Il lunedì è sempre il giorno clou dove i personaggi più importanti della ristorazione entrano nell’arena, per ritrovarsi e farsi anche vedere. e’ il giorno dei grandi chef, è il momento di Bottura che chiude la mattinata del convegno con il suo messaggio: Il cibo è arte. Una breve sintesi che parte dal Rinascimento (il Polittico di Piero della Francesca) per arrivare ai giorni nostri e lanciare un messaggio: il nuovo Rinascimento italiano è in atto e si deve alla cucina italiana. Un messaggio forte, ottimista, che va oltre l’orizzonte dell’Osteria Francescana per farsi carico del fardello di tutti coloro che vogliono il meglio e operano al meglio. Un bel messaggio davvero, completato dal secondo round dedicato alla sala. Insomma tante buone parole, molti propositi, e tanto orgoglio: l’Italia della ristorazione ha mostrato i muscoli.
Massimo Bottura
Oggi viene conferita la Laurea ad honorem (in Direzione Aziendale) a Massimo Bottura nell’Aula Magna dell’Università di Bologna. Crediamo sia un riconoscimento importante, non solo e non tanto per Massimo Bottura, quanto per tutta la ristorazione italiana. Come lui ha giustamente ricordato: “oggi la somma dei cuochi italiani vale molto di più della somma delle loro ricette”. Insomma oggi (nel mondo non solo in Italia) la ristorazione italiana vale molto di più del semplice fatturato dei loro ristoranti: è un traino economico e sociale, è un traino di cultura e creatività. Massimo di tutto questo è un pò l’emblema e l’alfiere, e se lo merita non solo perchè è riconosciuto da tanti (se non da tutti) il migliore (o comunque tra i migliori), ma anche perchè secondo noi pur essendo al vertice non smette di pensare a crescere ancora. E, cosa ancora più meritevole, non lo fa puntando ad esempio al fatturato (e non sarebbe di certo cosa irriprovevole) ma ad una visione universale e sociale dove largo spazio viene dato ai concetti di umanità, carità, sostenibilità con il progetto del Refettorio messo a punto all’Expò di Milano (vedi le foto) poi riprodotto a Rio, a New York e prossimamente altrove. Non vogliamo farne un Santo, quanto un esempio da additare a tutti per la voglia di crescere, di fare e non di rilassarsi sugli allori. Massimo, grazie!
Trenta anni di Gambero Rosso. Ci sembra ieri quando andai a trovarli in via Ripetta, e poi ancora più vicino casa a via Arenula, sempre con un grande e dovuto rispetto al loro lavoro. E in questi trentanni abbiamo visto crescere una realtà importante e consolidata. Una grande festa quella di ieri, con tanti personaggi che hanno fatto un pò la storia dell’Italia del gusto, con una bella regia e tanti applausi. Tutto perfetto? Quasi, un ricordo di Stefano Bonilli sarebbe stato secondo noi opportuno, e magari anche di Daniele Cernilli. E, dulcis in fundo, ci avrebbe fatto piacere abbracciare anche Clara Barra.
Abbiamo vissuto delle belle emozioni l’altra sera, grazie a 6 chef di grande cuore e nobiltà (ma con loro ce n’erano tantissimi ad aiutare), grazie a Noidisala che ha coordinato il servizio di oltre 80 ragazzi dell’Istituto e dei sommelier, ma grazie soprattutto ai 220 ospiti che non solo hanno versato il contributo richiesto, ma sono arrivati puntuali alle 20 e alla fine quasi non andavano più via nonostante il disagio per i più di dover fare anche molti chilometri per il rientro. Una bella serata perchè sentita da tutti, non solo per l’eccezionalità di aver nomi così famosi tutti insieme, ma anche per l’immediato riscontro con l’ambiente: siamo vicini all’epicentro del terremoto e, se anche ormai i riflettori, come ci ha ricordato il ministro Alfano, hanno abbassato le luci, chi viene qui sente da vicino e sulla pelle il dolore di chi ha sofferto e il sacrificio di chi ha dato. Ci portiamo un bel ricordo di questa serata che ci ricorda di non abbassare le luci e mantenere viva l’attenzione verso chi purtroppo soffre ancora.
