Falsi d’autore, un modo goloso per ricordare tre grandi chef del passato attraverso tre loro ricette storiche interpretate da grandi chef del presente. Così domenica a Excellence con Gianfranco Pascucci abbiamo ricordato la grandezza semplice e gentile di Angelo Paracucchi, con Anthony Genovese la genialità di Alain Chapel un vero precursore di tanti generi, con Francesco Apreda Olivie Roellinger, un grande sognatore, un animo sensibile, il primo forse ad aver gettato un ponte tra la cucina d’oriente e occidente.
Maurizio Marsili
Un tempo era Vigna Ilaria e già si mangiava bene, ora con quel nome si chiamano le camere mentre il ristorante ha questo nuovo nome: Pesce Briaco. Nome non bellissimo, secondo noi ovviamente, ma l’importante è che si mangia pure meglio di prima.I meriti vanno a tutti a cominciare da Andrea Maggi che sembra sempre un ragazzaccio nonostante che passano gli anni (ma è preparato sveglio ed attento come pochi in sala). Ma la vera sorpresa è ritrovare Maurizio Marsili, conosciuto tanti tanti anni fa alla Locanda dell’Angelo, dove Angelo sta per Paracucchi. Con il leggendario maestro ha vissuto e lavorato per anni per poi continuarne l’idea di cucina. Che ritroviamo in questa locale dove Maurizio propone una serie di ricette potremmo dire didascaliche eseguite con grande rispetto e maestria (soprattutto la linea degli antipasti). L’impostazione è rigorosa: da una parte un pesce, qualsiasi purchè sia “povero” di quelli che al mercato rimangono in fondo alla cassetta non perchè non siano buoni, ma perchè nessuno sa come trattare. Dall’altra una verdura, e anche qui non sempre i soliti nomi, appena sbollentata e unita con un qualcosa di evanescente in dosi omeopatiche per non coprire a destra o a sinistra il pesce e la verdure, giusto quel tanto per capire che è presente. Bandito nel tutto il grasso, l’unto, l’intingolo. Una cucina che è salubre, sana, ma non ospedaliera. Una cucina che ha tanti messaggi, ma nessuna voglia di apparire, anche perchè è l’immagine di uno chef bravo quanto schivo. Ed oggi questo rappresenta forse, in un mondo che privilegia altri valori, il suo più grosso difetto. Detto questo qualche piccola nota ci permettiamo di fare, qua e là un pizzico di contrasto o vivacità in più non starebbe male, e la fase finale quella dei dessert è sicuramente non all’altezza del resto della cena. Ma il nostro è un invito a venire a scoprire per una volta non un giovane chef emergente, ma un elegante maestro di modi e di fornelli.
Riapre il Caffè delle Mura, un locale storico in un posto tra i più belli che si possano pensare. Un’occasione per ritornare a Lucca dove è sempre un piacere camminare. L’amico Lido Vannucchi ha seguito l’avvio, dentro e fuori c’è da scegliere dove stare meglio, e c’è da scegliere pure la formula: gourmet o easy da bistrot. Giudiziosamente si parte con pochi piatti, molta professionalità, tanta buona volontà e voglia di fare. Qualche tassello è ancora da sistemare, ma hanno aperto da poco, e quindi ritorneremo, tanto a Lucca è un vero piacere!