Non deve essere stato facile radunare insieme tanti megaVip, ma Riccardo Cotarella è un mago e ci è riuscito. Eccoci qui a presenziare all’avvenimento, ma dobbiamo dire che non ci hanno deluso, sia perchè i vini assaggiati poi alla fine sono anche buoni e alcuni più che buoni, ma anche perchè il vino riesce ad unire personalità e mondi diversi ed alla fine ci siamo ritrovati tutti insieme a brindare, e qualcuno anche a cantare. Un plauso al servizio veloce e anche ai piatti (non leggerissimi, visto che dovevano essere tanti, ma bisogna tener conto che la maggior parte dei vini erano rossi e di spessore). Un plauso anche agli interventi: di circostanza (da D’Alema a Vespa) di ricordi (dalla Nannini alla Todini), misurati (da Moratti ad Al Bano). Nota di demerito solo per Oscar Farinetti, ha chiuso con un riepilogo dei 7 vini assaggiati, dove è passato dalle note sensoriali di brillantina a quelle del borotalco sulla pelle di un bambino. Ci ha fatto divertire, ma se l’avesse fatto uno di noi sarebbe stato crocefisso per secoli a venire.
Matteo Vigotti
Dimenticate la noia descrittiva di tanti sommelier: con arguzia e perizia Roberto Mostini, alias il Guardiano del Faro, ci racconta i suoi vini del cuore. Anche se senza foto e illustrazioni (salvo quella bellissima della copertina), ci porta a spasso lungo la Loira o per le colline della Borgogna senza barbose descrizioni, anzi facendoci non solo sognare (come è il caso dei tanti vini che vengono descritti),ma anche divertire per i tanti aneddoti e curiosità che vengono fuori nei vari ritratti del racconto. Complimenti ad Andrea Cornelli di Ketchum per aver dato giusta veste a questi racconti.
Sopra la giuria riunita a Bergamo per decidere chi andrà a dinfendere i colori dell’Italia al Bocuse d’or.