Massimo Bottura ha fortemente voluto Al Meni che ieri si è inaugurato a Rimini. E non poteva mancare, appena reduce dal trionfo di New York il più bravo cuoco del mondo si è presentato a Rimini dove è stato accolto con una grande e spontanea festa, dal Presidente della Regione Emilia Romagna a quello di Slow Food con anche Matteo Renzi che gli telefonava in diretta. Insomma stavolta la notizia non è passata inosservata e speriamo che, al di là della gioia e delle motivazioni personali, si tramuti in un successo anche di tutta l’Italia. Abbiamo bisogno di crescere e fare sistema, questa vittoria non può di certo risolvere i nostri problemi, ma potrebbe dare una bella spinta nella giusta direzione.
Curioso vedere tanti cuochi che parlano della sala, ma è indubbio che avvertono il problema e sanno che è lì che si gioca il futuro dell’alta ristorazione (in quella media o bassa secondo noi il problema ormai non si pone nemmeno più). A convocare tanta bella gente ci ha pensato le Cantine Ferrari con la sua scelta di creare un premio specifico nel quadro delle classifiche internazionali dei 50 Best. Una serie di interventi interessanti che spaziano dalla Bocconi al Clovis Club di Londra e che si chiudono con l’intervento di Gualtiero Marchesi. Applauditissimo Antonio Santini, sarà lui a vincere per primo? Se lo meriterebbe a furor di popolo.
Vedere attraverso, vedere l’invisibile, vedere grazie alla cultura che è in noi. Questo il messaggio di Massimo Bottura al migliaio di visitatori presenti a Culinaria. Perlopiù giovani che sapevano che non avrebbero mangiato altro se non cultura. E il messaggio è stato chiaro e forte, grazie alle parole, ma soprattutto alle mani, ai movimenti, agli sguardi. Massimo non solo è un grande personaggio, ma sa trasmettere alla grande il suo pensiero. Ecco così che abbiamo visto nascere alcuni suoi piatti che ormai sono “storici”, dalla crostatina di limone rotta al camouflage, per finire con il brodo di “tutto”, l’essenza stessa della sua umanità. Un’ora di lezione, un’ora di applausi, un’ora alla riscoperta del vero che è in ognuno di noi, se sappiamo guardare dentro alla ricerca dell’invisibile che è ovunque, ma che una grande ricetta. magari aiuta a scoprire.
Visita ad Host, la più grande fiera del mondo dedicata alla ristorazione. Tra i tanti padiglioni (impossibile visitarli tutti) ci siamo fermati in quello dedicato all’arredo e alla tavola. Per capire subito che non ci annoieremo mai: la tavola sarà sempre diversa e capace di darci emozioni nuove, senza contare quello che ci prepareranno gli chef.
Massimo Bottura e Mario Batali a lezione di pizza da Gino Sorbillo! Due tra i più bravi e apprezzati chef al mondo, Bottura e Batali, condividono tante cose: l’amore per i tortellini (ricordiamo che Mario Batali ha perfezionato la sua conoscenza dlela cucna italiana proprio a Bologna, prima di ritornare in USA e aprire “Babbo”) e per la pizza. Eccoli a Milano nella pizzeria di Sorbillo per un memorabile incontro a 3.
E così Bottura è arrivato che più in alto non si può. Prima di lui ricordiamo che una dozzina di anni fa ci arrivò nella Gault&Millau francese Marc Veyrat con ben due ristoranti. Ma per l’Italia è la prima volta, e ne siamo felici non solo per il riconoscimento alle qualità dello chef e del suo ristorante, ma anche per l’enorme lavoro svolto da Massimo Bottura in favore di tutta la ristorazione italiana. Se l’immagine della nostra cucina è trionfante nel mondo lo si deve anche a Lui. Ed infine proprio nell’anno dell’Expò a Massimo Bottura si deve l’iniziativa forse più iconica: il Refettorio Ambrosiano, che meglio di qualsiasi altra cosa incarna lo spirito dell’esposizione universale. Massimo complimenti, te lo meriti e accanto a te Lara, elegante ed intelligente compagna, e la tua magnifica brigata, da Taka a Davide, da Enrico a Beppe e a tutti gli altri bravi ragazzi che ti circondano.