Grande folla anche ieri e purtroppo i servizi scricchiolano: possibile che non si possano avere toilettes decenti? Per il resto è un piacere incontrarsi con tanti colleghi e ristoratori, assaggiare e approfondire tanti ingredienti. Bel ricordo la degustazione degli champagnes rosè di Ruinart e un grazie ai tanti amici che mi hanno cercato e salutato.
Massimo Bottura
Pietrasanta attira sempre e dovendo fare una sosta e incontrarci con l’amico Lido, ci viene subito in mente di fermarci da Filippo, un piccolo locale, che l’omonimo titolare ha portato al successo grazie alle sue indubbie e notevoli doti di saper ricevere e accogliere i visitatori. In cucina sono passati vari cuochi, ma pochi si ricordano il loro nome, mentre è Filippo l’indubbio mattatore del ristorante a conferma dell’importanza della sala quando c’è la persona giusta. Il locale è anche piccolo, ed è quindi impossibile non vedere gli altri clienti e così ci ritroviamo accanto a Lara e Massimo Bottura che con la famiglia sono scesi in Versilia per prender fiato dopo l’intenso Capodanno. Un’occasione per scherzare e brindare serenamente insieme.
Curiosamente mancava Luca Marchini, il titolare, ma era bella la tavolata dove ci siamo ritrovati per festeggiare. Animata da un Massimo Bottura inesauribile, con le bollicine di Cantine della Volta, offerte con generosità, scorrono le porzioni pensate per noi (da citare il maialino). E da citare anche l’unione che c’è tra questi ristoratori, prima da Giusti, ora qui: Massimo Bottura cerca in ogni occasione di non dividere, ma di fare squadra, in primis nella sua città e nella sua regione.
La civiltà dello gnocco fritto,(che a seconda dove vai in Emilia prende anche altre forme e nomi, torta fritta, crescenza , tigella, ecc..) viene portata avanti da un gruppo di appassionati che premiano ogni anno alcune personalità. Ringrazio loro di avermi scelto ed è stato anche un bel modo per ritrovarsi con Licia Granello e Laura Morandi a ricordare i viaggi passati. E c’era anche Massimo Bottura, sempre un grande trascinatore anche quando non cucina.
Grande folla, gran successo e piccolo buffet. In tanti abbiamo applaudito le condivisibili scelte di Enzo Vizzari e dei suoi tanti collaboratori riuniti alla Stazione Leopolda in una magnifica giornata di ottobre. Poche le novità, pochi gli aggiustamenti e poche le polemiche a conferma di una situazione tutto sommato solida nella continuità. Nonostante la crisi è un settore che si difende e che trascina avanti un’Italia zoppicante. Brindiamo all’amico Enzo. Lunedì 28 ci sarà la guida Touring a Roma e poi ai primi di novembre si chiude con la Michelin.
Riapre la Franceschetta 58 , 15.
58 è il numero civico, 15 gli euro che si pagano, un prezzo fisso per attingere senza limiti ad un ricco buffet di cose semplici fresche un pò casalinghe, realizzato quotidianamente da Marta Pulini, titolare con Massimo, seguendo le ispirazioni del Massimo chef d’Italia. Grande folla e grande allegria.
Grande l’inizio con Massimo Bottura che ha saputo essere trascinante come pochi. Non tanto e non solo per quello che dice, ma per la passione e la capacità di coinvolgimento che ci mette. Dopo di lui una parata di chef celebri trascinati qui dall’amore per la mozzarella di bufala, ma anche dal grande lavoro di raccordo fatti da Barbara e Albert Sapere, bravi come sempre.
Il più antico Gourmet Festival del mondo è quello di St Moritz che giunge quest’anno alla sua ventesima edizioni e lo fa in grande. Con doppio piacere nostro, cioè di italiani, perchè quest’anno il posto d’onore è stato dato a Massimo Bottura, che per tutta la settimana sarà al Badrutt’s Palace, l’albergo storico della famosa cittadina. Con Massimo un insieme non da poco di chef illustri provenienti da tutto il mondo. Hanno dato un piccolo saggio delle loro qualità nell’opening gala al Kempinskj (altro albergo di strardinaria bellezza). Tra i tanti ci hanno colpito la simpatia e l’estro di Alvin Leung (già conosciuto a Hong Kong nel suo BO innovations che ora ha un gemello a Londra), e il giovanissimo tristellato Gert De Mandeleer (Hertog Jan a Bruges).
Questo, appeso all’ingresso della Francescana è il chilometro zero di Massimo Bottura. E dopo l’ingresso tre salette completamente ripensate e una cucina nuova e fiammante. La Francescana riparte per nuove avventure, non è solo un nome e uno chef, ma una squadra formidabile e coesa, che pensiamo avrà ancora tante cose da dirci e proporci. La Cucina è ormai protagonista importante dell’immagine e dell’economia di un paese e tutti dobbiamo tifare Bottura e gli altri a seguire, che concorrono a renderla grande.