Ringraziamo i fratelli Marcello e Masismiliano Apollonio per questa serata a Villa Aldegheri. Siamo sui colli della val d’Illasi, con un bel panorama al piacevole fresco primaverile. Serata a misura d’uomo, in una Villa che sembra una casa, con un gruppo di invitati che alla fine diventano quasi amici grazie anche all’intrattenimento di un bravo ed abile prestigiatore. Si bevono i vini di Apollonio, buoni con un ottimo blend Divoto protagonista, in abbinamento ai piatti di Matteo Grandi (De Gusto di San Bonifacio) con un taglio tradizionale e succulento.
Matteo Grandi
Avevamo in un post di qualche mese fa già notato questa via: Camporosolo, al centro di San Bonifacio. Eravamo andati ai Tigli, di Simone Padoan, poi uscendo la scoperta di una diecina di vetrine intriganti in rapida successione, che attirano l’attenzione del goloso in transito. Avevamo anche notato questo Degusto, ma non era l’ora giusta per entrarci. Siamo tornati per colmare la lacuna e nel frattempo comunque la gente (quella che conta) ha cominciato a parlare di questo Matteo Grandi, chef del locale e titolare con la bella (e brava) Elena Lanza compagna di lavoro e di vita. Lui è giovanissimo, solamente 26 anni, molti passati fuori in giro per l’Oriente, per poi tornare ad aprire questo elegante e moderno ristorante. L’arredo è riuscito, la cucina è a vista perfino dalla strada, l’attenzione ai dettagli è manifesta. Si vede che c’è voglia di fare e ambizione di crescere. E i primi segnali sembrano buoni: il parere della critica è confortante, e, ancora più positivo, quello del pubblico che affluisce con continuità. Eravamo curiosi ed usciamo contenti. Matteo Grandi indubbiamente vale ed ha la stoffa, il percorso gustativo che ci ha proposto ne conferma qualità ed ambizioni, la sua è una cucina di impostazione classica, con ampio spazio per le salse, per la sovrapposizione dei gusti in assemblaggio circolare, per l’uso del foie gras, dei fondi, della ricerca della succulenza come primo obbiettivo, indubbiamente un pò pesante da un punto di vista calorico. E’ un ottima base secondo noi dalla quale partire per cercare un’evoluzione verso un approdo più moderno e leggero, aprendo le ricette (anche da un punto di vista estetico, e cioè allungandole sul piatto e riducendone i condimenti) alla ricerca di più variegate consistenze e contrasti. Il piatto migliore? il risotto con le rane ci è parso delizioso.
Andando a trovare Simone Padoan ci ha colpito questa via, Camporosolo, saranno 100 metri, una dozzina di vetrine, nessuna banale. La prima è occupata dalla grande cucina a vista di Matteo Grandi, giovane e valido chef, e poi un bistrot giovanile e moderno, una pasticceria gelateria, un bel laboratorio di pasta fresca, una torrefazione e perfino un bel negozio di profumi e fraganze (Gini, parenti dei Gini del soave). Insomma una piccola ma grande strada di shopping e ristoro.