretano il bosco e le radici e intanto la giuria fa i conti. Giungiamo così al momento finale, i vari premi, gli omaggi di prodotti Roots, Toscobosco e Pastificio dei Campi a tutti i concorrenti e anche ai giurati. Ed in ultimo l’assegno di duemila euro al vincitore assoluto: Christian Mandura del Geranio di Chieri. Finisce qui il Roots Summer Contest.
E tutti gli chef al mercato che abbiamo approntato per loro: radici fresche, verdure, frutta di stagione, erbe aromatiche e selvatiche, con le confezioni di Roots e di Pasta del Pastificio dei Campi. Ognuno ha la sua cassetta e “fa la spesa” che viene poi regolarmente pesata. E nel frattempo arriva la giuria, pian piano, nomi famosi ed eccellenti del meglio della ristorazione toscana e non solo. Finita la spesa secondo il sorteggio ogni cuoco entra nel backstage, troverà solo un tavolo e dell’acqua bollente, niente elettricità, solo coltelli e tagliere. Ognuno avrà un’ora e poi un’altra ora all’esterno alla postazione del barbecue per finire la ricetta e servirla alla giuria. Brindisi e si parte.
E continuano le maratone degli assaggi con il “pranzo delle promesse” nel ristorante di Gennarino, per pochi invitati, ma sono tanti sempre in cucina. Ci accoglie un festival di assaggini come aperitivo, tra i quali spicca un buon “mini stone”, un minestrone di radici di Giulio Coppola, e poi a tavola per i piatti serviti. Arriviamo a completare i primi, cediamo sui secondi e sui dessert. Piatti buoni, tra i quali la piena lode va’ all’ultimo assaggio, i ravioli di Gorini, di eccelso equilibrio.
Il Summit si chiude per noi con la più bella serata che si potesse organizzare e quindi ci complimentiamo con Rosario ed Aira (instancabili organizzatori), con gli oltre 40 chef che hanno contribuito all’evento, e con lo staff del Marquis che ha realizzato il tutto con grandissima professionalità. Un centinaio i prodotti in assaggio, tra formaggi affettati ecc, una diecina i vini, tante le ricette degli chef, e anche la pizza presente, come la carne di Fracassi. Presente l’ambasciatore d’Italia qui a Dubai ed altre autorità, la festa ha avuto un ritmo veloce e piacevole, si è animata con le premiazioni, rilassata con la musica, ha mostrato lo stato di salute della cucina italiana anche in trasferta ad oltre 500 invitati di riguardo. C’è da esserne fieri. Ancora complimenti a tutti e in fondo anche a noi che abbiamo dato un piccolo contributo a questo bell’evento.
La responsabilità non è piccola visto il grande passato di questa Villa. Loro sono giovani, simpatici, umili e bravi: Elnava in pasticceria e Massimiliano chef di cucina. Vantano già buone esperienze, Lei anche con Beck, lui in giro per il mondo e l’ultima volta l’avevamo incontrato a Bice Mare a Dubai Marina. Certo non siamo al livello di Bruno Barbieri (che qui aveva due stelle michelin) ma diamo loro un pò di fiducia. Tra i vari assaggi meglio l’inizio (tris di crostacei e cervo) e la fine (i dessert) dei due primi che vorremmo più leggeri ed eleganti.
Per la terza volta siamo in giuria in questa gara, la più italiana tra le tante nel mondo e anche la più internazionale. Solo dal confronto possiamo migliorare tutti e questa gara ce lo ricorda e ce lo conferma. Complimenti sempre al gruppo It-Chefs di organizzarla così bene assieme ovviamente all’Academia Barilla. Questa la carrellata dei tanti primi, ben 27 che abbiamo assaggiato. In finale vedremo solo i 4 migliori chef.