Cena al tartufo di Alba a Palazzo Ferrajoli con invitati di riguardo e belle maniere. Si beve bene tra barbaresco e barolo, e si mangiano i piatti preparati da Massimo Camia. In queste circostanze non si esce dal classico.
Massimo Camia
Autodidatta d’eccezione Massimo Camia che da tanti anni opera con successo in zona. Siamo al terzo passaggio dopo il primo nel centro storico di Barolo e il secondo sulla strada per Monforte. Qui siamo invece in direzione di Alba, ancora più comodi e raggiungibile, adiacente alla cantina di Damilano. La struttura è grande moderna, e si divide in vari ambienti ben correlati che nascondono anche una piccola stanza vista cucina. Ci accompagna il barolo Liste 2009 di Damilano, servito da jacopo, il giovane figlio che è in sala, mentre la moglie Luciana coordina il servizio della sala principale. Cucina classica quella di Massimo, non priva di qualche apertura. Da buon autodidatta a volte fa difetto le precisione della tecnica (il senso del bruciato nella lasagna, un po’ troppo burro nella crema di patate), ma in genere non manca il gusto che è la bussola che lo guida nella scelta degli abbinamenti e della composizione del piatto con un risultato più che soddisfacente. Insomma un menù goloso, che va incontro ai desideri della gente e che invita al ritorno.
Che fatica il Vinitaly! Alla fine si è veramente stremati, perchè tanti sono gli incontri gli assaggi le impressioni scambiate. Le immagini aiutano a rimettere a fuoco i momenti salienti, dal nuovo spumante dei Fratelli Berlucchi dedicato al pinot bianco anche se si chiama Freccianera, alle straordinarie bollicine biodinamiche di Premiere, dalla purezza dello zero infinito di Poier per concludere con i grandi baroli di Cavallotto e di Vajra. E tante altre cose ancora!